Capitolo 14

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Il primo a irrompere nella stanza fu un uomo dalle spalle larghe e i capelli lunghi legati dietro la nuca. Subito seguito da quattro ragazze e dall'anziana.
<<A cosa devo la vostra visita?>>
<<Cetaanir è venuta a noi ed ora lei richiede il vostro aiuto.>> Cador prese parola dando alle sue parole enfasi e forza, per questo ricevette lo sguardo squadrato e seccato di Dana.
<<Come faccio a sapere che Cetaanir è scesa davvero in questi luoghi?>>
Improvvisamente i tre la fissarono e Cetaanir capì che era venuto il momento di mostrare la sua identità, si posizionó davanti ai suoi compagni, sotto agli occhi di tutti.
<<Io...sono Cetaanir.>>
Le giovani dietro Llyr si sporsero incuriosite per osservarla meglio.
<<Sono troppo scortese se vi chiedo una dimostrazione?>>
<<L'unica visibile e concreta che posso darvi è l' assenza del simbolo della luna nel mio corpo. Sono sicura che tutti voi ne avete una perché io firmavo ogni mio disegno con essa.>>
L 'uomo davanti a lei continuò ad osservarla ad occhi stretti, studiandola.
<<Cosa ci chiedete?>>
<<Vi chiedo alloggio per una notte e informazioni. Cerco un passaggio che possa riportarmi da dove vengo e vorrei sapere cosa c'è oltre i confini del mondo.>>
<<Non credo sia saggio andare contro a chi ci ha creato, nonché nostra dea, anche se non posso essere sicuro delle vostre parole. Comunque, se è questo che chiedete, posso accontentarvi. Sterenn, porta i nostri ospiti nelle loro stanze, poi ai piani superiori.>>
Detto questo, l'uomo si girò mostrando la schiena coperta da uno scudo e andò via insieme alle ragazze.
Cetaanir si chiese perché quelle lo accompagnassero e che senso avesse la loro muta presenza.
L'anziana che li aveva portati fin lì li accompagnò alle camere, poi li fece salire lunghe scalinate. Ella le affrontava a schiena dritta, senza l'ombra di sudore o affanno mentre gli altri si trascinavano verso l' apertura che si presentava in cima.
Come fa?
Si chiesero tutti silenziosamente.
Finalmente raggiunto il soffitto, Cetaanir si sporse verso la finestra smussata che si apriva in esso. Una luce intensa la invase accecandola mentre con le braccia si aiutava a mettere i piedi sulla piattaforma.
I suoi occhi si abituarono alla luce rossastra e un paesaggio mozzafiato le si paró davanti.
Il sole si preparava a sparire oltre l'orizzonte. Le punte degli alberi formavano un lungo bosco e da quella altezza sembravano grossi fili d'erba. A sinistra, le ombre scure di alcune montagne sembravano rigide nuvole piovose.
Il vento le muoveva i capelli marroni verso montagne scure.
Forse è questo il mio mondo.
Si è formato sulle mie emozioni, sui miei desideri, su di me.
Un urlo acuto si espanse in tutta la valle.
Istintivamente si protesse con le braccia la testa e si rannicchió; non sentendo nulla di particolare, alzò lo sguardo lentamente.
Un falco raggiunse in picchiata il gruppo, le ali ripiegate sul corpo e gli artigli aperti.
All' ultimo distese le ali in tutta la loro apertura e, sbattendole per rallentare il volo, si poggió sul braccio coperto di Cador.
Estasiata, Cetaanir si avvicinò.
Il falco aveva il manto rossastro e il becco ricurvo verso il basso era di un giallo acceso. Una zampa dai possenti artigli era ornata da un bracciale d' oro con vari disegni incisi.
<<C'è qualcosa di sospetto, più ad ovest.>>
Gli occhi cioccolato di Cetaanir si aprirono in un'espressione di sognante incredulità.
<<Tu puoi parlare con gli animali>>
La frase non sembrava un'affermazione e neanche una domanda, ma un' esclamazione infantile di meraviglia.
<<Ho sempre desiderato parlare con gli animali è>>
<<Non parlo con gli animali.>>
La interruppe Cador prima che lei continuasse a emozionarsi.
Il volto della mezza dea si rattristí subito.
<<Ma posso vedere con i suoi occhi. Non so come, ma mentre lui vola o è lontano da me una parte del mio cervello riceve le immagini e le informazioni che lui raccoglie.>>
I grandi occhi di Cetaanir si estesero in un' espressione di stupore.
<<Come si chiama? >> continuò.
<<Bideven.>>
Cetaanir sfiorò con un dito il manto piumato dell' animale.
Tutta l' attenzione delle persone presenti si era puntata su di lei, per cui, a disagio, decise di zittirsi.
<<Avete detto che cercate un passaggio per tornare nei luoghi da dove provenite, posso sapere che posto è? >>
Il piano di Cetaanir di chiudere la bocca per un pó venne subito smontato da Llyr.
<<Io non sono di questo mondo, il mio è un altro. Sono stata catapultata qui, ma...>>
Un dubbio si insinuó tra i neuroni del suo cervello.
Possibile che ancora non ci avessi pensato?
Mamma ha detto che siamo scappati attraverso un mio disegno quando avevo otto anni, ciò vuol dire che... da dove vengo io? Dove sono nata?
Un boato scosse i suoi pensieri.
Llyr si mosse all' istante, allarmato, urlò a tutti di scendere dal tetto.
In pochi riuscirono a seguire il suo comando.
Il tetto della città intagliata dentro la roccia era accerchiato da varie figure.
Cetaanir non riuscì a seguire nemmeno una delle fulminee azioni dei suoi compagni, i suoi occhi si spostavano da una persona all' altra senza comprendere.
Solo quando ne vide una cadere morta il cervello iniziò ad elaborare compiutamente e a mandare segnali ai suoi muscoli.
Llyr aveva sfilato lo scudo dalla schiena e aveva iniziato ad usarlo anche come arma, oltre che per difendersi. Calien lanciava ovunque delle specie di punte di freccia o altri piccoli oggetti appuntiti troppo veloci perché Cetaanir li individuasse. Dana lottava corpo a corpo con calci, pugni e coltelli. Dalla sua spalla sinistra un metallo color oro circondava il seno e la spalla.
Cador scoccava freccie con l'arco da cui non si era mai staccato per tutto il viaggio. Anche Stereen, per quanto sembrasse anziana, lottava con un lungo bastone.
Accerchiata da tutti loro, Cetaanir voleva fare qualcosa, ma si rese conto di essere completamente inutile, anzi, era un peso, la sua incapacità di difendersi era aggravata sugli altri.
Nella confusione, riuscì a trascinare vicino a sé una spada anche se sapeva non sarebbe mai riuscita a sollevarla tanto era pesante. Dana si batteva con un ragazzo dai capelli scuri e per quanto lo attaccasse non riusciva a colpirlo abbastanza forte. Lui riusciva a schivare e a proteggersi dai suoi colpi; indietreggiava sempre di più e Dana gli andava contro continuando a lottare. I suoi cinque pugnali erano sparsi nei corpi e sul pavimento.
Anche Stereen e Cador si erano allontanati e così Cetaanir si trovò scoperta . Una ragazza si buttò nella mischia, colpì alle spalle il giovane contro cui Dana combatteva e giunse veloce al fianco di Cetaanir.
Con una spada corta nella mano destra affondò la lama nel braccio di una donna che era quasi arrivata a Cetaanir, lei però non se ne era accorta, troppo impegnata a seguire le battaglie e a sperare che nessuno dei suoi compagni rimanesse ferito.
La giovane donna non sembrò preoccuparsi minimamente del suo braccio da cui sgorgava solo un sottilissimo rivolo di sangue. Anche la ragazza con la spada corta se ne accorse e il suo viso si distese in un espressione di paura e stupore.
Si distrasse solo un momento e quel momento bastò.
Un pugnale si addentró nel suo petto. La sua nemica estrasse la lama con forza e velocità. La giovane si girò scioccata verso i suoi compagni, gli occhi, due sfere già bagnate di lacrime, non potevano nascondere il terrore di una consapevole morte imminente.
Cadde sulle ginocchia.
Cetaanir la raggiunse prima che la faccia sbattesse rovinosamente nel terreno.
Il tempo sembrò rallentare e lei ebbe la piena consapevolezza visiva e mentale di ogni suo movimento. Un urlo ruppe il lungo momento.
Dana, Cador e Stereen si liberarono dai loro nemici. Stereen aiutò Calien a liberarsi a sua volta della combattente contro cui lottava da molto.
<<Eruannie! Così ci ritroviamo! Quando ti ho lasciata nel bosco speravo tanto di rivederti.>>

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SPAZIO AUTRICE
Finalmente ho continuato!
Ci sono vari motivi per cui non scrivo da un pó:
1. Ho iniziato un bellissimo concorso e quindi mi sono concentrata su quello per un pó (la prima prova è già tra i libri pubblicati se volete darci un' occhiata mi farebbe molto piacere! )
2. L' ultima volta che ho aggiornato ho pubblicato 5 capitoli e mi serviva una pausa.
3. La scuola mi sta ammazzando. Ed è dir poco. Già solo l' ansia che mette basta.
E ..... basta. Probabilmente non ve ne frega niente, ma fa lo stesso.
È la prima volta che descrivo una battaglia, l'ho trovato un lavoro particolarmente difficile, spero comunque vi piaccia.
Una cosa che volevo precisare: i nomi nella storia hanno quasi tutti dei significati.
Naira = "Grandi Occhi" (nome dei nativi americani)
Beraht= Splendente (germanico)
Miriel=Gioiello (elfico)
Nuala= bionda (viva l' originalità)
Stereen = stella (celtico)
Calien= luce (elfico)
Cador =uomo della battaglia (celtico)
Bideven= Falco (celtico, molto fantasioso lo ammetto)
Llyr = colui che viene dal mare (celtico)
Basta, per ora mi sembra di aver messo almeno i principali. In ogni caso molti di questi nomi verranno spiegati, più avanti.
Per ora è tutto.
Alla prossima puntata.

Ciiaaaaaoooooo!!!

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