Capitolo 12.

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POV Alex

Sto andando a scuola. Ho intrapreso un percorso mentale per cercare di dimenticare Luke, ascolto musica e leggo tutto il giorno così da tenermi impegnata e non pensare a lui. Lo penso ugualmente, non vuole uscire dalla mia testa, ma perché? Perché non vuole lasciarmi andare? Non riesco ancora a convincermi di quello che ha fatto e per questo forse non riesco a dimenticarlo. 

Devo solo capire che è un bastardo.

Il mio Luke, non avrei mai pensato una cosa del genere.

Arrivata a scuola, è già suonata la campana e quindi mi dirigo a passo svelto verso la mia classe. Entro non facendo caso a tutti gli occhi della classe puntati su di me. Mi siedo e aspetto noiosamente le 6 ore scolastiche che mi spettano oggi.

****

Suona la campana, finalmente posso tornare a casa a fare le solite tristi cose. Mi incammino senza voglia e nel frattempo ascolto la musica.

Dopo un po' il mio dolce canticchiare viene interrotto da una notifica: una nuova domanda su ask. Saranno le solite domande stupide. Apro l'applicazione e mi blocco, basita.

Domanda anonima: "Ebbene sono due settimane che tu e il biondino non state insieme, che è successo? Hai scoperto tutto, eh piccola? ;)"

Esplodo dalla rabbia bloccando il telefono e strappandomi via le cuffie dalle orecchie. Mi siedo sul marciapiede cercando di calmarmi invano. Come cazzo si permette quest'anonimo di merda? Vaffanculo guarda.

Dopo aver fatto sbollire i nervi, mi alzo con l'intento di tornare a casa il prima possibile, ma nell'instante in cui stendo le gambe mi scontro contro qualcuno ricadendo a terra.

Alzo lo sguardo e vedo che è un ragazzo con un'espressione abbastanza preoccupata e dispiaciuta in volto.

E' un ragazzo alto, non quanto Luke, e muscoloso. Ha i capelli scuri e gli occhi di un verde stupendo.

"Oh, scusami. Ti sei fatta male? Mi dispiace" esclama con voce profonda, tendendomi la mano.

"No tranquillo" rispondo fredda tralasciando la richiesta d'aiuto e alzandomi per conto mio.

Mi spolvero la felpa e aggiustandomi lo zaino in spalla mi riavvio verso casa, ignorando il ragazzo.

"Comunque mi chiamo Harry" aggiunge cercando di attirare la mia attenzione, non capendo che non me ne fotte niente.

"Quindi?" replico acida continuando a camminare. Mi affianca e cammina con me.

"Sei di fretta?" mi chiede sorridendo.

"Abbastanza" sbuffo.

"Allora ti lascio il mio numero" mi porge un biglietto. Mi fermo, guardandolo nei suoi occhi verdi. Sorride, è un bel ragazzo effettivamente ma non mi interessa minimamente. Guardo il foglio e poi lui.

"No grazie, non c'è bisogno" sbotto andandomene. Sento che mi segue per un tratto, mi raggiunge e poi si ferma.

"Allora ciao, è stato un piacere" sorride.

"E che piacere" lo congedo camminando verso casa.

****

Arrivata, saluto i miei e dopo aver mangiato salgo in camera. Che testa di cazzo questo Harry, ma perché non se ne andava.

Mi svesto, pronta per fare una doccia rinfrescante. Dopo la doccia, mi metto dei pantaloni di una tuta, i calzini e una semplice canottiera con una felpa. Accendo la tv, decidendo di guardarmi le puntate di American Horror Story che avevo già registrato. 

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