Capitolo 3- Il mio salvatore

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Un'ombra alta e robusta si avvicina.

"ci rivediamo cara, è passato molto tempo dal nostro ultimo incontro. Che c'è non ti ricordi di me? Io si mocciosa"

Poi posa le sue mani sulle mie spalle ed ogni dubbio scompare. È lui, quel maledetto ladro causa dei miei incubi.

"non ti aspettavi che uscissi di prigione così presto? Beh la buona condotta aiuta ..."

Sono paralizzata, non riesco a muovermi, penso solo a quella notte, non mi sono neppure preoccupata per la fuga di Luna.

"Miguel Guerra è tornato e si vendicherà di quella mocciosa che gli ha rovinato la vita, tu"

Mi prende per i polsi e me li porta dietro la schiena, cercando di legarli con una fune.

"polizia, non si muova"

Dice un uomo mostrando il distintivo ... grazie al cielo.

"non finisce qui, prima o poi mi vendicherò, vedrai"

Dice Miguel prima di fuggire a gambe levate. Sono piegata a terra con le lacrime agli occhi. Non è possibile che i miei incubi si siano realizzati ... sento un mano poggiarsi sulla mia spalla, alzo la testa e finalmente vedo in faccia il mio salvatore. Sarà qualche anno più grande di me, castano e i suoi occhi, dio mio, mi è bastato guardarli per un solo secondo per perdermi nelle loro sfumature di castano tendente al verde.

"stai bene? Cosa è successo? Santo cielo rispondimi"

Mi alzo e, seguendo il mio istinto, lo abbraccio. Un abbraccio improvviso, pieno di paura, riconoscenza e tante altre emozioni che non sono in grado di riconoscere ma che mi fanno scoppiare in un pianto disperato. Sento che lui ricambia l'abbraccio cercando di confortarmi. Tra le sue braccia mi sento protetta, come mai prima d'ora e vorrei restare lì per sempre, ma mi ricompongo.

"grazie mille"

"calmati, vieni sediamoci"

Mi dice indicando una panchina ed io lo seguo.

"come ti chiami piccola?"

"Jael"

"Jael e poi?"

"Jael e basta. Meglio non dare dati personali agli sconosciuti, mi basta un pazzo a perseguitarmi"

Dico accennando un sorriso e vedo che anche sulle sue labbra ne nasce uno.

"e lei signore? Qual è il suo nome?"

Chiedo asciugandomi le lacrime.

"Signore? Quanti anni credi che io abbia?"

"non lo so ... tipo quaranta?"

Affermo esagerando e sorridendo.

"mi credi così vecchio?"

"beh si"

"va bene ricominciamo tutto dal principio. Piacere mi chiamo Jordi ed ho venticinque anni"

Esclama porgendomi la sua mano che io stringo felice.

"piacere mio, sono Jael ed ho diciannove anni, quasi"

"bene ora che ci conosciamo ti va di raccontarmi ciò che è successo?"

"niente quell'uomo mi odia, punto"

"ed è solo questo il motivo per cui voleva farti del male?"

Non so se raccontargli la verità, infondo è uno sconosciuto ma mi ispira fiducia e il mio istinto non si sbaglia.

"come mi hai trovata? Ero in un vicolo buio e isolato"

"ero in un bar qui vicino quando ho visto una tenera cagnolona che guaiva disperata"

"Luna"

Dico guardando il mio cane che è seduto davanti a noi. Non l'avevo notata prima. Sapevo che non mi avrebbe abbandonata in un momento simile.

"diciamo che ho visto Luna correre e l'ho seguita perché sono un pazzo che si fida dei cani"

"non sei pazzo, io sapevo che mi avrebbe aiutata"

"quando ho sentito quell'uomo minacciarti ho capito che dovevo fare qualcosa e d'istinto ho finto di essere un poliziotto"

"quindi non sei della polizia? E il distintivo?"

"ti presento il mio distintivo"

Sorride mostrandomi un giocattolo.

"hai avuto coraggio, quell'uomo poteva aggredire anche te"

"sapevo che non l'avrebbe fatto, anche lui infondo aveva paura, di finire in prigione"

"secondo te dovrei denunciarlo?"

"credo di si. Sai il suo nome?"

E come dimenticarlo ...

"Miguel Guerra"

"allora andiamo in caserma, mi racconterai tutto strada facendo"

Al suo fianco mi sento al sicuro, anche se lo conosco appena.

Niente e nessuno ci potrà separareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora