Erano già un paio di anni che mi ero trasferita al nord Italia ,vicino Monza per l'esattezza. Adoravo quel posto ,mi ricordava tanto la mia Londra , la quiete , la neve che scendeva lenta in inverno e la fottuta nebbia che ti circondava gli occhi ,mi ricordavano casa.
Ero vincitrice di un concorso per la cattedra di storia e geografia in un liceo scientifico.L'indomani sarebbe stato il mio primo giorno di lavoro. Mi sentivo tesa come una corda di violino ,non ero riuscita a chiudere occhio tutta la notte , il mio stomaco era sottosopra ,non volevo fare il mio ingresso vomitando addosso ai miei alunni...maledizione.
La sveglia era suonata alle 6.30 , ci tengo troppo alla puntualità e proprio il primo giorno ci tenevo a fare una bella figura. Mi precipito in bagno per una doccia calda ,dicano distenda i nervi ,ma in quel momento nemmeno una buona canna poteva aiutarmi . Decido di indossare un paio di scarpe con un pò di tacco, non troppo alti...Sono costretta a rinunciare alle mie amate Converse di cui vanto una collezione ...Avevo 27 anni e a detta degli altri sembravo più piccola,per questo non volevo rischiare di essere scambiata per una studentessa. I miei capelli erano il vero problema : un ammasso di ricci disordinati e lunghi. Avevo deciso di tirarli indietro ,in uno chignon ,così da avere un aspetto più professionale . Un pò di trucco , solo mascara ,phard e un'ombra di rossetto. Preparo la mia borsa e prendo il mio immancabile caffè. Più che un vizio per me la caffeina mi rendeva tossicodipendente.
Scendo in strada ed entro nella mia adorata automobile : un maggiolino verde chiaro..Era di mio padre ma lo avevo fatto sistemare e andava ancora bene .Mi era costato più il trasporto da Londra che farlo revisionare da un buon meccanico ,ma lì c'era tutta la mia infanzia : le gite più belle, i viaggi divertenti fatti con la mia famiglia erano tutti lì. C'era perfino una macchia sul sedile posteriore di quando mia sorella Stefi vomitò l'anima da piccola perché soffriva di mal d'auto ,ma dettagli.Il clima era tranquillo ,quasi estivo , ma un vento fresco , uno di quelli che ti scompiglia i capelli in primavera , rendeva tutto più sereno , quasi rassicurante.
Inserisco la chiave ma sento un rumore strano , simile al tossire di un anziano asmatico. ..- No, ti prego , non abbandonarmi proprio ora- Ci riprovo e fortunatamente riparte -Troia di una macchina...-
La scuola dista solo 15 minuti da casa , se non c'è traffico arrivo con un bel pò d'anticipo ,così ho tempo di passare dal dirigente scolastico per sapere che classi mi sono state assegnate .Arrivo e l'Istituto è un complesso ampio di forma esagonale e dipinto di un giallo intenso alternato ad un arancione più scuro , sembra molto luminoso. C' è un parcheggio abbastanza ampio , per mia fortuna ,considerando le mie grandi qualità di pilota . Mi guardo intorno e noto dei posti liberi .Faccio per fare manovra quando un enorme SUV nero metallizzato occupa tutti e due i posti...
-Cazzo..- E intanto resto sorpresa dall'imponenza di quella sorta di monolocale ambulante ...Ne scende un ragazzo abbastanza alto, ha i capelli mossi e lunghi neri, le Ray Ban agli occhi .Indossa un jeans nero strettissimo e una t-shirt scura , ai piedi ha degli stivali di pelle del colore del cuoio . Mi affaccio dal finestrino e gli chiedo gentilmente di spostare un pò il suo mini appartamento.
Non mi degna nemmeno di uno sguardo e mi sputa un -Arrangiati - come risposta.
Cominciamo proprio bene. Che razza di coglione arrogante doveva essere quel tipo?
Mi trattengo dal non imprecare in aramaico antico , guardo un pò intorno e noto un posto libero. Mi affretto ad occuparlo senza perdere altro tempo.
Scendo finalmente dall'auto , attraverso il parcheggio e varco un altro cancello. C'è un piccolo cortile ,non molto curato e delle scale che portano all'ingresso della scuola. Entro in un atrio abbastanza ampio e circondato da tante porte- finestre. Annuso l'odore di scuola , adoro quel profumo di matite , gomme , inchiostro e non posso fare a meno di riempire i miei polmoni dell'essenza di caffè ( la mia droga ). Tutto mi ricorda il periodo della mia scuola , i miei compagni , le interrogazioni , il solito brivido dietro la schiena quando il dito della prof scorreva lungo l'elenco , lo studio fino a tardi , i compiti in classe e l'odio verso alcuni docenti...E adesso che sono dall'altra parte , per quanto gli anni di scuola fossero un vero strazio , guardo tutto con un pò di malinconia . E mi fa strano pensare a come adesso sono io quella che provocherà paura e preoccupazione a dei ragazzi , sarò io ad influenzare il loro umore in modo positivo o negativo e non so se questa cosa mi spaventi o mi diverta...
I miei pensieri vengono turbati da una voce rauca , quasi consumata dal tempo , di un uomo , forse un collaboratore che mi indica una stanza : la presidenza. Ansia e preoccupazione sono le uniche cose che ho ingerito a colazione e che adesso risalgono piano piano alla gola...Mi ripeto mentalmente che andrà tutto bene , forse per autoconvincermi che , comunque vada , non può essere un completo disastro.Busso e mi faccio strada nella stanza , è molto spaziosa ,non particolarmente grande , ma ogni cosa è al suo posto , tutto ben distribuito , la tipica stanza di una preside che ti incute terrore appena varchi la porta. Le pareti sono di un nocciola chiaro , per dare un maggiore senso di luminosità .C'è una discreta scrivania , una piccola libreria alle spalle di essa , delle piante agli angoli della finestra .Noto molte stampe di Klimt, il mio pittore preferito , riconosco l'abbraccio , lo adoro.
Alle spalle della scrivania è seduta una bella signora sulla cinquantina .Ha un taglio di capelli corto e un giro di perle intorno al collo che gli donano una luce particolare.
Tiro un sospiro e cerco di non rendere la mia voce troppo stridula per l'ansia ...Dire che ho un nodo alla gola sarebbe come sminuire la situazione . Mi presento e lei mi porge cordialmente la mano. Mi informa in modo preciso e dettagliato degli orari , della settimana corta e di qualche rientro pomeridiano.
Mi è stato affidato il triennio .Resto un pò delusa ,non che mi spaventasse, però avere a che fare con dei ragazzi di 18 e 19 anni con la convinzione che la maggiore età li ha già resi uomini e donne maturi non sarà facile.Avrei preferito il biennio , a quell'età i ragazzi sono più modellabili, malleabili , avrei potuto trasmettere i miei insegnamenti senza grossi problemi ..pazienza. Saluto e ringrazio la preside che mi augura buona fortuna e mi dirigo con il registro verso la 5D , dovrò starci due ore quella mattina.Dai non è andata così male. Prima di entrare mi fermo un attimo fuori la porta .Ho una fottutissima paura .Tiro un sospiro , afferro la maniglia con forse troppa forza ed entro.
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18-[h.s]
FanfictionC'è una piccola e sottile linea di confine tra la pura felicità e la tristezza ,la frustrazione, la delusione ed il dolore. Un attimo prima la vita ti sorride e subito dopo qualcosa di brutto ti butta giù ,ti fa cadere in basso .Così inizi a prende...