I Weasley sono sempre i Weasley, e i Malfoy sono sempre i Malfoy...O forse no?
Nella vita ci sono persone di cui puoi fidarti, e persone di cui faresti meglio a non fidarti nemmeno quando ti dicono che Natale è il 25 dicembre. Il problema è che generalmente la gente non gira con scritto in fronte "sono un infido doppiogiochista", e quando qualcuno lo fa, di solito meriterebbe molta più fiducia di quella che la gente tenda a riporre in lui.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata certa: che i miei cugini girassero con scritto in fronte "sono un idiota" (vedi James), "sono anoressica" (Dominique aveva finalmente raggiunto l'obbiettivo di infilarsi un paio di jeans taglia trentotto senza aprire il bottone) o "sono un hippy" (e qua non c'è bisogno di fare nomi), di loro avrei sempre potuto fidarmi. A quanto pareva, invece, Scorpius Malfoy faceva parte della categoria di idioti che giravano con scritto in fronte "sono un infido doppiogiochista". Che poi lo fosse davvero e fosse idiota a farlo vedere, o che non lo fosse e fosse idiota a dimostrare il contrario, una cosa era certa: Scorpius Malfoy era un idiota.***
Quella mattina mi svegliai con la sgradevole sensazione di essermi addormentata in un ovile. Arricciai il naso e mi liberai dal braccio di James, che nel sonno si era stretto attorno alla mia vita, chiedendomi come facessero gli sposini a dormire tutti appiccicati nelle afose notti di fine giugno. Sperai che ciò potesse dissuadere mia madre dal dormire abbarbicata addosso a Draco.
Scesi dal letto inciampando in una rivista di Quidditch abbandonata sul pavimento e mi diressi verso il bagno: urgeva una doccia fredda. Sia per il caldo, sia per la curiosa fragranza animalesca che James mi aveva lasciato addosso. Mi ripromisi di buttare in doccia anche lui, appena si fosse svegliato.
Mi sfilai i vestiti velocemente e scivolai sotto il getto di acqua gelida con un sospiro di sollievo. Non avevo mai capito che problema avessero i maschi con le docce, ma qualunque cosa fosse doveva essere una patologia grave.
Mentre mi strofinavo i capelli con il sapone - non avevo trovato la shampoo - mi ritrovai pensare ad Albus e James. Al era sempre stato il mio migliore amico, forse perché avevamo vissuto in simbiosi dalla culla ad Hogwarts, e non avevo mai rimpianto di avere un cugino come lui (bhe, quasi mai...), nonostante tutte le sue stramberie. Ma James aveva qualcosa che a suo fratello mancava, quel pizzico di Grifondoro nell'animo che distingueva le persone leali fino alla morte, che non si preoccupavano minimamente di finire nei guai per aiutare un amico. Chiamatela stupidità, o incoscienza, se volete, ma non ero mai stata più grata a James di essere l'idiota irresponsabile che era.
Uscii dal bagno cinque minuti dopo esservi entrata, avvolta in un enorme accappatoio verde scuro (vecchia roba dei Black, immaginai: James non avrebbe mai neanche toccato qualcosa di quel colore) e trovai un grosso barbagianni ad aspettarmi appollaiato su una delle teste di Elfo Domestico appese nel corridoio.
"Bleah... non c'è bisogno di essere mia madre perché questa cosa faccia schifo... ma chi diamine era l'arredatore dei Black?"
Tesi il braccio verso l'uccello, che mi depositò la lettera in mano e, dopo avermi lanciato un'ultima occhiata torva, volò via. Avevo una discreta paura di scoprire che il mittente della lettera era mia madre incavolata nera, perciò fui quasi sollevata di leggere le iniziali S.M. sotto il sigillo di ceralacca verde.Weasley, dovunque tu sia, torna a casa immediatamente.
Non puoi lasciarmi da solo con questi due pazzi!
S. Malfoy
PS. Ah, tra parentesi, tua madre ti vuole uccidere. Sempre che non l'abbia già fatto qualcun altro...Accartocciai la pergamena e la lanciai in bocca ad uno dei tanti Elfi appesi lungo il corridoio, poi, soddisfatta, trotterellai nella camera di Sirius. James, durante la mia assenza, si era espanso anche nella mia metà di letto, ed ora se ne stava disteso a pancia in giù, con la faccia spiaccicata nel materasso, il cuscino sotto la pancia, e braccia e gambe aperte a stella marina, che pendevano fuori dal letto. Mi lasciai scappare un sorrisetto: poteva anche essere maggiorenne, adesso, ma restava sempre un bambino troppo cresciuto.
Raccolsi da terra una maglietta ed un paio di pantaloncini che mi sembravano puliti e li infilai, stringendo l'elastico dei calzoni perché non mi cadessero, poi mi avvicinai a mio cugino, gli sfilai il cuscino da sotto la pancia e lo buttai giù dal letto. Letteralmente: tirai verso l'alto le lenzuola che gli si erano arrotolate addosso, facendolo cadere sul pavimento con un tonfo sordo.
« Ouch! » James scattò a sedere, guardandosi attorno con aria confusa.
« Buongiorno, Jamie. » ghignai.
Nessuno poteva buttare James Sirius Potter giù dal letto alle otto di mattina e chiamarlo Jamie restando impunito. Avrei dovuto saperlo che io non ero nessuno, ma non potevo certo sapere che i riflessi da Cacciatore di mio cugino fossero attivi e perfettamente funzionanti anche appena sceso (volontariamente o non) dal letto.
Dieci minuti dopo James, da sotto la doccia, mi stava accusando di avergli disarticolato la spalla, ed io mi stavo massaggiando la chiappa destra, maledicendo il gancio sinistro di mio cugino. Io e James ci azzuffavamo da quando avevamo rispettivamente due e tre anni e giravamo per casa dei nonni con il ciuccio in bocca: ai nostri genitori ci erano voluti anni di urla e punizioni per capire che noi lo consideravamo un gioco. Anche se effettivamente, con i bicipiti che aveva messo su Jamie giocando a Quidditch, e con la mia conoscenza del Karate, le nostre zuffe erano diventate un tantino violente, negli ultimi tempi. Non potevo lamentami, comunque: Jamie era l'unico cugino Weasley che si offrisse volontario come cavia per i miei allenamenti di arti marziali.
James uscì dalla doccia con un asciugamano avvolto attorno ai fianchi, e mi fece una linguaccia. Era più alto e robusto del fratello, ma a quanto pareva aveva superato la fase "voglio essere un palestrato tutto pompato".
« Ti sono andati via i cubetti. » osservai, con un sorrisetto.
« Non mi piacevano più. » grugnì « E comunque me li rifaccio quando voglio. »
« Certo, certo... » sghignazzai, mentre lui si chiudeva in stanza, offeso.
Jamie era parecchio permaloso. Per fortuna i suoi musi duravano meno dei suoi rari momenti di intelligenza. Per dare un'idea della durata dei suoi colpi di genio, James uscì da camera sua due minuti dopo, asciugato e vestito, e mi rivolse un gran sorriso. Scendemmo in cucina assieme, spintonandoci per le scale.
« Che si mangia? » Chiese, piazzandosi davanti alla dispensa aperta con un atteggiamento da Cristiano Ronaldo in procinto di battere una punizione. « Ah, per la cronaca, non so cucinare. »
Come se non lo sapessi. Per James era già complicato scartare una merendina.
« Neanch'io. » ammisi.
James alzò le spalle. « Uhm... facciamo cioccolata e patatine? » propose.
« Mi sembra perfetto. » approvai, e presi al volo la barretta di cioccolata che mi lanciò.
Mentre ruminavamo la nostra colazione improvvisata, seduti a gambe incrociate sul lungo tavolo della cucina (eravamo sempre stati i due cugini Weasley meno civilizzati), mi trovai a pensare al compratore di mutande, a mamma, a Draco, e alla destinataria delle mutande. Deprimersi non aveva molto senso, considerato che il massimo risultato che avrei potuto raggiungere, proseguendo per quella strada, sarebbe stato il suicidio. Non troppo allettante, vero?
Mi serviva un piano d'azione, una strategia per far tornare assieme mamma e papà. Lanciai uno sguardo a James, che si era fatto finire una patatina nella maglietta, ed ora stava ripescando le briciole dalle mutande, imprecando. "Per essere idiota è idiota" valutai "ma se c'è qualcuno su cui posso contare per architettare un piano diabolico, quello è lui. Certo, prima devo riuscire a fargli entrare in testa che il problema non è la mia squadra di Quidditch..."
Provai a sondare il terreno. « James, se ti dicessi che ieri non era per i Cannoni di Chudley... tu cosa diresti? »
James lasciò perdere gli scavi archeologici per la riesumazione delle briciole e mi rivolse un'occhiata accigliata.
« Direi "Cazzo, Al aveva ragione!" E sai quanto odio che Al abbia ragione. »
« Bhe... » replicai, staccando un morso dalla mia barretta di cioccolata « Non per rovinarti la giornata, ma non seguo più le partite dei Cannoni da anni... »
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Perchè sul campanello di casa mia c'è scritto Weasley-Malfoy?!
FanfictionLeggete anche in fondo, per favore. Hermione Granger, nonostante i suoi quarant’anni, era ancora una bella donna. E, per quanto schifo potesse farmi l’idea di mia madre che si rotolava su un letto con un uomo che non fosse mio padre (beh, anche con...