6:Lettera

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Apro gli occhi confusa, sono in un letto ed indosso una strana vestaglia, sento una fitta al braccio e lo guardo, c'è uno spaventoso ago conficcato dentro, collegato ad un tubicino che sale fino ad una flebo. La stanza in cui mi trovo è asettica, le pareti sono bianche, c'è un mobiletto, il mio comodino e un altro letto al momento vuoto, cerco di alzarmi e solo allora noto la figura di Michael addormentata vicino a me, è pieno di graffi ed ha qualche livido, perché? Non era tornato a casa? All'improvviso i ricordi invadono la mia mente, dov'è John, nessuno si è accorto che mi aveva aggredito? Cerco di ricordare ma l'ultima immagine che mi compare in mente è il suo viso su di me, comincio a tremare senza volerlo, che cosa mi ha fatto? Sicuramente niente, se sono qui è perché qualcuno ci ha visti e lo ha fatto scappare, o mi hanno ritrovata svenuta chissà dove? Il pensiero mi fa serrare lo stomaco, mi sento male.
Sento dei movimenti e vedo Michael alzare la testa e fissarmi per qualche istante, sembra felice e sollevato, poi mi stringe fra le braccia, quasi non soffoco.
《Sono così felice che tu ti sia svegliata, cominciavo a pensare che non l'avresti più fatto!》Mi dice in un sospiro, lo fisso sconcertata, per quanto tempo ho dormito? 《Che ci fai qui?》Gli chiedo in un sussurro, mi fa male la gola.
《Sono venuto dietro di voi con la moto, volevo assicurarmi che stessi bene, e per fortuna l'ho fatto, altrimenti...》La voce gli muore in gola.
《Altrimenti?》Gli chiedo impassibile, voglio sapere cos'è successo, mi guarda in dubbio per un po' poi sospira.
《Quando sono arrivato, tu eri per terra e lui sembrava che ti stesse dicendo qualcosa, poi si è chinato per prenderti, sono corso verso di lui e dopo averti strappato dalle sue braccia e posata a terra, gli sono saltato addosso e ci siamo picchiati, ma alla fine sono riuscito a farlo allontanare, non sapevo che ti fossi fatta male alla testa, altrimenti non avrei perso tutto quel tempo, mi dispiace!》Dice triste, gli prendo la mano e gli sorrido.
《Grazie per avermi salvata!》Lo fisso per un po', poi ho un illuminazione.
《Dov'è mio padre? Come sta mia madre?》Mi sorride.
《Tua padre è andato un attimo ad accompagnare tua madre a casa, sarà qui tra poco!》Piego la testa di lato, sento che c'è qualcosa che non mi ha detto.
《Che c'è?》Gli chiedo cercando di leggere nei suoi occhi, fa spallucce poi si alza e si avvia verso la porta.
《C'è un ragazzo qui fuori, mi ha aiutato a portarti dentro l'ospedale e si è offerto di donarti il sangue, mentre ti preparavano e sondavano la gravità della tua situazione, hanno fatto tutti i test e così...》Si stringe nelle spalle, poi si riscuote. 《Lo vado a chiamare!》Esce come una furia ed io rimango sola con i miei pensieri, so chi è quel ragazzo, mi sento felice ed entusiasta, so che è lui, lo sento, mi stringo il braccio e guardo le mie vene, c'è il suo sangue dentro di me, sento che sto arrossendo e sorrido, mi è mancato, incredibile ma vero! Quando entra, non so che cosa dire e per un po' rimaniamo a fissarci, devo avere un aspetto orribile.
《Mi dispiace per quello che è successo!》Mi dice guardandomi e poi stringendomi forte a sé, mi lascia quasi senza fiato. Lo guardo sbattendo le palpebre, adesso è disposto a rispondere alle mie domande?
《Come fai ad esserci sempre quando ho bisogno di te?》Mi guarda con un sorriso triste.
《Tu non hai bisogno di me, sono una calamita per i guai, è colpa mia se stai così!》Mi dice e poi si alza ed esce dalla stanza con lo sguardo afflitto senza darmi il tempo di controbattere, perché dice così? Mi ha salvata due volte, in una delle quali si è fatto anche male, come può dire una cosa del genere ora? Michael rientra subito dopo, che fosse già dietro la porta? 《Perché rimani qui? Non sei stanco?》Gli chiedo cercando di essere il più dolce possibile, ma la verità è che in questo momento mi irrita.
《Rimango a farti compagnia fino a quando non arriva tuo padre. Conoscevi quel ragazzo?》Mi chiede cercando di sembrare disinteressato. Ma non l'ha già visto? Perché vuole saperlo?
《È il ragazzo che mi ha salvata da quel tizio la prima volta! Lo hai già visto.》Gli dico con troppa foga, mi guarda per un po' sconcertato, si può sapere che vuole? E perché io sono così nervosa? Se solo ci fosse... Le lacrime cominciano a scorrermi lungo il viso, mi sono persa il suo funerale o non l'hanno ancora fatto? Nonno! Vorrei gridare mentre il suo viso mi appare davanti, Michael si avvicina piano e mi asciuga le lacrime.
《Che c'è? Quel ragazzo non ti farà più niente!》Mi dice preoccupato.
《Ci sono già stati i funerali?》Riesco a chiedere tra un singhiozzo e l'altro, lui piega la testa di lato e mi abbraccia. Mi sembra sconcertato ma poi capisce.
《No, non ancora!》Mi sussurra, mi sento sollevata e triste allo stesso tempo, ci tengo davvero a dirgli addio per l'ultima volta. Sento la porta aprirsi con foga e le braccia di Michael allontanarsi da me in un istante, mio padre mi corre incontro e mi abbraccia guardandomi.
《Perché piangi?》Mi chiede apprensivo mentre Michael esce discretamente dalla stanza.
《Stavo pensando al nonno!》Gli dico in un sussurro, il suo sguardo si addolcisce, ma la preoccupazione rimane.
《Come ti senti?》Mi chiede poi dolcemente.
《Bene grazie!》Ho un leggero mal di testa, ma niente di che, mi guarda incerto poi si siede con un sospiro.
《Sono morto dalla paura quando Michael è venuto a raccontarmi tutto, mi sono sentito crollare il mondo addosso!》 Sussurra.
《Scusa!》Gli dico vedendo il dolore nei suoi occhi, non avrei mai voluto che si preoccupasse, avrei dovuto corrergli dietro.
《Oh, tesoro tu non centri niente, è quel mostro...》Lo fisso sconcertata, è furioso. 《Devo ringraziare quei due ragazzi per averti qui davanti a me!》Mi sorride triste, aggrotto la fronte, in un primo momento non capisco, "Ti sei proprio rimbecillita cadendo! Sta parlando di Ashton e Michael!" Mi dice la mia vocina, le faccio una smorfia mentalmente.
《Come sta mamma?》Gli chiedo cercando di distoglierlo da quei tristi pensieri. 《Molto meglio, un esaurimento nervoso!》Lo fisso e mi ricordo di una cosa importantissima.
《Quando ci sarà il funerale del nonno?》 Gli chiedo fissandolo, sbianca e mi fissa sapendo già cosa voglio chiedergli. 《Domani, sapevo quanto ci tenevi a salutarlo e l'abbiamo rimandato!》Dice alla fine, 《Vado a chiamare il medico per sapere se puoi uscire》Aggiunge poi. Quando esce mi abbandono sul cuscino, voglio davvero salutare mio nonno, voglio dirgli addio, voglio vederlo per l'ultima volta, mi vengono in mente tantissime immagini, sono stata più con lui che con i miei stessi genitori, era la persona che mi conosceva meglio e a cui ho detto qualsiasi cosa, i miei problemi, i miei segreti, so che può sembrare strano, è sempre mio nonno, di certo non gli parlavo di ragazzi o cose del genere, ma dei problemi più seri! Sento che le lacrime cominciano a pungermi gli occhi, ricaccio quei ricordi nelle profondità della mia mente, non posso farmi vedere piangere, voglio che il dottore capisca che sto bene e che non c'è nessun problema! Mio padre torna poco dopo, seguito da un dottore che controlla subito i miei parametri vitali, poi mi fa un attenta visita. 《È tutto nella norma potrai tornare a casa questo stesso pomeriggio!》Mi dice sorridendomi con cortesia, per poi uscire fuori a parlare con mio padre, sono al settimo cielo, ma allo stesso tempo mi sento sconfortata, voglio esserci al suo funerale per dirgli addio, ma non vorrei per lo stesso motivo, mi sarebbe piaciuto averlo ancora con me, ma non voglio essere negativa adesso, lui mi diceva sempre che in ogni situazione c'è del bello anche in quelle peggiori e che, se non lo troviamo, è perché siamo troppo concentrati sul dolore, quando ci basterebbe solo fare un respiro e concentrarci su quello che c'è di bello intorno a noi, anche un semplice fiore o il fatto che ci sia il sole. Ma come faccio a trovare l'aspetto positivo alla sua morte?

Il ritorno a casa è un inferno, mia madre non fa che chiedermi come sto anche se con un tono distaccato, come se non le importasse davvero, forse è ancora sotto shock per quello che è accaduto, mio padre non mi lascia fare niente per paura che io possa sforzarmi o chissà cosa ed il cellulare non fa che squillare è pieno di messaggi di Leila e Michael, sono tornata solo da poche ore, ma niente da parte di Ashton, perché non vuole più parlare con me? Gli ho inviato due messaggi ma non ha risposto ed io comincio a preoccuparmi.
Dopo mangiato mi chiudo nella mia stanza, avevo la nausea ma mio padre non ha accettato che io non mangiassi ed ha insistito fino a quando non ha visto che tutta la marea di cibo nel mio piatto non è scomparsa nella mia bocca, mi corico sul letto e spengo il cellulare, voglio rimanere da sola, voglio capire il comportamento di Ashton, "Tu non hai bisogno di me, sono una calamita per i guai, è colpa mia se stai così!" Questa frase mi risuona nella mente, perché crede di essere il responsabile di tutto ciò? Non è colpa sua, lui è il cavaliere che mi ha salvato la vita per due volte, perché si comporta così? Mi addormento con questi pensieri sfinita.
Apro gli occhi di scatto, mi sembra di aver avuto un incubo, ma non riesco a mettere a fuoco le immagini nella mia testa che sono già sparite, mi guardo intorno confusa e un po' intontita, la testa mi pulsa violentemente e non riesco quasi a muoverla. Trattengo un gemito di dolore mentre mi alzo di scatto, perché ho fatto una cretinata del genere? Mi chiedo mentre quasi cado a terra agonizzante, muovo lentamente la testa fino a guardare la finestra, lì c'è una di quelle buste per le lettere o almeno così mi sembra, mi alzo a fatica dal letto, le gambe tremano e quasi cado, afferro la sedia della mia scrivania e arrivo fino alla finestra, prendo la busta e la apro mentre mi ributto sul letto esausta, accendo l'abat-jour mentre tiro fuori un foglio di carta spiegazzato ed inizio a leggere:

Hey piccola, so che sei arrabbiata con me perché non ti do delle risposte, ma temo che se lo facessi tu non vorresti più vedermi e faresti la cosa migliore. Quando sono con te, il mondo non mi sembra più la merda che è, tutto cambia, tutto diventa migliore, mi fai apprezzare ogni istante, mi fai stare bene. Non riesco a starti lontano neanche per un minuto ed i momenti che trascorro senza di te sono un'agonia, mi manchi sempre di più, so che praticamente non sappiamo nulla l'uno dell'altro, ma per qualche strano motivo mi sei entrata dentro dal primo momento in cui ti ho vista al parco, il tuo arrossire, il tuo sguardo, il tuo sorriso. So che sto facendo la cosa giusta nel dirti addio, perché vorrei stringerti a me e proteggerti da tutto e questo, inevitabilmente, significa proteggerti anche da me stesso, ed è quello che sto facendo. Sto male senza di te, ma non ti merito e non voglio che la merda che mi porto dietro contagi anche la tua vita, perciò devo lasciarti andare, sono sicuro che starai meglio con quel ragazzo, sembra innamorato di te e non lo biasimo, tu sei fantastica, fidati lo so e so anche che tu non la pensi così, ma per me sei la cosa più bella che potesse entrare nella mia vita! Ci tengo troppo a te per starti vicino, con me saresti infelice e basta, mentre io voglio solo che tu sia felice, perciò ti lascerò in pace. So che questa lettera ti procurerà confusione e forse sconforto, ma sappi che per quanto tu possa odiarmi, se sapessi la verità mi odieresti ancora di più!
Ashton.

È tutto una bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora