22: Rivelazioni

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Quando mi sveglio fuori c'è un sole splendente, per un attimo mi guardo intorno confusa, chiedendomi dove sono, ma la cruda realtà mi colpisce all'istante, sono in quella villa chissà dove nella stanza degli ospiti, da un uomo che prenderà il posto di mio padre e un figlio deficiente e puttaniere che mi sta sui nervi. "Almeno devi ammettere che è carino!" Scuoto la testa decisa, non è male ma non lo sopporto, soprattutto quando fa i suoi sorrisini maliziosi, io non sono una delle tante puttanelle che si porta al letto per poi cacciarle via la mattina, io ho una cosa che loro non hanno, la dignità.

Mi alzo fiacca e mi butto sotto la doccia per svegliarmi, ma solo quando esco mi accorgo di non avere vestiti, mi avvolgo in un asciugamano e mi affaccio fuori dalla porta, sembra che non ci sia nessuno, prendo un respiro e comincio a camminare verso camera mia, ma la porta centrale si apre all'improvviso facendomi quasi cadere, mentre mi si presenta davanti un Luke in pantaloncini e senza maglietta, con i capelli scompigliati e gli occhi ancora assonnati.
《Stavi venendo a darmi il buongiorno? Perché lo accetto volentieri! E poi non ne avevo mai ricevuto uno così gradito!》Mi dice con il suo solito atteggiamento da cascamorto.
《No, stavo andando in camera mia, e poi non avrei mai osato disturbare te e la tua compagna di questa notte!》Gli dico sorridendo falsamente per poi riprendere a camminare verso la mia camera.
Quando ormai stavo per entrare, mi sento girare per una spalla e sbattere contro un muro, ho già vissuto questa scena, "Si, eri contro un cancello e non eri in asciugamano", non me lo ricordare.
《Non c'è nessuna!》Lo fisso cercando di capire di cosa stia parlando.
《Non c'è stata nessuna ragazza con me stanotte!》Chiarisce.
《Ah ecco perché sei così arrapato da saltare addosso a chiunque!》Dico cercando disperatamente di non far tremare la mia voce.
《Di certo non aiuta il tuo essere in asciugamano!》Mi dice cominciando ad accarezzare il mio braccio, provocandomi dei brividi per tutto il corpo, ma mi riprendo subito non appena penso che oggi devo tornare a scuola ed affrontare Ashton, Leila, Michael e Calum, ma si può sapere perché si sono coalizzati per rovinarmi la vita?
《Ora scansati, non ho tempo da perdere con te!》Gli dico più dura di quanto volessi per poi scansarlo via ed entrare nella mia stanza.
Guardo la sveglia e noto che sono le sette e venti, sono in un ritardo enorme, considerando che ci vuole un'ora per arrivare, farò sicuramente tardi. Mi infilo velocemente dei jeans strappati e le mie convers consumate, prendo una maglietta panna normale davanti e con la schiena in pizzo e la infilo per poi metterci di sopra un leggero cardigan nero, fa caldo, ma non posso farmi vedere con le cicatrici, anche se nessuno qui le ha notate non vuol dire che lì non lo notino neppure.
Quando ho finito mi precipito giù dalle scale facendo i gradini due o tre alla volta, George mi sta aspettando alla porta.
《Sono pronta, possiamo andare!》Dico veloce.
《Dobbiamo aspettare il signorino Luke!》 Cosa? Non avevo neanche preso in considerazione l'idea che lui potesse andare a scuola, mi sembra troppo grande per frequentare il liceo. Lo vedo scendere poco dopo, non porta uno zaino, quindi probabilmente sta solo uscendo in città, mi irrito vedendo lo sguardo con cui mi fissa, beh? Che vuole?
《Possiamo andare ora, siamo in un ritardo tremendo!》Dico agitata ed uscendo dalla porta come un fulmine, per poi salire in macchina. Sento qualcuno sbuffare, ma non me ne può fregare di meno, sono troppo agitata all'idea di tornare lì, dovrò per forza affrontare Ashton come dovrei comportarmi? Oggi devo assolutamente parlare con Michael, deve spiegarmi ogni cosa.

Quando parcheggiamo davanti alla mia scuola salto giù dalla macchina e corro verso l'entrata, per fortuna la campanella non è ancora suonata, quando entro nella classe vedo all'istante Leila che si sbraccia per indicarmi il suo posto, le sorrido ma mi siedo vicino a Michael. Mi fissa sbalordito e forse sconvolto.
《Devo farti delle domande!》Gli dico calma anche se sono tutto fuorché calma. 《Dimmi!》Sospira ma mi rivolge un sorriso gentile.
《Cos'è tutta questa storia? Perché Ashton ha finto sull'allontanarsi da me? Perché è tornato? E chi è il mio vero padre?》Gli dico veloce e guardandolo negli occhi.
《Ok, ok, con calma! Sai della scommessa che abbiamo fatto io e Ashton, si? Si è allontanato da te perché era il mio turno, un tot di giorni lui ed un tot io! È tornato dicendoti la sua versione della verità, non so cosa ti ha detto, ma dimentica tutto, era tutta una presa in giro, anche la sceneggiata, quando tu sei corsa via, dovevi non fidarti di entrambi così avresti scelto senza un nostro coinvolgimento. Cosa ti ha detto?》Lo fisso per un po' sconcertata, non ho capito molto bene ciò che sta succedendo, solo che mi hanno preso in giro dall'inizio, ma come ho potuto essere così stupida ed ingenua?
《Mi ha detto che era tutta una scommessa, ma che ha capito di amarmi e non sopportava l'idea del dolore che mi avrebbe procurato se avessi scoperto tutto, ma ovviamente non gli credo!》Dico fredda e monocorde.
《Tipico, si è inventato un sacco di cazzate, volevo smetterla con la scommessa, perché quello che ti ho detto è vero, tu mi piaci davvero, ma lui voleva vincere ed io non potevo lasciarti a lui, non volevo che tu ti illudessi o ti innamorassi definitivamente di lui, perciò ti sono stato accanto. Mi sento un verme se penso a quello che ti ho fatto, non avrei dovuto fare quella scommessa, ma ti giuro che io provo davvero qualcosa per te a differenza sua, non sai quanto mi faccio schifo per questo!》Dice abbassando la testa, sento dalla sua voce che è pentito, ma ho sempre saputo che il sentimento che provavo per loro era solo affetto, perché per la prima volta c'era qualcuno che si interessava a me e che si accorgeva che io esisto in positivo, ero solo innamorata del modo in cui mi trattavano e vedevano, non tanto di loro, ma comunque non sono una brava interprete dell'animo umano, non dopo tutti gli errori di valutazione che ho fatto.《Perciò quella sera ti ho chiamato, per avvertirti di non fidarti di lui, avrei dovuto raccontarti tutto, mi dispiace, credimi!》Lo guardo negli occhi per un po', vedo la sofferenza sul suo viso, so che non dovrei fidarmi di lui e ancora non lo faccio ma una seconda possibilità non si nega a nesuno così gli sorrido.
《Hai ragione, avresti dovuto! Non ce l'ho con te, apprezzo il fatto che tu ti senta pentito, che abbia voluto far cessare la scommessa ed abbia cercato di avvertirmi, davvero! Magari potremmo essere... non lo so, forse amici! Ti sei sempre comportato bene con me ed io mi sono affezionata a te!》Gli dico sincera, mi ha ferito, ma so che è pentito e lo ringrazio.
《D-Davvero mi perdoni?》Mi chiede stupito, annuisco e lui mi abbraccia.
《Perché John?》Chiedo rabbuiandomi, pensando all'ospedale.
《La prima volta al parchetto era per Ashton, lui doveva salvarti, mentre la seconda volta era per me, dovevo salvarti io, non sai quanto mi odio per quello che ti è successo, entrambe le volte ti è successo qualcosa! Quando ti ho vista stesa per terra mi sono sentito male, mi sentivo così in colpa, perciò sono rimasto con te per tutto il tempo, vederti in quel modo è stata la cosa più dolorosa che abbia mai provato, credimi! Per rendere tutto più credibile Ashton si è anche tagliato, lo so che è assurdo, sembra quasi un predatore che desidera avere la sua preda a tutti i costi! Mi dispiace davvero!》Mi sento gelare, non riesco a credere a quello che sono arrivati a fare pur di portarmi al letto.
《Dimmi solo una cosa, mio padre, il mio vero padre!》Chiedo guardando dritto davanti a me.
《Tuo padre si è davvero suicidato, c'era John a casa tua, voleva parlarti, ma non so cosa volesse dirti, capisco dal tuo viso che non ne sapevi niente, tuo padre ti ha scritto una lettera prima di uccidersi ma l'ha presa lui, non ha voluto darcela, ci ha detto che te l'avrebbe data lui!》Sgrano gli occhi mentre lo stomaco mi si contorce, su quel biglietto potrebbero esserci le motivazioni per cui ha deciso di uccidersi, non poteva tenerlo lui, doveva darmelo.
《Quando me la darà?》Chiedo in un sussurro incapace di credere a ciò che mi ha detto, in effetti è un po' strano che un suicida non lasci un biglietto, in cui spiega la causa della sua morte o cerchi di consolare le persone che ha lasciato.
《Non lo so, probabilmente molto presto non credo che voglia tenere qualcosa che non gli appartiene e di così importante per qualcun'altro, tu l'hai visto solo mentre "recitava" non è così vattivo. Mentre il tuo vero padre è un uomo meraviglioso, è fantastico!》
《Lo conosci bene?》Gli chiedo vedendo quanto il suo viso si rilassi e si illumini parlando di lui.
《Lo so perché... beh... sono suo figlio!》
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Ok, capitolo piccolo lo so ma doveva finire con il colpo di scena!

È tutto una bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora