《David , stai dimenticando la merenda! 》
Disse mia madre porgendomi il panino che mi aveva preparato.
《Oh! Grazie mamma.. 》
Risposi correndo per la casa con lo zaino sulle spalle.
Ero in ritardo per la scuola, salutai mia madre con un bacetto sulla guancia e uscì di casa.
Ultimamente arrivavo spesso in ritardo , la notte non riuscivo a dormire , degli strani incubi mi tormentavano tutte le notti e di conseguenza la mattina non riuscivo a svegliarmi presto.
Frequento la seconda media.
È qui che la mia vita comincia a precipitare.
Ultimamente i miei litigano spesso e ogni volta che capita mi tocca sentirli litigare violentemente aspettando in camera che tutto finisce.
A scuola un ragazzo di 16 anni , Daniel , mi tortura senza pietà.
Era stato bocciato diverse volte e tutti noi avendo una differenza di età di ben 4 anni rispetto a lui eravamo vittime dei suoi atti di bullismo.
Ma colui che subiva di più ero io.. la sua vittima preferita.
Ogni giorno me ne combinava una diversa.
Arrivato a scuola mi accorsi che la campanella era già suonata da 15 minuti, mi precipitai in classe, la professoressa non era ancora in classe. Perfetto.
Entrai salutai il mio gruppetto di amici e mi sedetti al mio posto vicino Alex, il mio migliore amico.
Un tipo tutto d'un pezzo , che sa il fatto suo, occhi castani , capelli corti e scuri , poco più alto di me con un fisico decisamente migliore del mio.
《Hey Alex, la prof non è ancora arrivata?》
Chiesi mentre posavo lo zaino sul banco.
《Anche oggi in ritardo eh? Sei fortunato la prima ora abbiamo supplenza ma da come vedi sta ritardando. 》
Rispose lui dandomi un cazzotto sulla spalla.
Non faceva altro che dare cazzotti..
Eric stava raccontando uno degli episodi di dragonball della giornata precedente e mentre ascoltavo dun tratto i visi dei miei amici si fecero cupi.
Qualcuno dietro di me mi afferrò per il colletto della maglia.
《Daniel!》
Urlai col poco fiato che avevo dentro.
《Marmocchio guardi ancora dragonball?》
Disse Daniel, ridendo e alzando la voce per farsi sentire da tutta la classe.
《Oggi la prof non c'è, e sai questo cosa significa? Che detto io le regole!》
Mi buttò giù dalla sedia trascinandomi verso il muro, mi prese gli occhiali e li gettò per terra.
Cominciò a tirarmi per un orecchio schiaffeggiandomi con l'altra mano.
Reagire sarebbe stato inutile..
Era troppo forte per me.
Avevo paura, non mi restava che subire.. subire... e subire.
Il resto della classe , tranne i miei amici , ridevano a crepapelle mentre lo istigavano a continuare.
Che bastardi.. lo facevano sentire un Re, invece non era altro che un ignorante che non ha mai ricevuto amore dalla famiglia.
Ogni giorno era così.
Così fino al terzo anno.
La relazione tra i miei genitori peggiorava sempre più e i miei incubi si facevano sempre più insopportabili.
Odioavo la mia vita.
Ero sempre un passo dietro agli altri.
Odiavo il mio fisico.. essendo grasso e basso nessuna ragazza mi calcolava.
Anzi mi prendevano in giro.
Ciò che mi restava era stare chiuso in casa a giocare per i fatti miei.
La voglia di curare il mio corpo era andata a farsi benedire.
Ogni giorno dovevo subire i litigi dei miei genitori.
E la voglia di vivere era quasi passata completamente.-Due anni dopo-
Era appena entrato il 2014 , avevo 15 anni. Non so cosa mi passò per la testa, ma mi ero stancato di vivere in queste condizioni.
Io volevo cambiare.
Non volevo essere più il Daniel che tutti prendevano in giro.
Così decisi di cominciare a modellare il mio fisico.
Chiesi a mio padre di andare nella palestra del suo amico di cui mi aveva sempre parlato.
Così giusto per dare un occhiata.
Non posso dimenticarlo.
Era l' 8 febbraio , un martedì sera d'inverno , pioveva.
Arrivammo nella palestra.
Avevo paura ad entrare, in fondo era solo per dare un occhiata, pensai.
Seguì mio padre nell'atrio , ci accolse il suo amico. Un uomo sulla quarantina non troppo alto , abbastanza robusto con un aria simpatica.
Salutò me e mio padre , dopo una breve chiacchierata ci accompagnò nella sala d'allenamento .
Era enorme , alcuni ragazzi erano presi a lottare tra di loro.
Facevano cose che io rimasi sbalordito al solo sguardo.
Un adulto gli urlava di dare di più, credo che quello sia il Mister.
Un uomo anche lui sulla quarantina , alto , muscoloso , con pochi capelli sulla testa e un aria minacciosa.
Dio mi metteva i brividi.
I ragazzi erano molto convinti su quello che facevano e restavano impassibili alle urla di quell'uomo così temibile.
No non volevo che mi allenasse lui.
Dopo un quarto d'ora si accorse della nostra presenza e si avvicinò.
Sarei voluto fuggire e non tornare mai più, ma non potevo, così attesi il suo arrivo e ascoltai cosa aveva da dire.
Mio padre gli spiegò la situazione.
Il mister mi si avvicinò a me e si presentò.
Salvatore era il suo nome. Lo stesso di mio padre.
《Allora cosa ne pensi? Ti piace?》
《Ehm.. Dovrò fare questa roba?》
Scoppiò in una grossa risata e mi disse: 《questa la chiami roba? Questa è disciplina figliolo! Questi ragazzi si allenano per ottenere uno scopo nella propria vita , ciò che fanno lo fanno per la gloria e il successo.》
Io mi stavo letteralmente cagando in mano, quell'uomo mi metteva i brividi.
Mi spiegò cosa avrei fatto nei prossimi allenamenti e dopo alla fine tornammo a casa.
Non ci pensavo nemmeno di andare in quella palestra.
D'un tratto la voglia di modellare il mio fisico mi era passata.