Capitolo 1 : Dana

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Le cellule si unirono tra loro in una vorticosa e frenetica danza. Le molecole si aggregavano in organi e tessuti assemblando man mano una forma.
La primissima cosa che si percepí di quell'essere fu il suo muscolo cardiaco pompare sangue in grandi quantità, prima lentamente, poi sempre più velocemente in una folle corsa di vita.
Infine, anche l'essere percepí la propria esistenza ed ebbe coscienza di sé, il suo cervello si costruì all'interno del cranio.
I suoi occhi videro i colori.
Erano tanti e liquidi, sopra e ovunque attorno a sé, si mescolavano lentamente creando nuovi toni e sfumature o rimanendo distinti tra di loro.
La creatura venne attaccata da un'angosciosa sensazione di vuoto sotto il proprio corpo e, mossa dall'istinto, tentò di aggrapparsi al liquido colorato o a qualsiasi altra cosa potesse frenare la caduta.
La pelle, ogni nervo ed ogni muscolo era teso e tremava tanto era sotto tensione.
Cadde per vari metri in quelle che lei percepiva ore eterne.
Aspettó con terrore il rovinoso scontro col suolo.
Invece, il suo corpo si adagió dolcemente al terreno, nessuno scontro fatale, nessun graffio o botta alcuna.
I muscoli vibravano incontrollati e si sentì debole. Sopra la sua testa col suo sguardo a seguirlo, il liquido colorato, in forma di lungo fascio, si ritirava nell' infinito del cielo.
Improvvisamente, con un doloroso spasmo, i polmoni reclamarono aria per la prima volta.
Tossì, si accovacció e si contorse dolente, il corpo spinto contro il terreno.
Poi tutta la sua figura si immobilizzó, si rilassó per vari minuti e infine si ridestó.
Traballante e instabile, si alzò facendo peso sulle gambe. Rischiò più volte di ritrovarsi a terra nuovamente a causa dell' instabilità del suo corpo.
La mente, ancora offuscata, non distingueva compiutamente ciò che la circondava e rielaborava a fatica solo gli elementi più semplici.
Vagó trascinandosi e appoggiandosi agli alberi sparsi nella radura tra l'erba alta.
Da lontano scorse uno specchio d'acqua, lo raggiunse lentamente, costringendosi ad avanzare con slancio, ma senza riuscirci.
Quando gli fu vicino, le gambe le cedettero e si avvicinò strisciando nel terreno e spingendosi con le braccia.
La sua immagine le si presentò sfuocata sulla superficie dell' acqua, sobbalzó indietro per lo spavento alla sua vista, poi però tornò subito ad osservare il suo volto.

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