Uragano

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Ci è voluto qualche schiaffo per far riprendere e rialzare dal suo letto di tegole il mago, o dovrei dire serori.
"Non è possibile, il Raijin non dovrebbe esistere, io e Luke credevamo che il portale sarebbe stato destinato ad aprirsi. Allora è per questo che sei così importante, forse il mio amico era riuscito a scoprire qualcosa."
"Come andiamo dalla resistenza?" chiede Mark mentre gli squilla il telefono, ma lo ignora.
"Serve una sfera localizzatrice. È una sorta di biglia che indica i Kami nelle vicinanze; io sono in grado di potenziarla e localizzare tutte le divinità del pianeta, compresi i Kami oscuri." spiega con calma Trip e nel frattempo il telefono di Mark è ritornato a squillare, così si decide a rispondere fuori al salone dove ci troviamo noi.
Ricordo quella biglia: l'ho usata un mese fa per trovare la casa di Edith senza saperlo ed era uno dei regali di mio padre, così dico subito a Trip:"Si ce l'ho, ma sta a Los Angeles adesso."
Lui mi risponde:"Non appena lo avrai torna qua, ti basterà pronunciare le parole 'RIKU SERORI' e mi teletrasporteró da Te. Ricorda che..."
"Michael è sparito" grida Mark entrando di corsa nel salone,"io vado a cercarlo, mio fratello è in pericolo" e si fionda fuori la porta; lo vedo correre come un disperato in mezzo a Marple Street, non curandosi del fatto che ci avrebbe messo tre ore per tornare a Los Angeles.
Arch sbuffa e apre un portale sul muro del salotto, dal quale esce Mark che ancora corre e per poco non sbatte contro il muro opposto del salone.
"Andiamo ragazzi, è ora di tornare a Los Angeles, e di corsa." e detto ciò Arch chiude per un attimo gli occhi; riapre così le palpebre emettendo un gran sospiro e scoprendo degli occhi che ora risplendono di verde, e contemporaneamente una sfilza di piccoli portali ruota intorno a lui, formando insieme una sfera di luce verde ed esclama fiero:"Forma divina!".
Subito si apre un portale e ci trasporta fuori, in mezzo alla strada; dopo di che chiede a Mark con una voce quasi sovrannaturale :"Dove abiti?".
"Boulevard Street... 23...", dice Mark intimorito.
Come se avesse visto nella sua mente l indirizzo, Arch punta la mano destra verso il cielo e la apre per bene; come per magia compaiono un infinità di portali uno dietro l altro, formando una sorta di tunnel di giada che fluttua sopra le case di Marple Street.
"Avanti", dice il padre di Edith aprendo un altro portale vicino a noi. "trova tuo fratello"; poi rivolge il suo sguardo di smeraldo verso di me e fa:"Ragazzo, sai cosa devi fare".
Lo so benissimo: devo proteggerlo, e non serve che lo dica ad alta voce.
Mi volto verso Edith e le chiedo:"Tu non vieni?".
Lei mi dice, con una voce dispiaciuta :"No Jamie, mio padre sarà troppo vulnerabile dopo il trasporto, devo restare a proteggerlo." Si avvicina e mi da un bacio sulle labbra, che ricambio e conclude :"Tu sta attento, mi raccomando" e mi da un altro bacio.
"Ragazzo e che diamine, io sono qui: le smancerie fatele quando state da soli" sbotta Arch, e non ha tutti i torti.
Mi stacco con difficoltà da Edith e entriamo io e Mark nel portale; al contrario dell andata, il ritorno è completamente diverso perché stavolta non ci ritroviamo in aria, ma in un lunghissimo tunnel di luce verde che percorriamo come se fossimo due particelle, e in meno di tre secondi stiamo davanti casa di Mark e Michael.
Ci fondiamo di corsa in casa e troviamo Lucille, la madre di Mark in lacrime sul divano.
Il mio amico non ha neanche bisogno di parlare che la madre perché lei ci consegna un foglio sul quale vi sono vari numeri scritti rosso. Spero con tutto il mio cuore che quel colore scarlatto non sia dovuto al sangue. Non ci vuole un genio per capire che sono coordinate geografiche, le quali vengono subito inserite su Google Maps da Mark sul suo telefono non appena prende il foglio in mano. Impostiamo il navigatore e per fare prima prendo Mark in braccio e inizio a correre, correre come mai ho fatto prima. Durante il tragitto sento il mio amico piangere e gli dico che andrà tutto bene, ma purtroppo anche io sto iniziando a temere il peggio. Grazie alla supervelocità riesco ad arrivare al luogo in pochi minuti, che scopriamo essere un parcheggio abbandonato all aperto con solo qualche macchina arrugginita in giro. Esattamente al centro vi è una scritta di fuoco che dice :questa città è off limits.
È la stessa frase che Edith ha detto al morente Alaku in segno di avvertimento, ma credo che loro non abbiano gradito, sopratutto Tarkus.
Il vero problema è che sotto la frase vi è una persona stesa per terra, in un lago di sangue e un altro individuo, purtroppo dagli occhi vacui, in piedi con le braccia conserte.
Non appena lo vedo attivo subito i miei poteri, che immediatamente fanno animare le mie mani di vivi fulmini.
"Non c è bisogno di sforzarsi tanto Raijin, sono qui solo per riferire un messaggio:questa città è nostra, come tutto il pianeta, e voi non siete altro che..." ha già detto troppe parole, per cui miro per bene al petto e con un dito sparo un fulmine viola, sufficiente a non permettergli di finire la frase.
Mark, non appena il nemico è stato polverizzato, corre dal corpo che purtroppo riconosciamo: Michael, ed il lago di sangue è dovuto ad una ferita sulla pancia.
"No, Michael! Ti prego respira" grida disperatamente Mark che prova a fargli ribattere il cuore eseguendo la manovra sul petto e a coprendogli lo sguarcio che ha sulla pancia con la sua maglia per fermare l emorragia, ma purtroppo non servirà.
Ormai è lì da due minuti e non vuole arrendersi, non so come dirgli una cosa del genere: suo fratello, la persona alla quale era più legato a questo mondo, ormai non c'è più.
Mi avvicino al mio amico, che ha smesso di fare la manovra e guarda con gli occhi spenti il volto del fratello.
"Mark..." riesco solo a dire io, ma lui inizia ad urlare, così forte che la sua voce si fa rauca per lo sforzo.
"Non dovevano fargli questo", grida lui, "e tutto per colpa di questi stupidi poteri e questi maledetti demoni" continua, ma noto un effetto strano: uno spostamento d'aria, troppo forte per essere opera del vento, muove qualche cartaccia nei dintorni. Dopo poco quel movimento diventa sempre più imponente, fino a quando non si spengono tutte le fiamme del messaggio di Tarkus e si genera una corrente circolare intorno alla figura inginocchiata di Mark, che urla ancora più forte di prima. La corrente adesso sta aumentando il suo diametro ed inizio ad allarmarmi quando vedo che le macchine arrugginite si muovono verso il mio amico, così come gli alberi lontani. Credo di star capendo cosa sta per succedere così per sicurezza prendo il corpo di Michael e, con enorme sforzo, uso la mia super velocità per portarlo dietro al palazzo vicino, così non verrà risucchiato.
Ed infatti i miei timori sono fondati, perché non appena torno da Mark una tromba d aria si erge da lui.
La corrente si sta facendo troppo forte, e così prendo il bastone dalla mia tasca, che di scatto si ingrandisce come se avesse percepito il pericolo, e lo pianto nel terreno in modo tale da usarlo come appoggio.
"Mike, devi calmarti, non è stata colpa tua" urlo con tutta la voce che ho in corpo, ma il tifone si fa sempre più intenso, arrivando a sollevare le macchine e gli alberi da terra.
Come faccio ad impedire che Mike distrugga Los Angeles? Non so proprio cosa fare, ed intanto la voce disperata di Mike continua ad echeggiare per la città, come se fosse un fantasma ululante in una vecchia casa infestata. Mi è venuta un idea, ma non so se potrà funzionare. Una volta ho visto un film ed il protagonista costruiva un robot che correva in direzione opposta ad un tornado ed era talmente veloce da fermarlo. Il problema è che quello era un film, nella realtà sono veloce, ma non così tanto da competere con un tifone; però devo provarci, è la mia unica possibilità di risolvere la situazione. Carico tutta la forza che ho nelle gambe e la rilascio, ottenendo una grandissima spinta; inizio così a correre in direzione opposta alla corrente, ma il tornado è forte, sto iniziando a lentamente a rallentare. Manca poco ed il il tifone mi trascinerà via, assieme a tutte le possibilità per salvare Mark; ma non posso perderlo, non posso perdere il mio migliore amico, non lascerò che faccia la fine di Michael. Sento l'energia dentro di me al massimo, i sentimenti che provavo la sera in cui Edith stava per morire stanno riemergendo e ribollendo. La lascio uscire, aggrappato all unica speranza di salvare il mio amico, e l'energia straborda fuori da ogni parte del mio corpo; adesso i miei fulmini sono diventati violacei, più grossi e intensi, proprio come quella volta contro Yhoris. Non appena i lampi  toccano il suolo vi causano delle piccole voragini e dei rombi. Mi distraggo un attimo per osservare il busto e le gambe: risplendono di una luce blu scuro con striature di viola, come se fossi fatto di pura energia, energia che ha bisogno di essere liberata, così la concentro tutta nelle gambe. La spinta così generata mi fa correre così rapidamente da riuscire a superare persino la velocità del tornado, che inizia piano piano a dissiparsi ed a perdere potenza. Secondo me visto da qualcun altro sarebbe uno spettacolo senza precedenti: un anello di luce blu che ruota intorno ad una tromba d'aria.
Nell occhio del ciclone vi è Mark, inginocchiato a terra con la testa nascosta dalle braccia e dalle gambe, ma le macchine che il ciclone aveva sollevato ora devono tornare a rispettare la forza di gravità, cadendo inevitabilmente verso di lui. Noto che quella che credo essere la forma divina è ancora attiva e sono passati circa trenta secondi: forse ho altrettanto tempo per deviare la traiettoria delle auto. Sono quattro auto, così faccio un salto e arrivo vicino la prima auto e con un pugno la faccio volare via; poi, ricordandomi come Edith fluttuava vicino la scuola, calcio l'aria, ritrovandomi in un istante vicino ad un altra macchina. Faccio la stessa cosa per le altre due macchine, ma appena arrivo all ultima la forma divina si esaurisce, lasciandomi svuotato e senza forze. L ultima macchina sta inesorabilmente cadendo verso Mark e provo a colpire di nuovo l aria per avere l ultima spinta, ma senza successo, così faccio un ultimo, disperato tentativo. Uso il bastone di Son Wukong che istantaneamente si allunga verso la macchina, quindi con tutte le forze che mi restano in corpo do una botta al bagagliaio dell auto facendola atterrare a due metri da Mark, lasciandolo illeso. A me invece tocca cadere da quattro metri d'altezza e atterro sul fianco riuscendo ad attutire in parte la caduta; mi rialzo a fatica e con le poche energie che mi sono rimaste abbraccio il mio migliore amico, che subito ricambia e continua a piangere.
"È colpa mia J, se non ti avessi seguito non mi avrebbero mai tagliato con il cristallo e non si sarebbero vendicati su di lui." dice lui tra i singhiozzi.
"No Mark, non lo è. Tu ti sei semplicemente comportato da buon amico, non sei stato tu ad uccidere tuo fratello, ma loro, e posso prometterti che la pagheranno cara."
"Come faccio a dirlo a mia madre J?"
"Lo faremo insieme, d'ora in avanti combatteremo fianco a fianco, non ti lascerò mai da solo: saremo fratelli."
Mark finalmente solleva il viso rigato dalle lacrime:" Saremo fratelli James Rogers, lo giuro sul dolore e sull odio che sto provando."

L'ultimo Raijin: Il Risveglio Dei KamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora