Trip

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Edith e Mike hanno difficoltà a reggersi per bene in piedi, così io ed Arch usciamo dal vicolo per perlustrare bene la zona. Stiamo in un quartiere residenziale, molto simile a quello in cui vivo io a Los Angeles, in cui i marciapiedi sono riempiti da file di sempreverdi dai lunghi ed ampi rami, con un legno bianco molto simile alla betulla. Il quartiere sembra quindi molto curato, ma ciò non si può dire per la casa al 1331 Marple street: le finestre sono rotte, sul tetto rosso manca qualche regola e vi è un grande buco al centro, la grondaia è arrugginita e piena di foglie secche e, tanto per finire, alcune assi di legno dei muri sono mezzi rotti, insomma una vera e propria catapecchia. Ho il presentimento però che la casa non sia semplicemente abbandonata, ma che qualcuno l abbia ridotta in questo stato. Penso che sia un vero peccato, mi aspettavo qualcosa di meglio dall unica chance che abbiamo di opporre resistenza agli yokai.
"Caspita ragazzo, questo non è un buon segno", si lascia sfuggire Arch.
"Già", confermo io.
Aspettiamo così che Edith e Mike si riprendano e ci addentriamo dentro la casa, tanto la porta è aperta.
Non riesco a distinguere bene l interno della casa per colpa della scarsa luminosità, ma credo che sia rovinato come l esterno, tant è che inciampo in un buco sul parquet e rischio di cadere. Edith così sciocca un dito e fa uscire una piccola fiammella dall indice, in modo tale da evitare questi incidenti. Riusciamo così a vedere meglio il salotto e osserviamo una vecchia televisione, forse di dieci anni fa con una crepa che intercorre per tutto lo schermo, due divani rovesciati, quadri e carta da parati col lunghi e profondi squarci, probabilmente opera degli artigli metallici degli yokai. La cosa che mi colpisce di più però è un mucchio di tegole rosse del soffitto ammassate al centro del salotto, non ho bisogno della torcia di Edith per vederle perché si trovano sotto ad un cono di luce dovuto al buco sul soffitto.
Probabilmente qualcuno sarà stato colpito con una forza tale da sfondare tetto, cantina, primo piano e il pavimento del salotto. Mi avvicino al mucchio di tegole per esaminarlo, spero di trovare qualche indizio, ma improvvisamente una tegola cade dal mucchio. Subito dopo, come se fosse esplosa una bomba, un uomo si erge dalle tegole di scatto facendo schiantare tutte le macerie a terra e sul soffitto, urlando :"Andate via stupidi demoni, non mi avrete mai!!"
Edith per lo spavento urla e istintivamente trasforma la fiammella in una palla di fuoco che, sempre con l indice, scaglia contro l uomo. Purtroppo l attacco non va a segno perché l attacco urta contro una strana sfera azzurra attorno all estraneo, quasi come se fosse fatta d energia e non appena le fiamme si estinguono la bolla scompare.
"Chi diavolo sei tu", chiede subito Mark che per lo spavento ha preso un asse di legno dal pavimento e lo tiene a mo di scudo: non lo facevo così forte.
"Chi diavolo siete voi, questa è casa mia", obbietta giustamente lui sottolineando la parola "voi" e continua," non avete gli occhi vacui quindi non siete yokai, eppure potreste essere anche dei Kami oscuri per quel che ne so."
"Sono James Rogers", dico io sperando che il mio cognome gli ricordi mio padre.
Lui sgrana gli occhi e dice:"No, non posso crederci, RAITO!" e dopo quella strana parola un globo di luce fuoriesce dalla sua schiena e da sola illumina la stanza come se tutte le lampade della casa funzionassero insieme.
"Non ci credo", dice Arch quasi a bocca aperta, "hai usato un incantesimo senza i Kanji. Ma allora tu sei un serori, credevo foste tutti morti."
"Un che?", chiede subito Edith.
"Serori", ripete stavolta l uomo, "non per vantarmi ma sono in grado di usare la magia, e credo di essere l unico superstite", e alla parola magia fa uscire dei piccoli fuochi d artificio dalle mani. Adesso che il globo illumina la stanza riesco ad inquadrare meglio l individuo: ha degli occhiali tondi, una barba lunga ma non troppo, grigia ed a tratti bianca che gli scende fino alla clavicola. Il vestito che indossa però non è tipico da mago: ha una maglia, troppo stretta per contenere la sua pancia, con la faccia di Darth Vader stampata sopra e jeans. Lui ed Arch credo che abbiamo la stessa età, ma tra di loro vi é una differenza abissale.
"Santi numi, ma tu sei il figlio di Luke, non riesco a crederci, sei diventato proprio un uomo. Caspita sembrate due gocce d acqua", dice lui mentre mi tocca la faccia.
"Come ti chiami? E cos' è successo qui?" gli chiedo desideroso di risposte.
"Mi chiamo Trip, sono stato semplicemente attaccato. Questo una volta era uno degli avamposti della resistenza, ma faccio prima a mostrarvi cosa è successo. SHO MEMORI!."
Improvvisamente la stanza si illumina di azzurro, ma, come se fosse un illusione, tutti i mobili, la porta e il muro sembrano intatti; ad un certo punto la porta di casa viene sfondata con un calcio e una figura a me molto familiare si fionda dentro casa cercando con lo sguardo qualcosa o qualcuno: mio padre. Non appena lo vedo mi viene l impulso di corrergli incontro ed abbracciarlo, come da quella volta non avessi mai smesso di correre e avessi ora bisogno di riposare i muscoli, ma purtroppo è solo un illusione. Ha i vestiti del giorno in cui se ne andò di casa, quindi sarà venuto qui subito dopo esser partito e lo sentiamo urlare:"Trip! Trip! Trip! Dove sei?".
Dalle scale si fionda un Trip vestito allo stesso modo di quello di adesso, ma senza barba e gli dice:"Sono qui Luke, che succede? Come mai stai indossando la corona?"
"Non c'è tempo per spiegare", fa mio padre mentre lo abbraccia, "temevo che sarebbero già venuti a prenderti, non devono averti per niente al mondo."
"Come fanno a sapere che siamo qui?" chiede la versione giovane di Trip.
"Non ho più tempo Trip, tra poco non ci sarò più, ti affido due compiti: sopravvivere e portare Jamie dalla resistenza non appena sarà pronto; scusami per quello che sto per fare."
Così la copia di mio padre alza una mano verso l alto e tutto il soffitto sprofonda addosso al povero serori, sommergendolo di macerie e tegole.
Si spegne così la luce azzurra lasciando, oltre ad un numero esponenziale di domande, una profonda tristezza nel mio cuore.
Riesco a chiedere a Trip solo, mentre i miei compagni non riescono a dire una parola:"E poi che è successo?".
Lui con una voce triste quanto la mia dice:"Dopo pochi minuti gli yokai sono entrati in casa mia, distruggendola completamente. Mi nascondo sempre sotto queste macerie perché ogni tanto qualche sentinella perlustra la zona e voglio rispettare le ultime volontà di Luke.
Non immagini neanche quante volte io abbia usato SHO MEMORI per rivivere i momenti felici con il mio miglior amico, per tutti questi anni mi sono aggrappato a questi flebili ricordi per sopravvivere. Ma adesso è giunto il momento di reagire, devo rispettare la seconda promessa che ho fatto a tuo padre. "
"Come pensi di farlo? "chiede stavolta Arch.
"Semplice: ci ricongiungeremo alla resistenza"
Ci guardiamo tutti un po' stupiti, non sappiamo cosa dire né come possiamo farlo.
"Tanto per cominciare", inizia Trip, "Jamie, dimmi subito che Kami sei."
"Sono il Raijin" gli rispondo con tono quasi imbarazzato, ma sotto sotto orgoglioso.
Forse non ha metabolizzato bene la cosa, ma appena il serori sente quelle parole sviene, ricadendo sul cumulo di macerie.

L'ultimo Raijin: Il Risveglio Dei KamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora