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Mi sveglio di soprassalto dopo un incubo straziante che non ricordo, anche se la sensazione di disagio e paura mi sono rimaste appiccicate come il sudore che mi ricopre. Mi giro verso la sveglia per guardare l'orario, le cinque. Mi alzo ormai incapace di riprendere sonno e mi spoglio per entrare nella doccia. L'acqua calda mi accarezza il corpo facendomi rilassare, e togliendomi di dosso le sensazioni terribili che avevo.
Mentre mi sto insaponando, l'occhio mi cade sul braccio, merda! Come nasconderò queste ferite ai miei genitori?
Quando esco dal bagno avvolta in un asciugamano apro l'armadio cercando qualcosa da mettere, prendo una semplice maglia a mezzemaniche con scritto in nero "fottetevi" con una felpa leggera, non posso non mettere niente o si vedrebbero i segni, nonostante siamo a maggio e fa caldo, ed un paio di jeans, un look indiscreto per non farsi notare, asciugo i capelli rossi ricci con la schiuma per cercare di dargli un po' di senso, sono l'unica cosa a cui permetto di rispecchiarmi e di farsi notare.
Non dovrei andare a scuola, mio padre mi ha detto che non vuole che esca fino a quando non mi sono rimessa completente e il non avere niente nello stomaco non aiuta, ma sinceramente non riesco a rimanere qui, almeno la scuola mi permette di distrarmi un po'. Vado in cucina cercando di fare il meno rumore possibile, dal momento che ormai da settimane mio padre sta dormendo sul divano-letto del salone, non so perché si ostinino a rimanere insieme, non mi piace l'idea che si separino, ma so perfettamente che è l'unico modo perché entrambi tornino a stare bene, come so che l'unico motivo per cui non lo fanno sono io, ma non voglio continuare a rovinare le loro vite ancora, devo parlare con mio padre e dirglielo, non voglio che continuino a farsi del male per me, io sopravvivrò, come faccio sempre.
Esco di casa alle sei e mezza, sono in anticipo di almeno due ore, ma non voglio rimanere ancora lì dentro, prendo il cellulare ed inserisco le cuffie cercando una canzone adatta al mio umore e mi ricordo che Michael mi aveva chiesto se volevo che mi venisse a prendere, gli scrivo velocemente un messaggio dicendogli che non ho più bisogno del passaggio poi mi dirigo verso il parchetto, non è molto luminoso e la luce è poca, ma non mi importa più di tanto, ora come ora voglio solo ascoltare la musica e leggere un po' dimenticando tutto e tutti, ma come sempre la mia mente non sembra pensarla allo stasso modo, cominciando a pensare a tutto quello che mi sta succedendo, non so come affrontare tutto ciò, non so come conportarmi, non so se ciò che penso su Michael sia vero o sono io che non riesco a fidarmi delle persone e non vedo che in realtà c'è qualcuno che ci tiene a me. Sono piena di dubbi ed interrogativi e nessuna risposta, devo parlare con Michael e chiarire cosa intendesse dire ieri quando abbiamo parlato, non riesco a credere che lui sia stato uno stronzo, ma ormai non mi sorprenderei più di tanto, tutti quelli che credevo di conoscere o cominciare a farlo si rivelano l'opposto di quello che io penso.
Con un sospiro cerco disperatamente di liberarmi la mente, non voglio pensare a niente, mi abbasso e prendo un libro dal mio zaino, forse se provo a leggere riesco ad evitare di far si che il mio cervello esploda.

Quando guardo l'orologio sgrano gli occhi all'istante, come ho potuto rimanere tanto lì a leggere? Ma, dopotutto, non sono poi così sorpresa, mi succede sempre così, mi immergo così tanto nella lettura che finisco per perdere la conizione del tempo così mi alzo e scatto fuori cominciando a correre verso scuola. Quando arrivo la campanella è appena suonata, mi dirigo velocemente nella mia classe ma vengo presa per un braccio e sbattuta contro la parete da qualcuno, sento un dolore alla testa, quando apro gli occhi mi ritrovo davanti Calum, e adesso cosa vuole da me?
《Che cazzo fai? Devo andare in classe!》Gli dico arrabbiata.
《Dai bambolina, non ti va di passare un'ora con me?》Mi chiede con un sorriso malizioso.
《Neanche se l'alternativa fossero sei ore di interrogazioni!》Gli dico con voce gelida. 《Così mi offendi bambolina!》Mi dice e comincia a trascinarmi verso uno sgabuzzino, cerco di tirarmi indietro, non voglio trovarmi in quel piccolo spazio con lui senza via d'uscita.
《Non opporti bambolina, non ti faccio niente!》
《Devi lasciarmi andare!》Urlo sperando che il bidello mi senta e venga a controllare. Lui prontamente mi mette una mano sulla bocca e mi intrappola contro un armadietto.
《E no, così non si fa!》Mi dice abbassandosi e baciandomi la gola, cerco di muovermi ma mi blocca completamente. Non riesco più a sopportare la sua mano sulla mia bocca così con tutta la forza che ho gli tiro un calcio negli stinchi facendolo piegare dal dolore, sono grata all'istruttore della palestra per aver fatto quei corsi di autodifesa. Ma non mi lascia andare, mi tiene la mano per il polso trascinandomi per terra con lui, facendomi sbattere il fianco sul pavimento e mancare il respiro per il dolore, ma non posso stare ferma, giro il braccio facendo leva sul pollice e libero il mio braccio, poi tremante mi metto in piedi e corro verso il bagno delle ragazze, sono terrorizzata e sconvolta da quello che ho fatto, non ho neanche visto chi era il ragazzo che mi sembrava di conoscere. Entro velocemente in un bagno e mi accascio sul pavimento, mentre l'adrenalina continua a scuotere tutto il mio corpo, cosa voleva fare? Non ne posso più dei ragazzi, voglio trasferirmi in una scuola femminile ed abbandonare tutto.
Quando mi alzo è quasi trascorsa la prima ora, mi sciacquo il viso e cerco di aggiustarmi. Entro in classe appena suona la campanella e mi siedo al mio banco, non guardo nessuno e passo velocemente sotto lo sguardo stupito del professore, mi siedo all'unico banco libero in fondo alla classe, tengo lo sguardo basso ascoltando il più possibile il professore, così da scacciare dalla mia mente le immagini di stamattina. 
Alla fine dell'ora suona la campanella per andare in mensa, non mi sono neanche accorta che sono già passate tutte queste ore, sto vivendo la giornata come se fossi in uno stato di trans. La classe si svuota velocemente, prendo il cellulare in borsa e trovo due messaggi di Michael.
"Meno male, perché oggi non posso venire a scuola!"
"Mi mancherai!" Non so perché ma questi messaggi non mi fanno sorridere, forse a causa delle ultime sue dichiarazioni, inoltre sono ancora scossa per quello che è successo prima, non so cosa pensare, magari sono io che ho ingigantito la cosa e lui non voleva violentarmi dopotutto siamo a scuola, comunque sono felice che forse finalmente abbia capito che non sono interessata a lui.

Esco da scuola con il cuore in gola, non voglio rivederlo o rincontrarlo, cosa farei se mi si piazzasse davanti? Con questi pensieri esco dal cancello della scuola e mi dirigo verso casa, chissà che fine hanno fatto Ashton e Calum, e Michael? Scuoto la testa, speravo di poter ottenere delle risposte da lui, ma come sempre la fortuna mi ama! Sento il rumore di una moto vicino a me ma non mi giro a vedere chi è, cosa me ne importa? Alzo al massimo il volume della musica e mi lascio trasportare da questa, non voglio pensare a niente ed a nessuno, voglio solo un po' di pace. Quando sono ormai quasi a casa mia, sento il rumore della moto così vicina da sembrare affianco a me, ma mi auto convinco che non è vicino a me per rapinarmi o altro, tuttavia non posso fare a meno di velocizzare leggermente il passo.
Quando sono ormai quasi davanti al mio palazzo, mi sento prendere per il braccio, mi colpisce il ricordo di quello che è successo oggi e mi scappa un grido dalla bocca, subito delle mani me la tappano, sento il cuore battere così forte da sfondarmi lo sterno per uscire fuori, ho paura, ho una fottutissima paura!
《Hey piccola stai calma!》Io questa voce la conosco! Ma non riesco proprio a ricordarmi di chi sia, è lo stesso ragazzo che voleva fermare Calum oggi.
《C-Chi sei?》Chiedo balbettando.
《Non ci hai messo molto a dimenticarmi piccola, questo si che fa male!》All'improvviso la consapevolezza si trasforma in certezza, è lui!
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Ok, questo è il capitolo anche se un pó corto, lo so! Sinceramnete non so come la storia stia procedendo, come ho già scritto l'avevo già scritta e corretta molte volte e ora, rileggendo i capitoli sto notando tanti punti che vorrei cambiare e modificare ma ho il terrore di peggiorarla invece che migliorarla, sinceramente cosa ne pensate? Dovrei cambiare qualcosa? Correggerla?

È tutto una bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora