Dicembre. Ho sempre odiato questo mese ma, stranamente, quest'anno è diverso. Finalmente è arrivato l'ultimo mese in questa fottuta scuola che non mi ha dato altro che problemi. Continuerò il quarto anno di liceo in un altro istituto, in un'altra città, in un altro paese.
Mi trasferisco, dopotutto ciò che è successo. Cambio vita. Già, niente di interessante.
Quest'anno è stato il peggiore della mia esistenza, forse a causa sua. Penso proprio che non lo dimenticherò mai.
Ho riflettuto molto sulla mia vita e su di me. Su di quanto io sia sbagliata, terribilmente sbagliata. Lo pensano anche i miei genitori, non gli sono mai andata bene, in nessun ambito.
Michael, mio fratello mi è stato accanto, soprattutto in quel periodo, mi ha sempre detto "Io ci sarò, tutti i giorni, ogni volta che vorrai" e ora guardalo, è a Lussemburgo per l'università. Diceva che non mi avrebbe lasciata sola, mai.
La chiamano sfortuna, io lo chiamo destino.
Beh, tra poco iniziano le vacanze natalizie. Niente di esilarante per me, non lo è mai stato.
Alla fine del mese, precisamente il 30 dicembre, mi trasferirò a San Diego, California. Mi ha sempre affascinato l'America. A differenza dell'Italia, mi trasmette delle emozioni diverse, speciali. E' un paese che ammiro molto.
Vivo qui a Roma da quando sono nata, abito in questa casa di cui non mi importa granché. Mi è sempre interessato soltanto avere un posto, una camera in cui piangere ogni volta che ne sento il bisogno, quasi sempre.
Un luogo mio, dove nessun estraneo può intervenire, in cui posso rifugiarmi a leggere o ad ascoltare la musica, l'unica cosa che riesce a farmi stare bene. Per quanto è possibile stare bene nelle mie condizioni.
Lei ha sempre fatto parte di me, suono la chitarra e il pianoforte da quando avevo 8 anni, ma sfortunatamente non so cantare. Odio la mia voce. Penso che senza la musica, non sarei più in questo mondo. E' il solo rimedio o meglio, tamponamento, alla mia tristezza, alla mia depressione.
Ora sono qui chiusa nella mia stanza, l'1 dicembre. Sono le 05:44 e non sono riuscita a dormire tutta la notte, mi capita spesso. La sveglia suona alle 6:15, quindi decido di levarla e alzarmi dal letto, cercando di non svegliare i miei.
Vado in bagno, mi faccio una doccia e lavo i capelli. Dovrei rifare il colore ma non ho tempo stamattina, quindi sono costretta a tenermi i capelli di un colore celeste chiaro. Esco dalla doccia, mi lavo i denti e vado in camera a scegliere dei vestiti.
Scelgo una canottiera bianca dei Green Day, una delle mie band preferite, con sopra una camicia a quadri rossa molto comoda. Indosso degli skinny jeans chiari strappati e un paio di scarpe qualunque, in questo caso Vans nere. Ritorno in bagno e sono già le 06:45. Passo al trucco, una leggera linea di eyeliner, matita nera nella rima inferiore e mascara.
Mi piace truccarmi, sì. E' una delle forme d'espressione che più apprezzo, come la musica. Il colore dei capelli, invece, è tutto un fattore a sé stante.
Pettino e asciugo i capelli e infine mi guardo allo specchio. I miei capelli lisci e celesti lunghi fino alle spalle incorniciano il mio viso bianco cadavere. Il mio piercing nero al sopracciglio sinistro risalta insieme ai miei occhi color ghiaccio che riprendono la tinta dei capelli un po' più scuri.
Dopo aver passato qualche 10 secondi davanti lo specchio trattenendo le lacrime, decido di dirigermi a scuola.
Afferro lo zaino nero, scendo in cucina e prendendo una mela verde mi avvio verso scuola. Mentre mangio la mia mela, quasi del tutto acerba, controllo il cellulare. Come sempre, nessun messaggio. Non avendo amici, è normale. Controllo allora twitter e ask. Vedo qualche nuovo follow, dei tweet di alcuni miei idoli e due domande su ask.
Niente di insolito, blocco il telefono e prendo gli auricolari. Faccio partire la playlist e butto in un cestino il torsolo di mela che era rimasto. Sono le 07.27 e devo percorrere ancora un bel po' di strada ed è meglio se affretto il passo.
Sono arrivata a scuola con un leggero fiatone, non sono una tipa molto sportiva. Guardo il cellulare che segna le 07:55 e noto piacevolmente di esserein anticipo di 5 minuti, miracolo. Mi appoggio al muretto, ignorando tutti gli altri ragazzi che parlano tra di loro, scherzano e si divertono.
Sono sola come sempre, ma mi sono abituata. Sono fatta così, ho un carattere introverso e anche un po' impacciato, sembro menefreghista e sicura di me, ma è un'enorme bugia. Sono così timida ma cerco di nasconderlo, sono un'esclusa sociale.
Ho un sonno pazzesco e la giornata non sembra iniziata molto bene. Aspetto che suoni la campanella ed entro svogliatamente in classe, sedendomi al mio abituale ultimo banco, ovviamente sola.
n/a
salve a tuttiiii, questa è la mia prima storia. Ho deciso di scriverla dopo un bel po' di tempo che sono qua su wattpad. So che questa fanfiction non verrà cagata minimamente, ma vabbè, io provo a scriverla ugualmente ahah :D
comunque se c'è qualcosa che non vi piace nel modo in cui scrivo o se ho fatto errori o qualcos'altro, fatemelo sapere nei commenti
contattatemi nei messaggi privati per qualsiasi cosa senza problemi
come ho già detto aggiornerò due volte alla settimana, per questa volta ho deciso di aggiornare o lunedì o martedì
i capitoli saranno abbastanza lunghi come questo(:
ps: scusatemi in anticipo per tutti gli errori e per le varie distrazioni):vi voglio beneeee
^S^
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hero; lrh
Fanfictiondove due ragazzi si incontrano per caso e lui decide di aiutarla in tutti i modi fino alla fine. "..ho vissuto veramente e questo mi basta." il titolo originario: "you are my hero|| luke hemmings"