Capitolo 12.

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Perché i modelli di Calvin Klein non dovrebbero esistere... - parte 2


La gelosia è una brutta cosa: capita sempre nei momenti peggiori.
Passi la vita a stressarti ripetendoti che lui non ti piace, che non ti interessa quello che fa, e con chi lo fa. E poi, quando ti trovi costretta ad ammettere che come bugiarda fai davvero schifo, quando non hai più la forza né la voglia di sbatterlo fuori dai tuoi pensieri, quando ti ritrovi cuore e cervello completamente sottosopra, come se tutto questo non bastasse, ci si mette pure la gelosia.
Come se non bastasse sentirti un'idiota perché, tra tutti gli esseri di sesso maschile presenti sulla faccia della Terra, dovevi andarti a pescare proprio lui. No, devi per forza ucciderti di seghe mentali, e distruggerti i neuroni a furia di chiederti se gli piace un'altra.
E poi, visto che non c'è due senza tre, oltre alla cotta e alla gelosia arriva pure la sfiga. Perché magari l'altra è tua cugina...

***


Il giorno dopo ero a pezzi: il mio sonno era stato infestato da visioni del modello di Calvin Klein che si sfilava Galeoni dalla parte davanti dei boxer, ammiccando con un sorriso pervertito, e di conseguenza non osai mettere il naso fuori da camera mia, troppo terrorizzata dall'idea di imbattermi in Scorpius anche solo per percorrere i due metri e mezzo che separavano camera mia dal bagno.
Alle nove e mezza il suddetto biondino venne a bussare alla porta della mia stanza. « Ehi, Rose... ehm... sei sveglia? Posso entrare? » chiese, esitante.
Immediatamente il mio cervello malato mi propinò un'immagine del modello di Calvin Klein, coperto solo da un minuscolo perizoma leopardato, che si strusciava sulla porta, leccandola. « Ehm... io... non sono presentabile... » balbettai, cercando di darmi un contegno.
« Oh, d'accordo. Volevo solo dirti che ho fatto le crêpes, se ti va di fare colazione. »
Il mio stomaco brontolò sonoramente, ma una visione del modello che mi imboccava lussuriosamente mi convinse a declinare l'offerta. « No, grazie, non ho fame! » esclamai, precipitosamente.
« Oh, ehm... » Scorpius parve deluso « pensavo che ti piacessero le crêpes con la Nutella... »
Alla parola Nutella il mio stomaco si rivoltò come un calzino, ma mi tirai le coperte sulla testa ed affondai il viso nel cuscino. « Si... cioè, no... insomma, non ho fame. »
« Sicura di star bene? » chiese Scorpius, perplesso.
Il modello di Calvin Klein, nudo sotto un camice immacolato, mi fece cenno di sfilarmi i vestiti, sillabando con le labbra "giochiamo al dottore e alla malata?". Sprofondai di più la faccia nel cuscino. « Starei meglio se tu te ne andassi. » risposi flebilmente. "O per meglio dire starei meglio se il modello se ne andasse dalla mia testa..."
Scorpius cominciò una frase, ma s'interruppe dopo due sillabe, e mi sembrò di sentire un sospiro. Quando finalmente udii i suoi passi allontanarsi lungo il corridoio fui io a sospirare, per il sollievo, e riemersi dalle coperte, appiattendomi i capelli elettrizzati dalla lana con stizza.
"Se becco Dominique la uccido!"
Il mio stomaco ruggì tutto il suo assenso, e per metterlo a tacere – o perlomeno per ignorarlo – mi misi a leggere il diario di Draco, che giaceva abbandonato sul mio comodino da diversi giorni.

2 settembre 1993

Potter è riuscito nell'impresa dove nessun altro studente in questa scuola, prima di lui, era riuscito. E non sto parlando di sopravvivere senza danni cerebrali più grossi di quanto fossero in partenza agli atti di pedofilia di Silente, o compiere qualche gesto eroico quasi quanto stupido. Ebbene no, senti cosa si è inventato questa volta per stare al centro dell'attenzione: sua maestà Harry-sonosempreilprotagonista-Potter ha avuto la brillante idea di svenire in treno, come una femminuccia. Cioè, è riuscito a finire in infermeria prima ancora di mettere piede nel castello. E poi se n'è andato in giro a piagnucolare per la sua ingiusta sorte di orfano, cercando compassione. Disgustoso, vero?
Attualmente sono seduto a un tavolino della Sala Comune, mentre Daphne Greengrass continua a lanciarmi sguardi assassini. Credo che pensi che stuprerò sua sorella. Credo che lo farò, quando sarà più grande.
Diamine, non sapevo che Daphne avesse una sorella così gnocca! Certo, è una primina, perciò non è che possa metterci in atto chissà quali fantasie erotiche... però, ehi! Piccola Astoria, cresci bene che ripasso!
Ieri, quando l'ho detto ad alta voce in Sala Grande, Daphne mi ha tirato uno schiaffo in faccia. Uno schiaffo forte. E a colazione, quando mi ha beccato a guardarla, anche Pansy mi ha tirato uno schiaffo. Di questo passo mi verranno le guance come a un criceto. Infatti è da stamattina che evito Millicent: se si mette in testa anche lei di tirarmi uno schiaffo, mi uccide. Giuro, quella stenderebbe anche Tiger e Goyle.

26 settembre 1993

Credo che mentre aspetto che la piccola Greengrass riempia una seconda di reggiseno, indirizzerò il mio amore verso la Cooman. Le mie fantasie sessuali magari è meglio di no, però. Anche perché Pansy adesso si è messa in testa che deve leggere la mia posta e il mio diario, e non voglio che mi prenda a schiaffi di nuovo. Ah, si, è sottointeso che non sono ancora riuscito a scaricarla, sennò non starei certo qui a farmi prendere a ceffoni da un carlino bipede. Comunque, chiudiamo la parentesi Pansy, prima che vomiti le Cioccorane che un primino mi ha gentilmente regalato (Tiger e Goyle sanno essere molto persuasivi, quando vogliono...). Cosa stavo dicendo? Ah, giusto. Quest'anno dobbiamo seguire ben due, e dico due, e quando dico due vuol dire due materie nuove. Entrambe totalmente inutili, per giunta. In pratica sono altre sei ore a settimana buttate nel cesso... e io odio quando la gente spreca il mio tempo. Per non parlare del fatto che adesso, oltre ai folletti, possono insegnare anche i mezzigiganti. Ma perché non direttamente i Troll, dico? Merlino, quanto siamo caduti in basso... Quello zoticone di Hagrid non ha neanche una bacchetta magica, e si aspettano che io, Draco Malfoy, discendente di una nobile e antichissima casata di Purosangue, prenda lezioni da lui? Scriverò a mio padre di fare qualcosa a riguardo: è semplicemente inammissibile.
L'unica nota positiva in tutto questo degrado scolastico – come ti stavo dicendo all'inizio – è che la Cooman, la prof di divinazione, passa la metà delle sue ore a predire la morte di Potter. Davvero, credo che potrei amarla. Spero solo che sia una vera veggente...

Quando, a metà novembre, il Draco tredicenne si lanciò in un appassionato sputtanamento dei Weasley, decisi che per quel giorno poteva bastare.
"E fu così che Rose Weasley ripiombò nella noia più totale."
Davvero non capivo come facesse Scorpius a passare la maggior parte della sua insulsa esistenza chiuso in camera sua. E quando il modello di Calvin Klein fece una breve apparizione nella mia testa, stravaccato tra un mare di copie del kamasutra che rappresentavano il suo unico indumento, decisi che non capivo neanche cosa diamine avessero i miei ormoni. Evitai di contare sulle dita della mano da quanti mesi esattamente non baciassi un ragazzo, soprattutto perché temevo che le dita di una mano sola ormai non bastassero più.
Alle dieci e mezza ero distesa sul letto, e stavo intensamente pensando ad una lavagna nera ("James dice che funziona, quando vuoi addormentarti"). Alle dieci e tre quarti ero sempre distesa sul letto, e stavo riflettendo su tutte le cazzate che sparava James. Alle undici meno cinque volevo suicidarmi. Alle undici decisi che era molto più comodo morire e basta, così non avrei nemmeno dovuto alzarmi da quel letto. Alle undici e venti arrivai addirittura a fare i compiti di Trasfigurazione.
Alla fine, verso ora di pranzo, mi dissi che Scorpius non poteva essere peggio della teoria della trasfigurazione umana, perciò mi trascinai fino in cucina e decisi che mi sarei messa a spadellare un po', tanto per avere qualcosa da fare. Non che io sapessi cucinare, beninteso, ma l'unico rischio che correvo era di avvelenare Scorpius o di morire avvelenata io stessa, ed in quel momento entrambe le prospettive mi parevano piuttosto allettanti.
Aprii l'anta del frigo e cominciai ad allineare sul bancone ingredienti a caso, scegliendoli a seconda del colore e di quanto mi ispirassero le confezioni che mi trovavo davanti. Il modello, intanto, stava sensualmente reclamando la mia attenzione in un angolo del mio cervello. Riuscii ad ignorarlo incredibilmente bene, finché...
« Hem... »
Un colpetto di tosse sarcastico alle mie spalle mi convinse a lasciar perdere la cioccolata e la confezione di mozzarella che avevo appena estratto dal frigo: Scorpius se ne stava appoggiato allo stipite della porta con un atteggiamento molto casual per i suoi standard, ed osservava le mie mosse con palese divertimento.
"Merlino, no, appoggiato allo stipite no! E soprattutto non in quel modo! Vuoi che il modello mi faccia venire un orgasmo?"
Sussultai, e dovetti serrare le mani sulla maniglia del frigo per non perdere la calma. « Malfoy, che vuoi? » chiesi, brusca.
Lui si limitò a scuotere la testa in direzione del petto di tacchino e del pacchetto di merendine che spiccavano in cima alla catasta di cibo che avevo accumulato sul bancone, ridacchiando. « Cosa stai cercando di fare? »
« Cucino. Hai qualche problema? » sbottai, togliendogli di mano il cartoccio di prosciutto che stava studiando con aria scettica.
« Nessun problema, a meno che tu non avessi intenzione di cucinare anche per me. » mi assicurò lui.
Feci finta di non aver visto il modello che si leccava un dito sporco di nutella, e scoppiai in una risata sarcastica. « Io cucinerò per te solo quando mia madre si metterà con... » mi interruppi, prima di dire Draco Malfoy « no, aspetta, dopo gli avvenimenti delle ultime settimane devo aggiornare la mia lista delle cose impossibili... »
Scorpius si rabbuiò leggermente. « Bhe, almeno adesso ho una garanzia in più di arrivare agli ottant'anni. » disse, ignorando di proposito il mio accenno all'improbabile relazione tra i nostri genitori.
« Guarda che io sono perfettamente in grado di cucinare! » sbottai, offesa.
Non era proprio vero, ma tanto Malfoy non avrebbe mai assaggiato le mie creazioni culinarie, e se anche lo avesse fatto, poi non sarebbe vissuto abbastanza per sfottermi per la mia totale incapacità ai fornelli.
Scorpius mi rivolse un'occhiata scettica. « E cos'era che volevi cucinare, di preciso? »
Feci scorrere lo sguardo sugli ingredienti che avevo accatastato sul bancone, in cerca di ispirazione: un limone, mezzo cavolo, un pacco di merendine, della passata di pomodoro, una bistecca, un sacco di farina, un cartoccio di prosciutto, della mozzarella, una tavoletta di cioccolato aperta, un petto di tacchino, il barattolo della Nutella, un cartone di latte e una sogliola.
« Uhm... pizza. » decisi alla fine, anche se avevo a malapena idea di quali ingredienti ci volessero per farla.
« Pizza? » chiese lui, fissando le merendine, la Nutella e la maggior parte degli altri alimenti che si trovavano sul bancone con un ghigno divertito.
"Nooooo il ghigno no! Ma sei impazzito? Cancellati quel sorrisetto dalla faccia all'istante, sono stata chiara? Guarda che se il modello mi fa venire in infarto ti riterrò responsabile!"
« Si, pizza. » affermai, ostentando una sicurezza che non avevo neanche per metà « Non dirmi che non hai mai mangiato la pizza con la Nutella, in Italia la mangiano tutti. »
Scorpius storse il naso. « Sempre detto che gli Italiani sono gente strana... Come te, del resto. »
Mi lanciò un'occhiatina obliqua, e spostò un po' di ingredienti dal bancone, ricavandosi un angolino libero dove appoggiò il sacco di farina. « Sei sicura di voler fare la pizza? Mangeremo tardissimo. »
« Non usare il plurale in una frase che riguarda noi due! » sbottai « E comunque non ho la minima intenzione di mettermi a cucinare con te! » Aggiunsi, ricordando una scena particolarmente vivida del sogno, in cui il modello si spalmava addosso un intero vasetto di Nutella e poi si leccava le mani con lussuria.
Scorpius alzò le spalle. « D'accordo, allora io mi faccio la mia pizza. Per me. »
« E io faccio la mia. » replicai, con aria di sfida, accatastando il resto degli ingredienti al centro del bancone, a formare una specie di Muraglia Cinese che lo divideva a metà: la mia metà, quella bella, buona e simpatica, e la sua metà, quella brutta, cattiva e antipatica.
"Bene, e adesso?" mi chiesi, osservando la mia metà di bancone. Sbirciai Scorpius, e notai che stava scegliendo una serie di ingredienti con molta sicurezza. Riconobbi il sacco di farina, dell'acqua, il barattolino del sale ed una bottiglia d'olio, mentre non capii cosa fosse quel cubetto marroncino. Poco male, il colore non prometteva bene: non avrei comunque voluto metterlo nella mia pizza.
« Malfoy, la farina servirebbe anche a me. » gli feci notare, cercando di leggere sul cilindro graduato quanta acqua avesse preso, possibilmente senza farmi notare.
Lui rovesciò una montagnola di farina sulla sua parte di bancone e mi passò il sacco, impassibile. Rovesciai tutta la farina contenuta nel sacco sulla mia parte di tavolo, e risposi allo sguardo allibito di Scorpius con un sorrisetto di sfida. Poi riempii una caraffa d'acqua e, al posto del cubetto marrone, decisi di prendere due uova: infondo le uova andavano un po' in tutti gli impasti, no? Non potevano di certo rovinare la ricetta. Sbirciai le mosse del Serpeverde, che sembrava capirne molto più di me, ed aveva fatto una specie di buco in mezzo alla montagnola di farina, dove ora stava versando l'acqua.
Lo imitai, e ruppi le uova sul bordo della brocca d'acqua, buttando sia il bianco che il rosso in mezzo alla farina. Per la verità finirono nella farina anche un discreto numero di pezzettini di guscio, che cercai di tirare fuori e buttare per terra senza farmi vedere dal biondo.
« Precisamente, cos'è che stai facendo, Weasley? » mi chiese lui, fissando la poltiglia di uovo e farina che mi si era appiccicata alle mani, con aria schifata.
« La... pizza...? » risposi, non molto convinta.
Il sopracciglio sinistro di Scorpius si sollevò di parecchi centimetri. « Con le uova? »
« Si, ehm... la pizza all'uovo... è una vecchia ricetta... Uruguaiana... » inventai, annuendo con quella che speravo sarebbe risultata un'espressione convinta e convincente. Speranze vane, ovviamente.
Scorpius sbuffò. « Avanti, ammettilo che non sai cucinare. »
« Io sono perfettamente in grado di... » Protestai, ma prima che potessi terminare la frase lui si era posizionato dietro di me e mi aveva tolto le mani dall'impasto con un gesto secco ma gentile allo stesso tempo.
Il mio cuore perse un paio di battiti, ma poi recuperò subito partendo a razzo, come il pungiglione di uno Schiopodo Sparacoda. Arrossii fino alla punta del mignolo del piede sinistro, mentre il modello, nella mia testa, si scatenava in una danza davvero indecente.
Sperai ardentemente che Scorpius non fosse un Legilimens. Ma che lo fosse o no, a giudicare dal suo sorrisetto divertito, qualcosa lo doveva avere notato. « Prima che tu combini altri disastri. » sussurrò, a mo' di spiegazione.
Se non fossi stata così impegnata a pensare che le mie mani erano intrappolate tra le sue, probabilmente avrei trovato qualche rispostaccia da dargli. O forse no...
La sua pelle era morbida, anche se al momento era impastata di acqua e farina – il che, dovetti ammetterlo, non era neanche lontanamente eccitante come il modello ricoperto di Nutella –, e le sue dita affusolate mi stringevano delicatamente i polsi, come se avesse paura di farmi male. Cosa che mi sembrava discretamente idiota, dal momento che io lo prendevo a pungi una media di due volte al giorno.
"Ecco, brava, Rose, pensa qualunque cazzata di venga in mente ma, ti prego, evita di pensare a..." Scorpius? Merlino, avrei dovuto prenderlo a calci ed allontanarmi da lui di almeno tre metri. Peccato che, a quanto pareva, la mia forza di volontà stava giocando a nascondino con i miei ormoni impazziti...
"Oddio, Rose, rinsavisci!"
Restammo immobili in quella posizione per una manciata di lunghissimi secondi – o forse, ma questo lo pensai dopo, erano stati troppo corti – con il suo fiato caldo che mi scompigliava i capelli sul collo, ed il suo petto che sfiorava appena la mia schiena. E il modello che...bhe... diciamo che cercavo di non pensare troppo a quello che stava facendo.
« Ehm... puoi anche lasciarmi, adesso. » dissi, imbarazzata.
« Si, ehm... scusa... » borbottò lui, allontanandosi di un passo. Poi parve riacquistare il solito contegno distaccato e antipatico, ed il suo solito colorito pallido (almeno potevo consolarmi con la consapevolezza di non essere stata l'unica ad arrossire). « E comunque con questa schifezza non farai mai una pizza. Forse riusciamo a farci una torta, se non combini altri disastri. » ci tenne a precisare, storcendo il naso.
Sbuffai, incrociando le braccia sotto il seno con un'espressione contrariata. « Credi di essere un gran cuoco? »
« Non lo credo, lo so. » replicò lui, sfoderando tutta la sua superbia da Malfoy.
« Bene, ti lascio a cucinare, allora. » annunciai, e mi affrettai ad allontanarmi dalla cucina, prima di fare altri danni. O prima che il modello potesse fare altri danni alla mia materia grigia, a seconda.
Appena raggiunsi il divano del salotto mi ci afflosciai sopra, bestemmiandomi dietro in tutte le lingue che conoscevo: dovevo tornare in possesso delle mie facoltà mentali, e in fretta, prima che la situazione diventasse irreparabilmente grave.
Recuperai il telecomando da sotto un cuscino ed accesi la tv, decisa a non pensare a Scorpius. Non ci riuscii molto bene, visto che mezzo minuto dopo ero voltata di spalle alla televisione, e stavo sbirciando le mosse del biondino senza farmi vedere: era di profilo, e la luce estiva che filtrava dalle finestre illuminava il suo naso dritto, forse appena un po' troppo lungo, i ciuffi di capelli biondi, che gli ricadevano sulle lenti degli occhiali, e le labbra sottili, serrate in una smorfia concentrata.
Forse non era un giocatore di Quidditch palestrato e terribilmente figo, e preferiva i libri alle ragazze, ma infondo quanti altri ragazzi sulla faccia della Terra sapevano cucinare come uno chef francese, tenevano in ordine la casa e per giunta ti facevano copiare i compiti? Se avesse smesso di portare quegli stupidi occhiali e se fosse stato un tipo vagamente più sportivo, avrebbe quasi potuto essere il mio uomo ideale... Ragion per cui non potevo assolutamente permettere che Dominique lo trasformasse nel modello di Calvin Klein.

Perchè sul campanello di casa mia c'è scritto Weasley-Malfoy?!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora