Capitolo 21

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Caos.
Tutto, dentro e attorno a Cetaanir, era sovrastato da un caos immenso.
Il freddo dell' aria notturna le ghiacciava le guance e gli occhi offuscati dalle lacrime non riuscivano a cogliere alcun particolare dell' ambiente.
Sapeva solo che doveva correre.
Concepiva solo il proprio respiro affannoso, le fitte che fulminavano la sua milza e le urla attorno a lei.
Nella sua mente arieggiava una sola parola: corri.
Corse oltre la radura spettrale e nebulosa, si inoltró nella foresta grigia e continuò veloce finché che le ginocchia non le cedettero incespicando in un tronco.
Rimase inginocchiata cercando di riprendere fiato senza fare troppo rumore.
Lo specchietto pesava nella sua tasca come a ricordarle la propria esistenza.
Aveva voluto tanto lo specchietto per essere d'aiuto, ma poi?
Appena qualcuno le aveva gridato di scappare non aveva esitato e aveva lasciato che il panico muovesse le sue gambe.
Due copiose lacrime caddero pesantemente sul terreno.
Inutile.
Sono semplicemente inutile ed inutili sono stati tutti gli sforzi, tutti i buoni propositi, tutte le azioni dei miei compagni.
Inutile. Codarda. Egoista. Ignobile. Illusionata bambina senza personalità.
Si disse riprendendo fiato.
Sono sola di nuovo.
Sola sono stata per tutta la vita e sola sono tornata ad essere con le mie stesse mani.
Il rumore di passi vicini la fece scattare in piedi.
Indietreggió fino a raggiungere con la schiena il tronco di in albero.
Amici? Nemici?
Si appiattí mentre due giovani le correvano davanti.
Attese ancora qualche secondo per poi ricominciare a correre.
Devo pensare. Devo fare qualcosa. Qualcosa ancora posso fare.
Di nuovo, qualcuno correva dietro di lei.
Il panico si impossessó nuovamente del suo corpo e la sua corsa si velocizzó.
La sua vista si offuscó e la testa le girò rallentandole i riflessi.
Continuò a correre.
Continuò anche quando i rami di un'area folta della foresta le sferzarono il volto.
Continuò quando inciampó in qualcosa e continuò anche quando davanti a lei si staglió all' improvviso un enorme altura concava di roccia e terra.
La faccia sfregó nel terreno e una mano venne schiacciata sotto al suo peso e a quello di qualcun'altro.
Veloce, lo sconosciuto le prese la mano libera e gliela girò dietro la schiena.
I respiri dei due ancora affannavano per la corsa e a Cetaanir parve improvvisamente tutto silenzioso.
I suoi muscoli si rilassarono.
Il mondo era chiuso in una bolla da cui i suoni la raggiungevano ovattati e lenti.
Era stata catturata.
Per lei era finita.
Anche la speranza parlava in modo oscuro e lontano.
Un urlo spezzò la bolla.
Il suo polso era di nuovo libero.
Forse fu l' istinto a muoverla da sotto il peso dello sconosciuto.
Il ragazzo continuò a urlare lasciandola definitivamente libera dalla propria massa.
Una lunga corda incandescente era attorcigliata al collo dell' uomo che cercava di liberarsi e si arrotolata a terra in preda al dolore.
L' estremità opposta era tenuta saldamente da una figura femminile. Il volto contratto di questa era illuminato dalla frusta infuocata.
Niniel.
La ragazza si volse di scatto e con un secco movimento della mano sinistra prese una delle cordicelle rosse attaccate tra i capelli alla testa e la strappò con forza. Con questo gesto la piccola cordicella divenne una frusta lunga e rovente.
Cetaanir era talmente affascinata e attirada da quella forte e combattente versione di Niniel da non accorgersi della ragazza sconosciuta che era arrivata e contro cui ora stava cercando di lottare.
La ragazza però era molto svelta e riuscì a schivare più volte la frusta di Niniel.
L' altro giovane approfittó della sua momentanea distrazione per rallentare il filo rovente e liberarsi.
Niniel se ne accorse.
Tutto si svolse così velocemente che Cetaanir non aveva avuto nemmeno il tempo per sbattere le ciglia una volta.
Niniel si era voltata di scatto ed altrettanto velocemente e con estrema prontezza la ragazza di fronte a lei si era avvicinata.
La sua mano aveva afferrato qualcosa dietro la schiena e con un movimento fluido lo aveva scaraventato contro il petto di Niniel.
Lei la fissò stupita, il panico le spalancó gli occhi e il suo corpo venne tranciato da uno spasmo.
La sua giovane nemica ritrasse la mano ed il coltello insanguinato.
Cetaanir non poté più guardare.
L' uomo le si avvicinava con volto stralunato e malvagio.
La sopravvivenza disegnò febbrilmente qualcosa nello specchietto e il suo dito lo lanciò verso il suo nemico.
Delle urla si avvicinavano sempre di più.
Non sarebbe riuscita a bloccare tutti.
Il suo sguardo riusciva a cogliere solo l'immagine tramortita del ragazzo che aveva appena ucciso. Non era solo un ragazzo, ma una sua creazione, un suo sentimento, suo figlio, parte intrinseca di lei.
Si volse verso la ragazza che aveva accoltellato Niniel.
I suoi occhi non riuscivano a vedere altro che i suoi lineamenti, le forme dei due corpi morti a terra e le macchie confuse di altri che giungevano.
Non sarebbe riuscita ad uccidere ancora nemmeno un' altro di loro.
Sarebbe morta lei stessa piuttosto che uccidere un' altra sua realizzazione.
<<Cetaanir!>>
La ragazza ora cadeva a terra.
Calien le prese il polso continuando a correre. Dana estrasse il suo coltello dal petto della nemica.
I loro nomi, Cetaanir avrebbe voluto conoscere il loro nomi, sapere se avrebbero potuto cambiare, essere dalla sua parte anziché contro di lei.
Erano comunque parte di lei, no? <<Calien>>
Non sentì la propria voce tremante e sottile, ma la sua fedele compagna la fissò durante la corsa.
<<Niniel, Niniel >>
Provò a completare la frase.
Calien la fissò di nuovo e con gesto rigido del capo le fece capire di sapere cosa volesse dire e Cetaanir non riprovó a finire il discorso.
<<Sono troppi.>>
Urlò dietro di loro Dana.
<<Hai in mente qualcosa?>>
<<Ormai siamo vicini alla fine del mondo. Dobbiamo rischiare.>>
<<Dove sono gli altri?>>
Dana e Calien si fissarono senza rispondere a Cetaanir.
Non sarebbe giusto dire che la gola della dea si annodó, piuttosto si ingrossó di angoscia e agonia ostruendo il passaggio di aria.
Si sentì strozzata.
Incapace di qualsiasi cosa oltre a restare al fianco in corsa delle sue compagne.
Sentì altre urla, altri passi in corsa attorno a loro.
Questi rumori aveva sentito al risveglio burrascoso nella notte e questa unica colonna sonora faceva da sottofondo a quelle ore passate a correre e sperare, lottare e cercare di respirare ancora.
Solo un suono si presentò per la prima volta: l'acuto grido di un falco sulla foresta.
Una radura si distese lunga e in salita.
Una rupe, un salto.
Un urlo bloccò le loro gambe.
Il nome di Calien uscì dal bordo della foresta e con essa la figura robusta e ferita di Cador.
Cetaanir si voltò involontariamente verso la sua compagna.
Il suo viso era attraversato da una miriade di sentimenti.
Sicuramente era felice e preoccupata.
Furono solo pochi secondi.
Il volto della giovane le sfuggì da sotto gli occhi lanciato in una folle corsa.
Cetaanir sentì le spalle più leggere e il polso soffrì dell' assenza rincuorante della stretta di Calien.
Dana seguì la compagna per salvare il ragazzo.
Bideven volò sopra la radura e si lanciò verso i nemici con lo stesso obiettivo di salvezza che aveva mosso Calien e Dana.
E Blez? Ed Erech?
Erano ancora vivi da qualche parte nella foresta?
Calien, Cador e Dana raggiunsero la cima della rupe, Cetaanir aveva preso lo specchio tra le sue mani ed aveva disegnato un altissimo muro cristallo.
I rossi raggi del sole nascente trapassavano il robusto materiale.
Cetaanir si volse verso i volti stremati dei suoi compagni.
Si avvicinò al bordo della rupe.
Oltre, il nulla.
L' indescrivibile niente di quando gli occhi si perdono a fissare l' aria inconsistente e senza forma.
Un lungo brivido le attanaglió lo stomaco e le fece rabbrividire la pelle.
Tirò un respiro profondo e tremante di paura e si girò.
Non si suffermó sui volti dei suoi compagni, ma lasciò che il suo corpo si lasciasse dolcemente alle braccia ignote del nulla.
E vi sprofondó.

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Angolo Autrice:
Nonostante non sia esageratamente lungo, questo capitolo ha racchiuso ben due capitoli.
Questo significa che alla fine non ne mancano due, ma solamente uno.
Un solo capitolo miei cari lettori.
Sono combattuta dal lasciarlo eterno ed incompleto per una settimana ed il desiderio di ultimare la mia prima opera e dare sfogo alle mille idee che ho sull' ultimo capitolo.
Sapete che scene di lotte e angoscia non sono le mie migliori e mi spiace che il penultimo capitolo sia così poco ben fatto... cercherò ancor di più di rendere il prossimo e ultimo (ripeto, Ultimo) il massimo!
Per ora è tutto, cosa ne pensate?
Secondo voi cosa accadrà?
Date sfogo alle idee più pazze e alle previsioni più improbabili perché sarà la vostra ultima occasione!
(E perché tanto non riuscirete ad indovinare muahahaha 😈)
Come al solito non vi dico quando aggiornerò perché come suddetto non ne ho la più pallida idea XD
Bacioni a tutti!!
:*

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