Capitolo 6.

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Sto per aprire la porta quando sento qualcuno tirarmi indietro per un braccio.

Sono costretta a girarmi "Lasciami andare Luke. Adesso"

"Non lo farò Alex" dice con tono deciso.

Strattono il braccio e per sbaglio la manica della mia felpa si alza leggermente, lasciando intravedere i tagli.

Il suo sguardo si scurisce e lo vedo impallidire. Sa che è colpa sua e non so come reagirà.

"Perché cazzo l'hai fatto? Come puoi farti del male in questo modo!!" mi urla in faccia.

Mi sento andare a fuoco.

"Tu non sai niente di me Luke! Non sai cosa ho passato, perché mi ritrovo così, tu non lo sai, cazzo! Smettila di cercare di aiutarmi, non ci riuscirai! Tu non sei me, non puoi capire come mi sento in ogni singolo momento e pensavo che fossi diverso. Che mi capissi... invece mi hai preso per il culo! Mi avevi detto che saresti tornato e non lo hai fatto, sapevi che per me significava molto! Me l'avevi promesso Luke!" finisco di urlare a mia volta e sospiro asciugandomi bruscamente le lacrime che mi sono uscite mentre parlavo. 

Lo guardo e vedo che è dispiaciuto ed evita i miei occhi come se si vergognasse.

Mi sistemo lo zaino sulle spalle e apro la porta per uscire senza degnarlo di uno sguardo. Esco arrabbiata, delusa e triste, maledettamente triste. 

Voglio andarmene, voglio correre via da questo posto. Pensavo che non avrei sofferto più ma non è vero, la sofferenza mi perseguita. 

Esco dall'edificio e mi dirigo verso il parco vicino scuola, non ho la forza e nemmeno la voglia di sopportare altre ore di lezione.

Arrivata a destinazione butto lo zaino vicino una panchina e mi distendo in un luogo isolato del parco, sotto una quercia molto grande.

Sono così debole e inutile, mi vergogno di me stessa. E' solamente un bastardo, lui non sa niente.

Mi alzo e vado verso la corteccia dell'albero. 

Su di essa sono incise varie parole e simboli. Molte frasette stupide come "Io insieme a te per sempre". Il "per sempre" non esiste e non è mai esistito. Tutte le cose hanno un inizio e una fine. Tranne la mia sofferenza, quella è l'unica che non ha fine.

Passo una mano sulla scritta per sempre e sospiro.

All'improvviso due mani mi abbracciano da dietro delicatamente e all'inizio ho paura di chi potesse essere ma poi capisco. 

Non può essere altri che Luke.

"Luke... perché? Perché vuoi farmi soffrire ancora? Perché non mi lasci in pace una volta per tutte? Non capisci che così mi fai solamente star male? Vattene, staremo bene entrambi" mormoro con voce lieve.

"Alex... scusami, scusami per averti urlato contro. Hai ragione, io non so niente del tuo passato e non avrei dovuto rimproverarti in quel modo. Io, voglio essere qualcosa per te, voglio poterti stare accanto, passare del tempo insieme, tu sei diversa" dice con tono dispiaciuto.

 Chiudo gli occhi, non volendo cadere ancora nella sua trappola. Rimango immobile senza dire una parola. 

Sento il suo cuore battere velocemente e le sue mani stringermi la vita con più sicurezza.

Sospira "Fammi spiegare" continua, capendo che non ho intenzione di perdonarlo "Ieri, appena arrivato l'intervallo, sono uscito dalla mia classe e mi sono messo a correre verso le scale per venire sul tetto e incontrarti lì. Ma sono andato a sbattere contro Christian, il bullo della scuola. Mi ha picchiato e non riuscivo a muovermi, anche se ci provavo in tutti i modi. Il mio unico pensiero mentre mi picchiava, eri tu. Solamente tu. Non pensavo al dolore ma a te, a quanto saresti rimasta delusa dal mio comportamento, a quanto io sia stato così coglione. Ti giuro che è andata così, mi dispiace così tanto per non aver mantenuto la promessa. Sono un coglione lo so, ma ti prego, credimi. Alex, io ci tengo a te" Mi giro verso di lui, spalancando gli occhi.

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