Capitolo 14.

107 14 2
                                    

Sono passati quattro giorni da quando ho visto Luke e sette dal suo incidente. I dottori pensano che non ci sia più possibilità che si risvegli, anche se io continuo a sperarci, ogni giorno.

Ho pensato a quanto sia fragile la vita, appesa su di un filo. Non me ne ero mai resa conto, prima di adesso. E non mi ero nemmeno a accorta di quanto possa essere facile perdere una persona da un momento all'altro, senza poter fare niente per impedirlo.

Luke è in bilico tra la vita e la morte, è un paradosso. Mi ci sento anch'io.

Ogni giorno vado a trovarlo e gli racconto di ciò che ho è successo e delle novità come se potesse ascoltarmi, so che può sentirmi. Ogni qualvolta che lo vedo trattengo le lacrime, e cerco di respirare ignorando il fatto che potrebbe morire all'instante, e che nessuno lo può prevedere.

Ormai vi ho fatto l'abitudine, i primi giorni sono stati quelli più duri, non avevo la forza di realizzare.

I suoi genitori mi sono stati molto vicini, sapendo il mio affetto per loro figlio.

Non resisto. Quando torno a casa dall'ospedale, mi rinchiudo in stanza e inizio a piangere finchè non cala la notte e cerco di dormire, risvegliandomi poi in un altro giorno senza di lui.

I miei genitori mi capiscono, avevano capito quanto ci tenessi e appoggiano tutte le mie scelte. Mi manca, tantissimo. Era diventato tutto per me, se non avessimo litigato forse tutto questo non sarebbe successo. Me lo ripeto sempre, ogni volta che lo vedo. Probabilmente è colpa mia, ho sbagliato e ora lui ne paga le conseguenze.

Preferivo di gran lunga trovarmi io al suo posto, invece di dover soffrire senza poter fare nulla per salvarlo da quel limbo, per riavere il mio Luke.

E' iniziato l'orario delle visite, mi alzo dalla panchina su cui ero seduta e mi avvio verso l'entrata dell'ospedale. Quando passo davanti il bancone informazioni, vedo l'infermiera guardarmi con pietà e compassione. Faccio sempre finta di niente e proseguo il corridoio per poi dirigermi alle scale. Salgo i gradini con abituale routine e poi svolto a destra, ritrovandomi la stanza 134.

Esito tutte le volte prima di abbassare la maniglia.

Entro e mi siedo sulla poltrona accanto al letto di Luke. Lo fisso e ripenso al suo bellissimo sorriso che riusciva a farmi sorridere e dimenticare tutte le preoccupazioni, a scordarmi della mia vita penosa. Quei suoi occhi blu, dolci da far spavento e profondi da potersi perdere. Gli hanno levato il piercing, ma resta stupendo comunque.

Inizio il mio "dialogo", raccontandogli della giornata.

"Ciao Luke, oggi tutto bene o meglio tutto come al solito. A scuola mi guardano sempre con tristezza e cerco di ignorarli ma mi viene difficile. Ti penso sempre. Durante la lezione di storia, ripensavo a noi, a quando stavamo insieme. Mi dispiace di aver rovinato tutto, è colpa mia. Darei di tutto per poter riavere un tuo bacio o un tuo abbraccio. Sai Luke, mi manchi ogni giorno di più e io non so cosa fare."

***********

E' mattina, devo andare a scuola, come sempre d'altronde. Per fortuna oggi è sabato e posso stare da Luke più tempo, potrei anche restare a dormire con lui. La sua presenza è già qualcosa per me.

Sono passate due settimane dall'incidente e i medici hanno riferito che è rimasta circa 1 possibilità su 100 che si risvegli ma io non mi arrendo, so che ce la farà, non può lasciarmi così.

Mi dirigo a scuola, e la sola forza che mi spinge a farlo è il fatto che vedrò Luke stasera e potrò stare con lui. E' rimasta la mia unica ragione di vita.

Arrivata a scuola, corro in classe a causa del mio ritardo e mi siedo al mio solito posto aspettando quattro monotone ore di lezione.

********

Finalmente suona la campanella e mi alzo correndo verso il cancello dell'uscita. Proseguo sempre a passo svelto verso l'ospedale, non vedo l'ora di vederlo. Anche perché di sabato non c'è l'orario delle visite e si può stare quanto si vuole, stessa cosa della domenica mattina.

Sono contenta di poter trascorrere il più tempo possibile con lui, anche se non può rispondermi io so che lui c'è.

Arrivo con il fiatone all'ospedale, e mi avvio verso la stanza di Luke, la 314. Entro e come al solito mi vado a sedere sulla poltrona di fianco al letto.

Lo guardo e gli stampo un lieve bacio.

"Ehi Luke, oggi non ho pensato ad altro se non a te. Mi succede spesso, ma oggi più del solito. Avevo pensato di rimanere qui anche la notte, non sarebbe una brutta idea vero? Mi ricordo quando la mattina venivi a casa mia prima di scuola e stavamo abbracciati sul letto a farci le coccole e in quei momenti io stavo veramente bene, sono i miei ricordi più felici. Nessuno è come te, Luke. Non te l'ho mai detto ma tu sei tutto quello a cui tengo di più e non sai quanto desidererei in questo momento sentire il calore del tuo corpo. Ogni volta mi infondevi protezione e non vorrei stare in altro posto se non tra le tue braccia. E' colpa mia se non siamo stati insieme, se questi momenti non si sono ripetuti tante di quelle volte, se non sono riuscita ad amarti come ti amo adesso. Mi dispiace, Luke." mormoro appoggiando la testa sul suo petto. "Non saprai mai quanto vorrei che ti svegliassi adesso e che ritornassi ad amarmi come una volta, perché Luke... io ci credo ancora"

*********

Apro gli occhi, sentendo dei rumori lievi ma abbastanza percettibili. Non mi ricordavo completamente di essermi addormentata in ospedale vicino a Luke. Mi stropiccio la faccia con le mani cercando di svegliarmi e capire cosa siano questi rumori.

"Alex..." sento mormorare flebilmente. Non ci credo, è impossibile. Questo è di certo un cazzo di sogno. Spalanco gli occhi e vedo Luke guardarmi con gli occhi mezzi socchiusi.

"Oddio" grido. "Non può essere, questo è... è" cerco di calmarmi "Incredibile" gli corro tra le braccia e lo stringo iniziando a piangere come non mai.

"Luke, dio" continuo a singhiozzare sul suo petto, abbracciandolo forte, non volendolo lasciare più. Lui ricambia debolmente l'abbraccio e lo sento sorridere.

"Non ci posso credere. Sono così felice" sussurro guardando quello splendido sorriso che per due settimane ho creduto di non poter vedere più.

"Alex" fa fatica a parlare "Non ti abbandonerò mai. E' una promessa e la manterrò" dice facendo scorrere una lacrima sul suo bellissimo viso. I nostri occhi si incontrano e non resisto dal baciarlo.

Mi piombo sulle sue labbra, appoggiando la mano sulla sua guancia.

Appena ci stacchiamo appoggio la fronte alla sua continuando a piangere. 

"Luke, ti amo."

"Anch'io Alexis." bisbiglia stringendomi forte "Grazie per essere rimasta."


n/a

Heilà, allora ho fatto un capitolo abbastanza lungo e comunque di svolta per la storia. Volevo precisare che i capitoli pretendenti sono in correzione, compreso questo. Per eventuali errori fatemelo sapere, lasciate un commentino con la vostra opinione, questo capitolo SPECIALMENTE mi sta a cuore. STELLINATE. Non dirò più il giorno in cui aggiorno ma penso veramente presto perché adesso continuo a scrivere. Grazie sempre di tutto!

VI AMO!

^S^


hero; lrh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora