2:Messagio

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Premetto che il capitolo sarà molto corto dal momento che l'avevo già scritto e salvato come bozza ma, quando sono andata per pubblicarlo, era come se non esistesse (mi è comparsa solo una pagina bianca e il titolo) e non ricordavo alla perfezione cosa vi avessi scritto... mi dispiace per il disagio ma non ho idea di cosa sia accaduto, perciò, visto che questo capitolo è molto breve, ho deciso di pubblicarne due lo stesso giorno!
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Quando passa sotto un lampione, sono preparata ad incontrare chiunque e qualsiasi cosa, ma rimango spiazzata quando riconosco in lui il ragazzo  del parco. Sento che le mie guancie si infiammano ed il mio cuore accelera, meno male che non c’è molta luce dove mi trovo. 《Grazie per aver preso il mio cellulare da terra, credo!》Al telefono la sua voce non era così bella ed attraente (può esserlo una voce?) Hey, ma cosa significa quel "credo"? Dovrebbe essere felice che non glielo abbiano rubato invece sembrava quasi che stesse per vomitare mentre mi ringraziava, che arrogante!
《P-Prego》Gli dico impacciata nonostante la mia rabbia interiore e goffamente tolgo fuori dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare e glielo porgo.
《Non hai guardato cosa c’è dentro vero?》 Mi chiede incupito e forse spaventato.
《Certo che no!》Gli rispondo indignata, non lo farei mai!
《Ok, e… ancora grazie!》Mi dice titubante, facendo un passo indietro.
Mi volto per rientrare dentro e buttarmi disperata sul letto per l’umiliante figura fatta, quando lo sento parlare,
《Comunque io sono Ashton e tu?》Adesso ci mettiamo a fare conversazione? Come se non mi avesse già abbastanza derisa.
《Terry》Gli dico secca e mi giro chiudendomi la porta alle spalle. “Perché hai fatto una cretinata del genere?” Mi chiede esasperata la mia coscienza, come perché ho reagito così? Magari rimanevo lì a parlare amabilmente con lui, è uno sconosciuto per quanto ne sappia avrebbe anche potuto essere uno stupratore!

Arrivo davanti alla porta di casa mentre per tutta la breve rampa di scale ho pregato che la porta non si fosse chiusa e in un certo senso la mia preghiera è stata esaudita in quanto è sì aperta, ma c'è mio padre appoggiato allo stipite che mi guarda con le braccia incrociate, "brutto segno" mi dice la mia vocina e stavolta devo darle ragione.
Entro esitando, forse dovrei tornare giù e andarmene con quel ragazzo. “Si dai andiamo!” Mi dice eccitata la mia vocina, “Non ho bisogno di te ora” le rispondo gelida mentre mio padre mi fissa per un tempo che sembra infinito.
《Perché sei uscita fuori a quest’ora?》Cosa gli dico? Ma non mi lascia proferire parola che subito aggiunge:《E chi era quel ragazzo?》Merda mi ha vista, non posso dirgli la verità perché mi sgriderebbe e non posso dirgli una bugia perché mi scoprirebbe subito, sappiamo entrambi che sono una pessima bugiarda.
《Sono solo uscita a prendere un po’ d’aria fresca, ma non sapevo chi fosse quel ragazzo, si è fermato solo per chiedermi un informazione e se n’è andato subito!》Cerco di essere il più convincente possibile.
《Sembrava che gli stessi dando qualcosa!》Mi dice poco convinto, allora ha visto proprio tutta la scena!
《Se hai un ragazzo, non c’è bisogno che inventi tutta queste scuse, vorrei solo che tu non lo incontrassi così di nascosto e a un ora così tarda!》Mi dice rimproverandomi, ma con dolcezza, menomale! Anche se dentro di me mi sento imbarazzatissima, cosa  potrei rispondergli?
Abbasso lo sguardo arrossendo.《Hai ragione papà scusa.》
Lui mi guarda per un po’ con un espressione apprensiva, poi fa uno sbuffo e mi augura la buona notte, corro all’istante nella mia stanza e chiudo a chiave la porta, non ho voglia di parlare anche con mia madre, mi butto sul letto e metto il braccio sul viso, era il ragazzo del parco? Wow, l’ho rivisto e da vicino, anche se con la luce fioca, è ancora più bello, sembra un attore, non posso negare il fatto che mi incuriosisca nonostante il suo pessimo carattere, magari non è come sembra, dopotutto è la prima volta che ci parlo e l’ho visto solo due volte, ma stasera sembrava uno di quei ragazzi abituati ad avere tutto e che pensano che tutto gli sia dovuto, mi fa venire i nervi!
Mi infilo velocemente il pigiama e metto le cuffie nelle orecchie, voglio solo concentrarmi sulla musica e non pensare a nient’altro. Mi addormento quasi all’istante.

Mi sveglio di soprassalto, mi sembra di aver avuto un incubo, ma non ne sono sicura, guardo distrattamente l’ora: le tre e mezza, mi sollevo guardandomi intorno un po’ spaesata, quando noto qualcosa attaccato alla finestra, mi alzo e imbranata come sono, riesco a far arrotolare il lenzuolo ai miei piedi e cadere dal letto, “Sfigata!” mi prende in giro la mia vocina, se potessi la guarderei storto.
Mi rialzo a fatica, ancora assonnata e mi dirigo verso la finestra, c’è un bigliettino attaccato al vetro dalla parte esterna, apro con cautela la finestra e lo prendo, ritorno al letto con il cuore trepidante, come ha fatto ad arrivare lì? È vero che la mia finestra affaccia proprio sulla scala anti-incendio, ma nessuno fuori dal palazzo avrebbe potuto spingerla tanto in giù da usarla per salirci e poi, arrugginita com’è, non si sposterebbe di un millimetro. Accendo l'abat-jour  e apro il biglietto, in mezzo alla pagina ci sono una serie di dieci numeri, che sia un numero di telofono? Lo guardo sconcertata, chi può averlo lasciato?

È tutto una bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora