Capitolo 15

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Cetaanir non poté evitare di ascoltare la ragazza dai capelli corvini.
La donna però non guardava lei, il suo sguardo era puntato su Dana. Quest'ultima era visibilmente tesa, il suo volto contratto esprimeva rabbia e le nocche delle mani erano diventate bianche tanto le stringeva a pugno.
<<Morwen. >>
Pronunciò a denti stretti, quasi sussurrando.
<<Allora ti ricordi di me! Mi spiace non sapere il tuo nome, abbiamo parlato così poco quella volta, ma passiamo ad argomenti più importanti.>> la voce della ragazza dai capelli voluminosi da dolce e allegra si fece grave e cupa.
<<Sono felice di conoscere i tuoi amici. Vediamo, chi può essere la nostra amata dea...>>
Accarezzandosi teatrale il mento con una mano iniziò a scrutare i compagni di Cetaanir. Ella evitó il suo sguardo osservando impaurita il terreno. La sua vicinanza alla ragazza dalla bellezza provocante era decisamente inadeguata e pericolosa.
<<Stai sbagliando Morwen, non è qui.>> improvvisamente prese parola Calien.
<<Non provare ad ingannarmi. So esattamente chi è di voi e vi conviene lasciare che me la prenda. Non ricordi il discorso che ti ho fatto? Lei ha creato il nostro dolore, la nostra sofferenza e il disagio che dilaga.>>
Si rivolse nuovamente a Dana.
Il terrore invase Cetaanir a quelle parole. Lei nemmeno sapeva che i suoi disegni prendevano vita.
In uno scatto veloce Cador si lanciò contro Morwen.
Lei lo schivó prontamente colpendolo poi col gomito nella schiena. Llyr le giunse alle spalle con un pugnale, ma qualcosa lo bloccò dal colpirla.
Indietreggió terrorizzato.
Anche gli altri si allontanarono da lei schifati.
Solo Cetaanir, ancora per terra con la giovane morta sulle gambe, non poteva vedere e , senza capire, osservava i volti e i movimenti rigidi dei suoi compagni.
Morwen era piegata in avanti, con la schiena ricurva, i capelli pomposi erano tutti rivolti in avanti e nascondevano il viso dolente.
Al centro delle sue spalle, un semiliquido essere si muoveva scuro. Si sporgeva fuori dalla pelle liscia della ragazza e continuava a contorcere il suo corpo viscoso. Prima lentamente, si formò un arto che improvvisamente uscì con uno scatto in tutta la sua forma e lunghezza. Poi continuò ad uscire tutto il resto del corpo in forma umanoide. Le braccia, appoggiate alla schiena di Morwen, aiutavano le gambe e il busto a spingersi fuori.
Con gli occhi spalancati, tutti in quei momenti si bloccarono nauseati.
Respirando pesantemente e freneticamente Morwen si drizzó. L' essere attaccato alla sua schiena aveva volto informe, senza lineamenti; solo un buco rumoreggiava aprendosi e chiudendosi.
Con un urlo mostruoso la testa dell' essere scuro si allungò verso Llyr che prontamente lo colpì con lo scudo. Morwen si girò e lo colpì a sua volta al volto con un calcio.
Cetaanir si trovò davanti il mostro gelatinoso solo per pochi istanti. Tutti i presenti si lanciarono contro Morwen lottando in pochi alla volta. Lei però riusciva a schivare e controattaccare. Le ferite che le infliggevano non la scolpivano minimamente; la sua pelle sembrava una rigida coperta scalfita solo superficialmente. L' essere viscoso lottava con lei collaborando come fossero una cosa sola.
Essi erano sempre uniti in almeno una parte del corpo, ma questa non era sempre la stessa.
Entrambi raccoglievano ed utilizzavano ogni sorta di arma ed anche senza, riuscivano con agilità a non farsi ferire gravemente.
Erano otto contro due, ma non riuscivano ad avere la meglio né loro né Morwen.
Per qualche secondo tutto si bloccò. Nessuno si mosse, stanchi e coscienti che, alla lunga
nulla sarebbe cambiato e sarebbero rimasti alla pari.
<<Tutto qui? Non sapete fare di meglio? >>
Li sfidò Morwen ansimando.
Per quanto cercasse di darsi contegno, il sudore perlava sulla sua fronte e nel collo.
<<Come mai la nostra dolce dea non fa niente? Come mai non vi aiuta, Eruannie?>>
Dana le si buttò di nuovo contro ferendola con un pugnale nel braccio e la lotta ricominciò.
Cetaanir si sentì attaccata nell' orgoglio e, pur sapendo di essere inutile, raccolse la prima arma da lancio che trovò.
Infilò una freccia nella balestra e mirò.
<<Calien!>>
Urlò più forte che poté, la giovane si girò al suo richiamo e si buttò di lato.
I suoi occhi non riuscirono a cogliere l' atto veloce dell' arma.
Al movimento del suo dito, la chiave lasciò l' elastico della balestra che spinse la freccia fuori dall' arco di legno.
L'asse lungo della freccia girò su se stesso, la punta di metallo tagliò l' aria silenziosamente e giunse lontano.
Troppo lontano.
Morwen la fissò con odio, i suoi occhi di ghiaccio però si spostarono subito sulla ragazza davanti a lei.
Con nuova foga iniziò a combattere puntando direttamente verso Cetaanir.
<<Ancora! Provaci ancora Cetaanir!!>>
Appena urlato il nome, Calien si chiuse la bocca con una mano.
Morwen invece sorrise soddisfatta.
Ora era completamente certa di chi fosse la sua preda.
Cetaanir intanto cercava con foga un' altra freccia, ma la paura e la fretta le oscuravano la vita e le confondevano la mente.
Correva chinata sui corpi e tra la confusione della battaglia. Morwen si avvicinava ancora.
Un urlo stridulo le congeló le membra.
Si girò.
Una ragazza era appena caduta a terra, pugnalata da un'altra giovane.
Sul tetto della città, dove si trovavano, salirono altri due nemici.
Cetaanir ricominciò disperatamente a cercare una freccia che ormai non le sarebbe servita a nulla.
Un fischio si espanse tra i rumori della battaglia.
Lei però non ci badó, trepidante per aver scovato una freccia sotto ad un corpo.
Prese il braccio inerme e cercò di girarlo con quello. Il cadavere però era troppo pesante per tirarlo semplicemente con una mano.
Si guardò attorno per pochi istanti e lasciò la presa dalla balestra.
Con entrambe le mani riuscì a voltare il corpo inerme.
La freccia era lì, piantata nel cuore.
Cetaanir si prese qualche secondo per scrutare il viso del suo nemico.
Gli occhi semiaperti e riversi, i baffi curati e le labbra violacee, aveva la pelle pallida e gli indumenti intrisi di sangue scuro.
Prese un respiro e appoggiò la mano sinistra nel petto dell' uomo, con la destra prese la freccia nella punta e con uno strattone la estrasse.
Ho toccato un corpo morto e gli ho strappato dal petto la causa del suo decesso.
Pensò con orrore.
Ma non ebbe il tempo di fare altro, qualcosa la strinse per le braccia e la tirò verso l' alto.
Istintivamente prese la balestra.
Guardò in alto.
Sopra l' enorme animale vi erano Calien, Dana e Cador.
I suoi piedi si allontanavano sempre di più dal tetto della città. Infilò a fatica la freccia nella balestra e mirò.
Si allontanava sempre più velocemente, non ci pensò.
Agì.
La freccia squarció l' aria e raggiunse il suo obiettivo.
Non ci credette.
Non ci credette nessuno.
Ce l' aveva fatta.
Morwen si divise con un urlo dall' essere nero a cui era congiunta.
La guardò con odio. Un odio struggente. Poi cadde immobile.
L' essere viscoso si contorse e si squacció a terra.
Da lontano Cetaanir rabbrividí.
Ormai però erano fuori pericolo, almeno loro.
Ancora cinque figure, sopra la città, combattevano tra di loro.

*****

L'enorme animale si avvicinò lentamente al terreno spingendo l' aria verso il basso con le sue possenti ali.
Lasciò Cetaanir a poca distanza dal terreno.
Quando le quattro zampe si poggiarono a terra e le ali smisero di smuovere aria, Cetaanir lo poté osservare.
Nemmeno ricordava di averlo disegnato.
Due pelose orecchie allungate spuntavano dalla testa aquilina.
Le possenti ali erano piumate di marrone e bianco, le zampe anteriori avevano grossi artigli ed apparivano completamente uguali a quelle dei rapaci. Solo molto più grandi. La coda e le zampe posteriori però erano pelose e la loro forma e il loro colore assomigliavano a quelle dei leoni.
Un grifone.
Bellissimo e terribile contemporaneamente.
L' animale prese fiato dalla lunga corsa in volo, poi si risollevó per immettersi nuovamente nel cielo.
Solo in quel momento, fissando il cielo, si accorse che il cielo si stava scurendo.
Quanto è durata la battaglia?
Quando siamo arrivati sopra al tetto della città intagliata il sole stava scendendo.
Continuò a ragionare.
<<Siamo in estate?>>
Sbottó infine girandosi verso i suoi compagni e accarezzandosi le braccia indolenzite dal viaggio in volo.
Cador le rispose seccato.
D 'estate il sole scende più lentamente e, anche una volta nascosto sotto l' orizzonte, l'atmosfera continua ad essere molto illuminata.
<<Stereen e Llyr stanno ancora bene, feriti, ma vivi. Non vedo più il corpo di Morwen.>>
Iniziò a dire Cador, chiudendo gli occhi e concentrandosi su altre immagini della sua mente.
<<i corpi.>> si corresse. <<Probabilmente qualcuno dei suoi compagni l'ha portata via.>> suppose infine ad occhi aperti.
Calien si guardò il fianco sinistro dolorante. Cetaanir si catapultó verso di lei.
<<Oh no, Calien! Come posso aiutarti? >>
<<Dobbiamo lavare le ferite e chiuderle. Anche Cador è ferito.>>
Dana si avvicinò a lei prendendola per il polso.
Senza discutere, rapita dalla sua influenza, Cetaanir la seguì. Camminarono per molto, alla ragazza sembrava di vagare da ore inutilmente. Poi però anche lei sentì lo scorrere di un fiume vicino.

*****

<<Cosa succederà da adesso?>>
Chiese titubante.
<<Dovresti decidere tu, Cetaanir.>>
Gli sguardi dei suoi compagni la fissarono attentamente.
<<Io non so cosa fare, quindi lo chiedo a voi.>> disse abbassando gli occhi dai loro insistenti. Poi, non sentendo risposte continuò aggiungendo: <<Se foste nei miei panni, cosa fareste? Non so neanche se esiste un portale per tornare indietro! Forse non esiste e io sarò costretta a vivere qui per sempre, e mia madre e mio padre?>>
<<Se c'è un modo per passare da un mondo all' altro, c'è anche il modo per attraversarli in senso opposto.>>
Cercò di tranquilizzarla Calien.
<<Io andrei avanti. Non abbiamo molte altre alternative.>>
Si intromise Cador.
<<Concordo. Il modo più sicuro per trovare qualcosa è cercarla.>>
Confermò Dana.
L'ha già detta questa frase?
<<Quindi dove inizieremo a cercare?>>
<<Forse la cosa migliore è provare col confine del mondo. Non credo altri sappiano di un portale, per semplici motivi: se qualcuno ne sa qualcosa, o sono così poche persone che sarebbe difficile chiedere a loro direttamente, oppure la voce sarebbe giunta almeno alla città di Alyon e a quella che abbiamo appena lasciato, che sono le più grandi. Gli altri che possono saperne sono davvero pochi, oppure sono nostri nemici. Loro però non possono esserne a conoscenza, avrebbero già oltrepassato il portale per cercarti. O per altri milioni di motivi validi. >>
<<Quindi il luogo più ignoto potrebbe nascondere ciò che cerchiamo.>> concluse Calien.
<<È la mia teoria. Non è tra le mie migliori intuizioni, ma è già qualcosa. Se non troviamo niente là, vuol dire che perlustreremo questo mondo centimetro per centimetro.>>
Dana terminò di parlare e nessuno disse più niente a riguardo per tutta la sera. Dopo pochi altri discorsi, iniziarono a coricarsi per riposare tutto ciò che rimaneva della notte.
Stesa sul suo giaciglio di foglie, Cetaanir pensava alla giovane morta per difenderla, a Morwen e il suo essere nero, al giovane a cui aveva strappato la freccia dal petto e a tutto ciò che era successo in così poco tempo.

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SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazzi!
Questo capitolo è più lungo del solito, in realtà, doveva essere ancora più lungo e avevo promesso a olympia124a che avrei spiegato alcune cose, ma sarebbe venuto davvero troppo lungo. Quindi aggiornerò il prima possibile (per fortuna questa settimana è leggera e non ho molti impegni)
Quindi al prossimo capitolo!! :*

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