Capitolo 20

46 7 0
                                    

Suonó il campanello e io andai ad aprire. O meglio corsi giú per le scale: prima la mia amica mi avrebbe distratto, meglio mi sarei sentita. Pensavo e ripensavo a Niall ed Emma, e a quello che possono star facendo. Piú ci riflettevo, piú capivo che stavo diventando masochista.

Per poco non caddi sul pavimento, ma alla fine riuscii ad arrivare integra alla porta.

-Ciao.- Praticamente urlai. Ero davvero contenta.

-Ehi. Come va?-

-Bene. E a te?-

-Bene. Anche se diciamo che non sono i miei giorni migliori.-

-Già, posso capire.- La invitai a salire di sopra, e con l'entusiasmo a mille, mi sedetti sul mio letto.

-Allora, iniziamo col parlare di dove sia andato a finire Harry.- Sofia mi guardó con aria di scuse, come se, in tutto questo tempo, non ne avesse potuto parlarne con me assolutamente. Si guardó un altro pó intorno e alla fine, tirando un sospiro, incominció a raccontarmi di quello che stava succedendo, o come mi diceva il mio istinto, omettendo qualcosa.

-Scusami se non te ne ho parlato, ma ho giurato di stare zitta.-

-E quindi?-

-E quindi Harry si é cacciato nei guai. Guai seri.- Non riuscivo a capire, e in piú la rabbia per non avermelo detto stava crescendo. Se non dice di avere dei problemi anche a me, che sono la sua migliore amica, avró il diritto di essere infuriata con lui, no?

-Quali guai? Cosa ha fatto? É qualcosa di irreparabile? Parla.- Ammetto che avevo paura, tanta. Non so cosa ha combinato, e se soprattutto potró aiutarlo.

Ma a quanto pare é stato lui a scegliere per me, perché Sofia mi rispose cosí:

-Non posso dirti nulla Jess. Harry mi ha proibito di dirlo a qualcuno. Te ne deve parlare lui.- E il fatto di essere amici? Gli ricorda qualcosa ad Harry?

Ero infuriata anche con Sofia. Cazzo, é la mia migliore amica, e mi tratta come 'una qualunque'. Mi fa sentire come se io volessi fare la ficcanaso in situazioni che non mi riguardano. Fanno sul serio?

-Cosa? Ma se lui non si fa piú vedere, io come ci parlo? L'ho chiamato anche piú volte, questa settimana, ma scatta sempre la segreteria. Tu non capisci che io sono preoccupata di dove é andato a finire da troppo tempo.- Sofia sbuffó spazientita.

-Smettila, Jess. Smettila di lamentarti e di urlare.- Okay, forse avrei dato di matto. Come si permettevano di tenermi all'oscuro di tutto?

Respirai e inspirai molte volte. Contai fino a 10 e alla fine risposi a quel rimprovero:

-Primo: non mi parlare come se fossi mia madre. Secondo: ho il diritto anche io di sapere, dato che siamo amici. Senno tu te ne puoi benissimo andare, e io capiró il fatto che non mi considerate piú vostra amica.- É semplice. Solo che quando la guardai negli occhi e vidi l'agitazione, l'esasperazione e la tristezza, avrei voluto rimangiarmi tutto quello che avevo detto. Se se ne sarebbe andata io mi sarei sentita talmente stupida di aver incoraggiato una delle amiche piú importanti che ho ad andarsene, da urlare fino a non avere piú voce.

Stupida, stupida, stupida. Riprenditi e sii piú matura! Il mio subconscio aveva ragione. Aspettai con impazienza cosa avrebbe ribattuto.

-Okay, senti mi dispiace, volevo solo farti capire che non posso dirti niente, e che quindi é inutile continuare a strillarmi contro. Tutto qui.- Si scusó, a modo suo. Annuii e abbassai la testa.

-Va bene, fa come vuoi. Cambiamo argomento?- Avrei voluto saperne di piú, dato che mi stava facendo anche preoccupare, ma lasciai perdere. È stata chiara sul fatto che non mi dirá niente.

Il suo maledetto sorriso||N.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora