Un inaspettato inizio

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Finalmente dopo circa mezz'ora passata nel pullman arrivo davanti ai cancelli della scuola. Ormai sono cinque anni che la frequento: la Hamilton High School. Questo è l ultimo anno e dicono che sarà più difficile degli altri, ma in questo momento ho altro per la testa: non solo non riesco a smettere di pensare a mio padre, ma continuo a vedere nella mia mente l'incontro con la donna del mio incubo. Cerco di scacciare via quei pensieri quando incontro fuori scuola i miei due migliori amici: Mark e Michael.
"Caspita, non ci vediamo da tre mesi", esclamo," raccontatemi le vostre avvent...".
"Ah lasciamo perdere!", mi interrompe Mark,"ultimamente mio fratello si sta facendo ancora più insopportabile."
"Avrei dovuto assorbirti quando ne avevo l'occasione durante la gravidanza. Penso che saresti carino come voglia sulla mia chiappa."ribadisce invece Michael.
Tra quei due non è mai corso buon sangue, eppure sono uno il riflesso dell'altro; a volte mi stupisco di come abbiano gli stessi capelli neri, gli stessi occhi scuri come il carbone e le stesse abitudini, come ad esempio schioccare le dita mentre parlano. Però c'è da dire che non sono uguali nel carattere: Mark è molto più estroverso, socievole e spesierato, infatti fu lui a fare amicizia con me cinque anni fa il primo giorno di scuola, mentre Michael è un po' più timido e riservato, anche se siamo buoni amici.
Il suono della campanella mi strappa dai miei pensieri e vengo travolto dalla solita massa di gente impaziente di iniziare l'anno scolastico:"Ma con che coraggio vogliono tornare a scuola così di corsa?!"scherzo con Mark.
Mi faccio coraggio e mi decido finalmente ad entrare, seguito a ruota dai due gemelli. Devo ammettere che, arrivato in classe per seguire la lezione di biologia, mi pento di non aver corso insieme alla quella massa di persone perché ora mi spetta il primo banco da solo. Mi accorgo anche di quanto poco mi sia mancata la scuola, ma di certo non quanto i miei "simpaticissimi" compagni di classe. Ad eccezione di Mark e Michael, seduti al banco di fianco al mio, mi stanno tutti antipatici, a partire da quelle insopportabili cheerleder, per concludere con Frank Johnson: solo perchè è il capitano della squadra di football si crede una divinità scesa in terra e considera noi, poveri mortali, suoi umili servitori. A volte vorrei proprio spaccargli la faccia a pugni ma mio padre mi ripeteva sempre di non usare la violenza se non necessaria e così, per rispettare la sua memoria (anche se mi ha inviato della posta dall'oltretomba a quanto pare) decido di seguire i suoi consigli e quindi di lasciare intatta la faccia di quel presuntuoso. Ecco fatto: sto ancora pensando a mio padre; fortunatamente entra il professore in classe per cominciare la sua prima lezione dell'anno scolastico. Come ogni prima lezione che si rispetti il professore chiede a tutti cosa hanno fatto durante le vacanze estive, aumentando ancora di più la mia noia. Dopo circa un quarto d'ora passato a chiacchierare inutilmente il professore ci spiazza tutti con un annuncio inaspettato:"Ragazzi, direi che è giugno il momento di fare un annuncio importante. Volevo dirvi che quest'anno avrete un nuovo compagno di classe" dice e girandosi verso la porta urla:"Entra pure!"
Appena quelle parole risuonano nell'aria, lentamente incomincia ad aprirsi la porta dell'aula e si mostra una ragazza snella di circa un metro e sessanta, con i capelli marroni raccolti in una treccia che le ricade sulla spalla; indossa dei jeans attillati ben nascosti da una lunga felpa rossa, con un grande sole giallo stampato sopra, ed una lettera giapponese legata ad lunga collana che le scende fino a metà busto. Non so se sia quella gran quantità di particolari o semplicemente per la sua bellezza, ma non riesco a staccarle gli occhi da dosso, come se le mie pupille cercassero di penetrare quello strato di lana e seta che la protegge. Dopo una decina di secondi passati all'uscio della porta incomincia a incamminarsi lentamente verso il professore con gli occhi puntati verso il pavimento, si ferma a pochi centimetri dalla cattedra e con voce bassa ma decisa esclama senza staccare gli occhi da terra:"Sono Edith Jackson, piacere di conoscervi, spero di passare un buon anno con voi!"
Subito le sue guance si tingono di rosso e il silenzio piomba nell'aula, rotto però da un inutile commento ad alta voce di Frank:"Guarda che non devi avere paura, non ti mangeremo subito il primo giorno".
L'intera classe scoppia a ridere tranne me, Mark e Michael che sono stranamente seri. Se prima la faccia di Edith aveva un aspetto timido e riservato, il suo sguardo punta giusto per un attimo il posto del capitano della squadra di football. Potrei giurare che i suoi occhi si sono illuminati, ma tutto sparisce quando riabbassa lo sguardo verso il pavimento. Aspetta ancora qualche secondo in silenzio nell'attesa che la classe smetta di ridere e si avvia verso l'unico banco con un posto libero: il mio. Preso inspiegabilmente dal panico, nel tentativo di togliere parte della mia roba dal banco per lasciarle lo spazio sufficiente, faccio cadere lo zaino a terra vicino ai piedi di Edith, mentre la classe ride dalla mia goffaggine.
Mi accorgo però che dalla tasca interna dello zaino è scivolato fuori il cristallo.
Frank per deridermi grida:"Rogers stai attento a non perdere il tuo amato sasso, prova a dormirci insieme stanotte".
"Adesso basta Johnson" risponde al posto mio il professore, facendo stare finalmente zitto Frank.
Così Edith raccoglie gentilmente sia lo zaino che il cristallo, e noto che sembra quasi ipnotizzata da quella pietra, come se volesse conoscere la storia ed i segreti nascosti dietro quell'affascinante oggetto. Si accorge che la sto osservando e si sbriga a porgermi con gli occhi bassi la pietra. Riprendo la pietra e le bisbiglio:"Grazie mille" e le rivolgo un sorriso. Lei ricambia con un sorriso e mi rivolge per la prima volta lo sguardo: ha gli occhi color dell'oro, sembrano due soli splendenti imprigionati in un corpo umano, impazienti di liberarsi. Resto ammaliato da quello sguardo e da quel raro colore di occhi e mi accorgo di avere le guance bollenti, intanto lei abbassa subito lo sguardo e arrossisce pure lei, affrettandosi a sedere al suo nuovo posto.
Oggi me ne stanno capitando di tutti i colori ma almeno qualcosa di positivo è successo.

L'ultimo Raijin: Il Risveglio Dei KamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora