7:Funerale

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Stringo al petto la sua lettera, non riesco a capire cosa intende dire, da cosa vuole proteggermi? Non riesco a capire il senso della sua lettera, non ne ha nessuno! Ma come faccio a piacergli se non mi conosce neanche? Io non sono come crede, non sono fantastica, neanche un po', non ho niente di speciale e non voglio essere lasciata in pace. Prendo il cellulare e lo accendo, mi arrivano i messaggi di Leila, ma li ignoro, scrivo solo un messaggio a Ashton. "Non voglio che tu mi lasci in pace, voglio continuare ad essere esasperata da te, perché non mi dici cosa c'è che non va? Prometto di non giudicarti, ti prego!" Non sono sicura che sia adatto, non vorrei neanche che fraintenda, lo considero un amico, ma lo invio lo stesso, devo almeno provarci. Spengo la luce ed i pensieri sul nonno cominciano ad invadere la mente, mi manca così tanto, lui ci avrebbe sicuramente capito qualcosa dandomi il consiglio giusto, ricordo che il giorno prima della sua morte sono andata a trovarlo, volevo chiarirmi le idee su Michael e Ashton, e sapevo che lui poteva aiutarmi. Mi aveva accolto con un gran sorriso e mi aveva fatto accomodare sul divano dove giocavo sempre quando ero piccola.
《Non devi essere confusa, il tuo cuore sa già ciò che senti davvero!》Mi aveva detto guardandomi negli occhi, ero rimasta a bocca aperta, credevo di essermi ormai abituata al fatto che lui riusciva a guardarti dentro e sapeva sempre cosa pensavo o quello che provavo. Avevo fatto un lungo sospiro e gli avevo raccontato quello che era successo, quando ho finito mi aveva fissato per un po' e poi mi aveva fatto un sorriso rassicurante.
《Cosa ti dice il cuore?》Mi aveva chiesto all'improvviso.
《Non lo so, non ne sono sicura, nessuno si è mai interessato a me, forse sto scambiando l'amore per una semplice amicizia!》Avevo scosso la testa e gli avevo fatto un sorriso triste.
《Non è difficile come pensi, basta che tu chiuda gli occhi e rimanga in silenzio! Il tuo cuore ti darà la risposta che cerchi!》Non sapevo come interpretare la frase, a cosa poteva servirmi fare ciò? Perché per una volta non diceva frasi coerenti senza annesse interpretazioni? Poi abbiamo cominciato a parlare di come è andata la scuola, dei miei compagni, di mia madre, mi piaceva parlare con lui perché anche se facevi la più grande cazzata del mondo, lui non ti giudicava, ma ti dava dei consigli per uscirne. Quando me ne stavo andando, mi aveva fissato un per un po' sulla porta poi aveva fatto un sospiro.
《Stai vicina a tua madre!》Non capivo perché mi stava dicendo questo, ma gli ho sorriso.
《Si nonno, ti voglio bene!》
《Ti voglio bene anche io!》Ora ripensandoci forse sapeva che sarebbe successo qualcosa, forse sapeva già che non sarebbe rimasto qui ancora per molto. Mi rigiro nel letto, non voglio pensare a questo, non voglio pensare a niente. Chiudo gli occhi e seguo il consiglio di mio nonno, mi manca ma solo come un amico, di lui so che è dolce, premuroso, ansioso, gentile, "Sai solo le cose importanti!" Mi dice la mia vocina, già, forse è vero, forse lo conosco meglio di quello che penso, è solo che voglio sapere molto di più, voglio sapere cosa gli piace fare, qual è il suo colore preferito, che scuola frequenta, magari potrei anche innamorarmi di lui.

Verso le sette e mezza sono in chiesa, intorno a me ci sono persone che piangono o con gli occhi lucidi, fisso il mio sguardo su quella bara nera, con mazzi di fiori, il coperchio è chiuso, è meglio così, voglio ricordarlo come l'uomo sorridente del giorno in cui me ne sono andata e non come un essere freddo e senza vita, tremo al pensiero.
Il prete ha una voce meccanica, recita tutta la messa senza spessore emotivo, si sente che non lo conosceva affatto e che neanche gli interessa, fa il suo dovere, svolge il suo lavoro. Mia madre si alza e va al microfono, con la voce rotta dal pianto dice qualche parola, ma non ce la fa, cede e si mette a piangere, mio padre le si avvicina e la riporta a sedere, poi ritorna al leggio.
《...Non ho mai conosciuto una persona così piena di vita e di entusiasmo. Riusciva a farti sorridere nei momenti peggiori, ed io sono onorato di essere stato in contatto con lui, mi ha insegnato tanto e gli sono grato per tutto ciò che ha condiviso con me. Posso dire senza ombra di dubbio che era un uomo straordinario...》Smetto di ascoltare, era fantastico ed io non l'ho apprezzato abbastanza, ultimamente non andavo più ogni giorno a trovarlo e non passavo più tanto tempo con lui, se solo avessi saputo avrei trascorso ogni momento libero della giornata ad ascoltare e a raccogliere tutte le sue strane frasi da interpretare, avrei cercato di fargli capire quanto il mio amore per lui fosse immenso e gli avrei ripetuto costantemente che gli volevo bene.
Quando mio padre torna a sedersi vicino a me, so che è arrivato il mio turno, mi alzo sospirando e prendo la chitarra, me l'aveva regalata per il mio compleanno di otto anni, era sua ed aveva deciso di donarla a me, quando me l'aveva data, avevo toccato il cielo con un dito, non avrebbe potuto farmi un regalo migliore, vi aveva anche inciso una piccola dedica: "La musica sono le note dell'anima. Ti voglio bene nonno!" Mi avvicino al microfono. 《Nonno, mi mancherai! Spero di non straziare tanto la tua canzone preferita!》 Mi posiziono sullo sgabello che mi hanno portato per farmi stare più comoda e, rivolta verso la sua tomba, comincio a suonare, mi passano per la mente tutte le sue lezioni, a volte sapeva essere davvero burbero e pignolo ma dopo si faceva perdonare portandomi in giro sulla sua vespa, mi aveva anche insegnato a guidarla di nascosto dai miei genitori. Mentre suono, il cielo inizia a schiarirsi e un raggio di sole illumina la vetrata colorata alle mie spalle, che proietta tanti fasci di luce intorno a me, "Ti voglio bene anche io nonno!"

Vedo la tomba di mio nonno calare lentamente nel buio della terra, involontariamente una lacrima mi riga la guancia, l'asciugo subito, lui non avrebbe voluto che piangessi, per lui questo giorno o meglio quello in cui è morto, è stato un grande giorno, ha rivisto la nonna, l'ha raggiunta, mi raccontava sempre storie su di lei ed io leggevo sempre lo stesso dolore per la sua perdita, anche se a distanza di anni, nei suoi occhi. Distolgo lo sguardo mentre cominciano a coprire la bara con la terra, mai come in questo momento tutto mi sembra così vero, lui non c'è più e non tornerà. Vago con lo sguardo intorno a me, quando, in lontananza, dietro un gruppo di pini, noto la figura di Ashton. Ha il viso pallido e lo sguardo sembra smorto, mi scuso dai miei genitori e gli corro incontro, come mai è venuto?
Sono davanti a lui, per un po' ci fissiamo, poi lui mi si avvicina ed io mi fiondo fra le sue braccia in lacrime, non mi sento in pericolo con lui, come può credere che la colpa di quello che mi è successo sia sua? Mi stacco da lui, se sta cercando di starmi lontano, così non faccio altro che distruggerlo.
《Mi dispiace!》Gli dico mentre mi asciugo le lacrime con il dorso della mano.
《Non devi scusarti!》Si avvicina ed appoggia la sua fronte contro la mia, facendo un lungo sospiro.
Ci incamminiamo lungo un piccolo sentiero, sembra triste e stanco, vorrei eliminare tutti i pensieri negativi, ma ho paura che sia io il pensiero negativo. 《Perché non vuoi parlare con me? Io ci tengo a te, la tua lettera... io non capisco, mi hai salvato la vita!》Gli dico tutto d'un fiato, non voglio che se ne vada. Mi fissa per un secondo, sembra stupito e contrariato, sembra quasi che stia combattendo una guerra interiore.
《Se sapessi come sono davvero non mi chiederesti di restare!》
《Non è vero, io so che tu sei gentile, buono e hai dentro di te molte altre qualità!》Sono sincera.
《Solo perché non mi conosci ancora bene!》
《Non è vero, tu sei buono!》
《Fidati, non mi conosci per niente!》
《Allora permettimi di farlo!》Mi fissa con gli occhi sbarrati, sembra ferito e immensamente triste, perché?
《Non fare la bambina capricciosa, forse un giorno chissà, ma ora non capiresti!》Lo guardo sconcertata, che significa che non capirei? Le lacrime cominciano a rigarmi il viso, perché non vuole dirmi niente, magari capirei, magari...
《Se te ne vuoi andare allora tanto vale che mi dici tutto!》Magari non sarà così terribile ed io non la penserò come lui crede! Sbatte le palpebre sconcertato, mi si avvicina e mi asciuga le lacrime con i suoi pollici.
《Non voglio che tu mi odi!》Dice alla fine, mi da un bacio veloce sulle labbra, che sa di addio e se ne va di corsa. Rimango per un po' a fissare la sua figura che scompare fra le tombe, è la seconda volta che devo dire addio a qualcuno a cui tengo, si perché ci tengo, è diventato importante per me. Quando torno ormai non c'è più nessuno, mia madre è seduta per terra e fissa la sua lapide accarezzando la sua foto. Le poggio una mano sulla spalla, per cercare di infonderle coraggio, ma non si accorge neanche della mia presenza, ormai ci sono abituata, non è mai riuscita a considerarmi sua figlia e con lei non ho mai avuto lo stesso rapporto che ho con mio padre.

È tutto una bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora