10:MI DISPIACE

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Mi sdraio con gli occhi rivolti al soffitto, mi sento uno schifo, come ho potuto illuderlo in questo modo? Sono un mostro, mi alzo di scatto disgustata, come posso rimediare? "Potresti smetterla di pensare ad Ashton e concentrarti su Michael!" Mi dice la mia vocina, forse ha ragione, dovrei smetterla di pensare a quello stronzo e pensare più seriamente a quello che mi ha confessato Michael, so di provare qualcosa per lui, anche se credo sia solo un profondo sentimento d'affetto. Perché è tutto così complicato? Non riesco a capire cosa fare. Sento la porta sbattere e so che i miei genitori sono tornati da casa di mio nonno dopo essere andati a prendere i suoi averi, mi sento triste, non so se riuscirò a guardare tutti quegli oggetti senza sentirmi come mi sento ora, vorrei solo... non lo so neanche io, mi sento così pressata, così stanca, vorrei che tutto passasse, vorrei svegliarmi domattina e tornare alla mia noiosa e tranquilla vita.
Guardo distrattamente la finestra, dove ho trovato i suoi due messaggi, no, non voglio pensare ancora a lui, ho deciso di lasciarmelo alle spalle, infondo non avevamo niente, tre baci e qualche parola, non so niente di lui e lui non sa niente di me, ora voglio solo capire quello che provo per Michael e se posso essere, anche se solo per un giorno, ciò che lui vuole che io sia.
Trovo mia madre seduta sul pavimento che guarda con le lacrime agli occhi degli oggetti sparsi lì vicino a lei, ci sono i suoi spartiti, una piccola statuetta, una foto incorniciata e molti altri piccoli oggetti, prendo la foto e cerco di riconoscere le due persone che mi guardano sorridendo, ma non riesco proprio ad identificare quei volti. Osservo con più attenzione e mi rendo conto che sono il nonno e la nonna, li osservo, sembrano felici e spensierati, non riesco ad evitare che gli occhi mi si umidiscano, vorrei averla conosciuta, il nonno mi diceva che era magnifica, con lei il tempo volava, ci si divertiva sempre, mi diceva spesso che io le assomigliavo, sapevo che era impossibile, anche se, adesso, guardando la foto, mi sorprendo a pensare che aveva ragione, non so come sia possibile, ma sembra davvero mia nonna. Ricordo che una volta mi aveva raccontato come si erano conosciuti, mi aveva detto che l'aveva vista per la prima volta una calda giornata d'estate, in contrapposizione con l'incontro di mio padre e mia madre, "è per questo che hanno avuto due storie così diverse? I primi insieme fino alla fine ed i secondi che non riescono neanche a guardare la tv seduti sullo stesso divano?" Penso amaramente.
L'aveva guardata e si era innamorato all'istante, l'aveva cercata e dopo mille corteggiamenti era riuscito a conquistarla.
Comincio ad esaminare più attentamente gli oggetti che sono sparpagliati sotto di me, quando il mio sguardo cade su un album di fotografie, lo prendo con cura e comincio a sfogliarlo sedendomi sul pavimento ed incrociando le gambe. Passo in rassegna un sacco di fotografie, c'è lui, mia nonna, mia madre e molte altre persone che non conosco, quando arrivo all'ultima pagina una foto mi colpisce, c'è il nonno che tiene per mano due bambini, una sono io, ma l'altro? Cerco di ricordare il suo viso ma non riesco a capire dove l'ho già visto, mi sporgo e lo faccio vedere a mia madre che mi guarda scocciata.
《Che c'è?》Mi chiede burbera.
《Niente, volevo solo sapere se riconosci questo bambino》Le chiedo sperando che mi risponda, fa un piccolo sospiro e poi esamina attentamente la foto. Scuote la testa rassegnata.
《Mi spiace, lo sai che erano tuo padre e tuo nonno che ti portavano al parco non io!》Mi dice tornando a catalogare gli oggetti, rimango delusa e spiazzata da questa sua affermazione, è vero, lei non mi ha mai portato al parco, anzi, non mi ha mai portata da nessuna parte, non riesco a capire perché abbia voluto una figlia se poi l'ha ignorata totalmente, forse però sono io, che non riesco a suscitare amore verso di me, infondo sono un disastro e combino un sacco di guai, scuoto la testa e ricomincio a fissare la foto, eppure sono sicura di scorgere un viso familiare nel volto di quel bambino. Mi avvicino di più alla foto e continuo ad osservarla, all'improvviso mi balena un'idea in testa, Ashton! Ma certo è lui, fisso il bambino quasi sconvolta, ma no, mi sto sbagliando, eppure... Non è possibile, deve essere lui, è sicuramente lui. Mi balenano in mente alcuni frammenti della mia infanzia io e... lui, credo, che giochiamo insieme al parco a nascondino, ma non so bene se sono ricordi o creazioni della mia immaginazione. Prendo velocemente il cellulare e digito il nome di Ashton, e, all'istante, mi compare il suo numero, lo schiaccio, ma mi rendo conto all'istante che non ha senso chiamarlo, lui non ne vuole saperne di me e poi, che cosa potrei chiedergli o dirgli? Non faccio in tempo a riattaccare però che una voce maschile risponde, non è quella di Ashton eppure, la riconosco... è quella di John.
《P-Pronto?》Chiedo con la voce tremante. 《Hey dolcezza! Come stai? Hai tolto la fascia?》Mi chiede con un ghigno, mi si accappona la testa.
《D-Dov' è Ashton?》Gli chiedo senza saperne il motivo, dovrei riattaccare, ma non ci riesco, mi brucia l'idea che John abbia il cellulare di Ashton questo può significare solo due cose: o sono amici o lui gliel'ha rubato, mi sento male e mi gira la testa, spero con tutto il cuore che non siano amici, ti prego fa che non siano amici! 《Ancora a difendere il tuo amichetto? Quando capirai che in realtà lui è più cattivo di me?》Ashton più cattivo di lui? È impossibile, anche se si è comportato malissimo con me, non mi ha mandato all'ospedale, anzi, mi ha salvato due volte da... lui. All'improvviso lo sento discutere con qualcuno.
《Lasciami in pace, sto parlando con la tua fidanzatina!》Gli sento dire, mi sento male e so con chi sta litigando.
《Dai, stiamo parlando, mi sta raccontando di come gli va la testa!》Dice in una risata. 《Le hai detto la verità?》Gli chiede poi, sento il cuore fermarsi, che segreto mi nasconde? Che stia parlando della scomessa? Non riesco più a sopportare la loro discussione, chiudo il telefono e mi butto sul letto sbattendo con la testa e provocandomi una fitta di dolore. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno, prendo il cellulare e chiamo Leila.
《Pronto?》Mi risponde con voce piatta ed incolore.
《Leila! È successo qualcosa?》Le chiedo preoccupata.
《No perché?》Ma cosa le succede?
《Mi sembri così strana! Ho fatto qualcosa di male?》Le chiedo preoccupata, non riesco a capire cosa sia successo negli ultimi due giorni.
《Senti, lasciami in pace, meglio se cancelli il mio numero, non ho nessuna intenzione di essere amica di una bambina come te!》Mi dice con un ghigno, sento il cuore sprofondarmi nel petto, perché sta dicendo questo?
《Non capisco, perché dici questo?》Le chiedo implorante, mi sento sola e trista, non capisco più cosa sta succedendo intorno a me.
《Non ci sei mai stata per me, mentre io mi devo sorbire tutte le tue lagne e le tue lamentele, ma adesso basta》Dice e chiude la telefonata. Rimango imbambolata senza sapere cosa fare o pensare, tutto questo mi sembra così assurdo, ma cosa le è preso? Forse non sono stata abbastanza attenta a ciò di cui aveva bisogno in questi giorni, ma non mi sembra di averla mai ignorata.
Mi alzo e mi tolgo la collana con il mezzo cuore che simboleggiava la nostra amicizia, mi ricordo ancora quando mi aveva convinto ad andare al mare con lei, anche se sapeva perfettamente che odio andarci e che mi imbarazza tantissimo mettermi il costume davanti a qualcuno. Ci eravamo fermate davanti ad una bancarella e lei l'aveva vista, mi aveva sorriso e poi l'aveva comprata. Sorrido al ricordo di come mi ero sentita felice, non avevo mai avuto una migliore amica, la metto in un cofanetto, sento di star mettendo anche da parte la nostra amicizia.
Mi prendo la testa fra le mani, un freddo polare mi invade e so che viene da dentro di me, vorrei sfogarmi con qualcuno e trovare una soluzione a tutto, ma non so chi chiamare, all'improvviso mi rendo conto che in realtà sono così sola, non ho amici e non ho più neanche il mio unico confidente, lui avrebbe saputo come uscire da questa situazione, sono così frastornata, mi sdraio di lato e mi addormento.

Mi sveglio agitata, nel mio sogno ero davanti ad un bivio, da una parte c'era Ashton e dall'altra Michael, senza pensarci un attimo mi ero messa a correre verso Michael abbracciandolo, ma lui era scomparso, la scena era cambiata, ero all'aeroporto e Michael mi stava salutando allontanandosi, nel sogno avevo avvertito un senso di perdita e di abbandono che continuo a sentire anche ora da sveglia. Non riesco a trovare un senso a questo sogno, perché ero corsa a capofitto da Michael? Scuoto la testa confusa, non riesco più a fare luce sui miei sentimenti, se sono corsa da lui è perché inconsciamente mi sono innamorata di lui? Ma è assurdo! Con chi condividerò tutto questo? Da chi posso cercare un po' di aiuto e conforto? Sento una fitta di nostalgia per Leila, lei avrebbe saputo cosa fare, perché mi ha cacciato via dalla sua vita? Ma, in fondo, come posso biasimarla? Fa bene a stare lontana da me, non sono stata per niente una buona amica per lei, avrei dovuto essere più presente o forse ho sbagliato qualcosa. Sono solo un egoista, lo sono sempre stata, anche con Michael mi sono comportata da schifo.
《Ma perché devo essere così!》Urlo piangendo e facendomi scivolare lungo una parete. Sento dei colpi alla porta ma non ho voglia di parlare con qualcuno, soprattutto con mia madre, ammesso e concesso che si sia data la briga di venire a vedere se sto bene, voglio solo sparire, volatilizzarmi, voglio... Mi alzo si scatto sentendo una fitta alla testa ed un capogiro, entro nel bagno un po' tremante, non so cosa sto facendo e non voglio pensarci, devo farlo, per tutti. Prendo una spazzola e con tutta la mia forza la lancio contro lo specchio che si rompe in mille frammenti, non ho idea di come si faccia, ma non mi fermerò, devo farlo ora prima di non averne più il coraggio, ho sempre portato solo e soltanto tristezza nelle vite di tutti quelli che mi circondano. Forse Leila si è stancata di essere presa in giro per colpa mia, non riesco a capire come abbia fatto a sopportarlo fino ad ora, se non fosse stato per lei e la sua gentilezza verso una ragazza smarrita ed imbranata il primo giorno di scuola, non so come sarebbero stati i miei giorno di scuola, lei li aveva riempiti di luce ed io non sono stata in grado di ricambiare, mai, neanche una volta.《Grazie!》Mi lascio sfuggire rivivendo tutti i bei momenti che avevamo passato insieme, l'unica che era riuscita a farmi indossare un costume, le gite, le esplorazioni, come farò senza di lei? Ma la sua non è l'unica vita che ho distrutto, a partire da quella di mia madre, la mia vera madre a finire con quella della mia madre attuale, l'una non mi ha mai voluta, l'altra non mi ha mai accettato, ma anche quella di mio padre e di Michael... Mi accarezzo il polso, non voglio più causare dolore, non voglio essere di peso a nessuno, voglio solo che tutti siano felici. Poggio il pezzo di vetro con la punta rivolta verso il basso, vicino all'incavo del gomito e spingo, sento un leggero bruciore e poi qualcosa di caldo che scorre, ma non mi fermo, continuo a fare dei segni, il dolore è così liberatorio ed è tutto ciò che mi merito, niente di meno. Continuo a tracciare linee a caso, quasi senza rendermene conto, quando abbasso lo sguardo non vedo altro che sangue, anche se sembra quasi formare una parola, guardo con più attenzione, anche se sento la vista appannarsi, inconsciamente ho formato delle lettere, mi concentro al massimo per capire cosa ci può essere scritto, prendo un po' d'acqua e mi sciacquo: MI DISPIACE.
Ho un capogiro, mi afferro al lavandino ma le gambe non riescono a reggere il mio peso e mi accascio a terra, abbasso lo sguardo e vedo il tappeto bianco coronato di tante gocce rosse, gli occhi mi si riempiono di lacrime, non merito la fortuna che ho avuto nell'essere adottata o nell'aver trovato un'amica così speciale ed un ragazzo così premuroso, non merito nessuno di loro.
Mi sento spossata, il sangue non è molto ma sommato a quello già perso per la ferita, credo che sia un tantino troppo, sento la testa girare ed il pavimento avvicinarsi, poi solo il buio.

È tutto una bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora