Capitolo 23.

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*qualche giorno dopo*

Sto tornando a casa da scuola. 

Luke deve studiare questo pomeriggio e non possiamo vederci. Tra poco più di un mese avrà la maturità e ho paura che io sia per lui una distrazione. So quanto tiene al suo futuro e non voglio ostacolargli la strada. 

Arrivo a casa dopo poco e trovo i miei genitori davanti il televisore.

"Ciao mamma, ciao papà" li saluto con tono lieve chiudendo la porta dietro di me.

Ricambiano il saluto e salgo le scale, andando in camera. 

Butto lo zaino sul pavimento, mi siedo sul letto e mi prendo la testa tra le mani.

"Sono stanca... davvero" sussurro. Mi gira la testa e mettendomi dei vestiti comodi, scendo in cucina.

"Tieni tesoro. Ti ho preparato il pranzo"

Guardo mia madre, stupita.

Sorrido e mi porge il piatto pieno di cibo.

"Grazie" dico abbassando il capo.

Finito di mangiare, salgo in camera mia ma prima di entrare, sento mia madre chiamarmi.

Mi giro e la trovo dietro di me.

"Dimmi"

"Vieni, sediamoci" mi porta in camera sua e di mio padre.

Mi guarda come se volesse chiedermi qualcosa ma non ne ha la forza.

Le prendo una mano.

"Mamma... che succede?" domando guardandole gli occhi scuri.

"Come ti trovi qui?" sputa velocemente dopo poco.

"Lo sai già" rispondo sorridendo.

"Sì ma, oltre a Luke?" prosegue.

"Niente. Oltre Luke, niente mamma. Lui è l'unica cosa di cui ho bisogno adesso e l'unica che causa il mio sorriso" spiego guardandomi le mani.

"Sei felice Alex?" Tutti mi chiedono se sono felice.

"Più di quanto non lo sia mai stata"

Mi abbraccia e sento una lacrima caderle delicata dal viso.

"Finalmente ci sei riuscita" sorride asciugandosi gli occhi con la manica del cardigan grigio.

Le do un bacio in guancia e me ne vado lentamente nella mia camera. Mi siedo sul bordo del letto.

Alzo lo sguardo e intravedo la mia vecchia chitarra in un angolo di spazio tra l'armadio e il muro.

La prendo e sfioro dolcemente le corde con le dita. 

Cerco un plettro nel disordine della mia stanza e dopo averlo trovato, inizio a suonare una canzone che avevo imparato tempo fa e che ancora ricordo. 

Sorrido a quel dolce suono che ho sempre amato e che mi ha consolato quando non c'era ancora nessuno per farlo. Dopo poco mi suona il telefono e poso la chitarra sul letto.

Lo afferro e vedo che il mittente è Luke. 

Rispondo ma prima che io possa dire niente, sento la sua voce.

<Ti prego, vieni subito...> dice con tono lieve e forzato.

Mi allarmo.

<Che succede Luke? Dove sei?>

Sospira a fatica.

<Vieni a casa mia>

La sua voce è terribile. Lo sento tossire.

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