11 CAPITOLO

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11 A GIOCARE COL FUOCO,CI SI BRUCIA.
I giorni di febbre per Axel passarono ed ebbe pochi episodi di effusioni...
Comunque era tempo di spese Natalizie,e dovevo comprare i biglietti della nave per il ritorno a casa dai miei.
Andai in camera mia,dove Axel stava fumando e giocando col telefono "Axel?" Lui si girò verso di me "Ei! Bella addormentata." Mi sedetti accanto a lui "Mi accompagni a comprare i regali di Natale e i biglietti per tornare a casa?" lui sgranó gli occhi "Cosa?! E te ne vai cosí?" Io lo guardai "Ei! Guarda che non sono scesa dal cielo... ho anch'io una famiglia." Lui fece una faccia sbalordita "Non mi dire! Ma dai!E io pensavo che una cicogna ti avesse buttato dal cielo in un fazzoletto." Lo guardai di sottecchi "Non fai ridere... Comunque mi accompagni? E poi peró devo comprare i regali." Lui annuí e si alzò "Peró mi devi un favore..." alzai gli occhi al cielo. Non c'era neanche bisogno di guardarlo per capire che pensava "Dai bella addormentata! Stavo scherzando." alzai le sopracciglia.
Uscimmo e lui mise in moto,per poi partire a tutta velocitá per un'agenzia di viaggi. "Axel? Vorresti partire con noi?" Lui alzó un sopracciglio "A una condizione..." io alzai un sopracciglio "Dai smettila di fare il cretino. Il primo che voleva partire eri tu." Lui alzó le mani "Hai ragione. D'accordo principessa. Peró verrá anche mio fratello." Annuii "E tua mamma?" Lui alzó le sopracciglia "C'è capodanno no?" Sorrisi "E non ti dispiace lasciarla sola?" Lui sorrise "Non è sola
... ha quattro sorelle,due fratelli e mia nonna è ancora viva." Non mi meravigliai di una famiglia cosí grande.
Entrammo e oridinai otto biglietti. Avrei pagato in un altro momento.
Andammo in un negozio di giocattoli per mio fratello di sei mesi,Daniele.
Una peste,aveva gli occhi verdi e i capelli castani,lisci,un po pacioccone e gli piacevano le coccole. Mia madre mi inviava foto di lui,in continuazione. E a proposito di mia madre,quando scesi dal motore,mi chiamò. Presi il telefono e risposi
"Pronto?" Immaginai il suo sorriso raggiante e un po stanco "Eii amore mio!" Sorrisi "Ciao ma! Come stai?" Fece un verso poco convinto "Bene dai. Tu? Stai bene?" Abbassai lo sguardo "Apposto." Lei fece un verso dubbioso "Non ne sono tanto sicura... dici la veritá?" Sorrisi "In realtà,avevo intenzione di chiedertelo stasera,ma ormai siamo al telefono...Per Natale ci sono più invitati. Io e Giulia abbiamo conosciuto due ragazzi,che sono solo amici,peró sai... volevano passare le feste con noi." Sapevo ció che credeva "Amici? E dove dovrebbero dormire?" Feci spallucce "Bu. Non abbiamo la stanza degli ospiti?" Lei scoppió a ridere "Mi spiace, ma tuo fratello doveva pur dormire da qualche parte no?" Sorrisi "Allora metti due letti. Noi arriviamo il 22,alle sei di mattina." "D'accordo amore ci sentiamo." Sorrisi "Ciao ma. Ti voglio bene." "Anche io tesoro. E anche Daniel. Daniel di 'ciao' alla sorellina." Disse qualcosa di incomprensibile "Ciao amore!" E chiuse la telefonata.
Axel mi aveva osservata per tutta la chiamata e sorrideva,poi mi prese una ciocca di capelli e me la spostó dietro l'orecchio "Sei carina quando parli con tuo fratello." Tanti brividi mi percorsero la schiena,e mi sentii morire. Axel mi aveva colpita molte volte,mi aveva difesa,mi aveva fatto tanti favori,ma in lui c'era qualcosa di oscuro e il mio subconscio mi diceva Cara Carola,lo sai che giocando col fuoco,prima o poi si ci brucia? me le ripetevo in continuazione,ma in lui vedevo dolcezza e una parte buia.
Entrammo nel negozio ed entrai nel reparto di giocattoli per maschietti. Ne io,ne la mia famiglia,accettava di far vedere a mio fratello i cartoni animati che sono usciti da poco,perché dal canto mio erano diseducativi e troppo cretini. Andammo sul meno recente. Cosí gli comprai un set per la colazione,compreso un peluche di topolino. Mi venne da ridere a guardare quel regalo. "Secondo te sarà contento?" Lui mi sorrise "Certo! Sicuramente è il migliore." Sorrisi e montai in sella. Passammo la giornata tra negozi di indumenti e profumi,a mia madre comprai un nuovo set da cucina per fare le torte,a mio fratello Simone comprai un set di bagno schiuma e profumo della playboy,a mia sorella comprai un buono per CD e comprai la stessa cosa ad Alfy e Alex. Poi a Francesco comprai un nuovo gioco per la playstation,e di nascosto,avrei comprato ad Axel un nuovo telefono,in suo era distrutto. Poi a Naomi comprai un paio di scarpe e a Marco anche il set della playboy. A mio padre comprai l'orologio che era uscito da pochi giorni,ed ero abbastanza sicura che l'avrebbe apprezzato molto.
Verso le sette mi ritirai a casa stanca,e dopo aver incartato i ragali,mi andai a fare la doccia. Immersi il mio viso sotto il getto dell'acqua e fui trasportata dal relax. Non appena ebbi finito di farmi la doccia, Axel mi urlò da dietro la porta "Carola!? Io stasera non posso stare con te!" Storsi la testa "Perché?!" Chiesi uscendo col telo doccia "Devo andare da mia madre,e mi dispiace un casino non rimanere..." mi guardò col fare malizioso. Abbassai lo sguardo e "Oh porca puttana." Lui si mise a ridere e si avvicinó,io lo guardai impaurita e non fui in grado di fermarlo. Mi bloccó tra lui e la parete "Anche se la febbre mi è finita,non vuol dire che sei salva...e stai distruggendo la mia sanitá mentale conciata cosí." Alzó un sopracciglio e io lo guardai negli occhi. Vuoi la guerra Axel? E guerra sia. Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai sensuale "A giocare col fuoco,ci si brucia." Ritornai sul muro e alzai un sopracciglio,lui sembrava privo di anima e ne approfittai per spostarmi ed entrare in bagno.
Appena finii di vestirmi,in bagno,lo sentii poggiarsi alla porta "Ti sei messa contro la persona sbagliata." Tuonó minaccioso,tanto da farmi paura e a quel punto gli gridai "Io faccio quello che voglio." E lui,impassibile e con voce ferma "Anch'io." E poi lo sentii andarsene.
Io sapevo ciò che voleva fare,e il tono che usó fu minaccioso,taanto minaccioso. Mi sedetti sulla tavoletta del water e misi le mani sul viso,coprendomi gli occhi "Cosa ho fatto? Sono per caso impazzita?" Lo dissi per giunta ad alta voce,e ció,stava a dire che stavo impazzendo,e tutto per un cretino che mi osservava dalla finestra. Vai al diavolo Axel.

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