La Chiacchierata Con Mamma

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"Conosci qualche altro come noi, Edi?".
"No Jamie, solo tu e mio padre. Il problema è che quando un kami muore il suo potere si rigenera casualmente in un neonato nel mondo, quindi è molto difficile per noi riunirci. Il caso di mio padre e mia madre è molto raro, perché gli yokai riescono sempre ad intercettarci prima che possiamo raggrupparci."
Mia mamma mi ha lasciato circa cento chiamate, credo che devo salutare Edith per ora.
" Edi devo tornare a casa, sono sparito per non so quanto tempo, mia madre mi ucciderà."
"Non ti preoccupare Jamie, ti accompagno volentieri."
Salutiamo così Arch e ci incamminiamo verso casa, tra l altro si è pure fatto sera mentre ascoltavo il discorso del padre, immagino di essermi svegliato in tardo pomeriggio. Se devo essere sincero adesso ho molti più dubbi di prima, insomma ho appena saputo di essere una sorta di prescelto, che esistono incantesimi, e che dove lavorava mio padre esisteva un portale multidimensionale. Cavolo, mio padre. Averei dovuto chiedere ad Arch qualcosa su di lui, potrei scommettere la mia chitarra che si conoscevano. Edith nota che sono silenzioso, sono perso ormai tra quel turbinio di pensieri e dubbi che è annidato nel mio cervello, così si guarda attorno e, non vedendo nessuno in giro, mi guarda con quei soliti occhi furbi e mi fa :"Che ne dici di una corsa?".
"Vacci piano, hai appena preso un proiettile in pieno petto. E poi non credo che riusciresti a bettermi di nuovo", ribadisco io ridendo mentre le sfioro la mano.
Lei ne approfitta per rubarmi la mano e intrecciare le mie dita tra le sue. La sua mano è calda, forse anche troppo, menomale che guarisco abbastanza velocemente.
"Ti dispiace non abbrustolirmi?" e le lancio una piccola scossa.
"E va bene, anche se devo ammettere che sono più fastidiosi i fulmini del fuoco...", ribadisce lei, mentre si gira guardandomi intensamente le labbra.
Anche se ci siamo già baciati sento le guance calde e mi chino per baciarla, ma lei:"...anche se il fuoco è più veloce.".
Detto ciò stacca la presa dalla mia mano, i suoi occhi diventano di fuoco e disegna un simbolo giapponese sull asfalto, mi pare di aver sentito che si chiamino Kanji.
Dopodiché esclama :"Occultamento" è mi fa l occhiolino, iniziando così a correre e lasciando una scia di fiamme sull asfalto.
Sbuffo e inizio ad inseguirla, ma nonostante la mia nuova velocità non  riesco a riprenderla. Vorrei usare tutta la velocità che ho sfoderato contro Yhoris ma purtroppo non ci  riesco.
Trovo Edith davanti casa, appoggiata alla cassetta della posta che si sta limando le unghie in maniera scherzosa.
Come se non mi avesse visto arrivare mi guarda sorpresa e mi abbraccia, togliendomi il fiato. Il suo sguardo si fa serio e mi dice:"Ho avuto seriamente paura di perderti Jamie, non voglio mai più combattere.", le scende una lacrima.
La stringo ancora più forte, e dico:"Anche io pensavo di averti persa, ma non possiamo arrenderci. È proprio perché stavamo per perderci che dobbiamo diventare più forti. Non servirà a niente nasconderci, ci troveranno lo stesso, come hanno fatto con me, tua madre e mio padre".
Restiamo due minuti buoni in piedi, l uno tra le braccia dell altro senza dar peso a tutto il resto del mondo che sembra voglia schiacciarci.
Ci stacchiamo e ci sediamo sul pianerottolo: non ho ancora il coraggio di entrare e affrontare mia madre, che al momento mi spaventa di più di quanto non abbia fatto Yhoris.
"Ma come mai hai usato il tuo potere prima?" chiedo.
"Volevo stracciarti", risponde lei ridendo.
"Si ma non hai paura che qualcuno ci abbia visti?".
"Guarda, ci siamo mossi così velocemente che un occhio non allenato non potrebbe mai vederci."
"Ma come le spieghi le fiamme?" insisto io.
"Ho usato un piccolo incantesimo", fa lei.
Apro ma bocca per chiedere ma mi anticipa:"No, non sono una strega, semplicemente noi Kami siamo in grado di usare qualche stupido incantesimo, nulla di troppo complesso da apprendere. Per farlo bisogna disegnare il Kanji e poi esclamarne ad alta voce il nome, in modo tale da attivarli. Mio padre mi ha detto che una volta esistevano degli uomini così potenti da poter controllare tutta l energia della Terra, ma erano molto temuti dagli yokai, per questo sono spariti dalla faccia della terra."
"Quindi che incantesimi sai usare?"
"Uno per uccidere le sentinelle senza che Tarkus sappia niente, uno per occultare i nostri poteri e un incantesimo d amore per i Kami più stupidi.", fa lei mentre conta sulle dita e mi ride in faccia.
"Al massimo ti si è rivoltato contro l incantesimo", dico mentre le do un bacio.
Sento dei passi e mi stacco da Edith; dalla finestra spunta mia mamma e dice :"Se avete finito di fare chiasso, dovrei fare la sgridata del secolo a mio figlio."
Non l avevo mai vista così arrabbiata, il suo sguardo mi faceva più paura degli occhi di fuoco di Edith.
Entro a testa bassa in casa mentre Edith fa per andarsene, ma mia madre le grida :" Devo fare due chiacchiere anche con te signorina. "
Lei con uno sguardo sconsolato risponde, entrando in casa, :"Mi chiamo Edith comunque."
Mia mamma ignora quest ultimo commento e la fa accomodare sul divano.
"Jamie", comincia lei, " so che lo fai per proteggermi, ma sei sparito per due giorni e devo sapere se sei in grado di difenderti. Al notiziario hanno detto che il tetto del museo è crollato da solo. E certe persone dicono che fuori non si riusciva a passare con l auto, come se ci fosse un muro. "
Evidentemente Yhoris aveva usato lo stesso incantesimo di Edith, quindi solo io, lei e Arch abbiamo visto tutto.
Vuoto il sacco:" Un mostro in grado di controllare le rocce voleva ucciderci ma lo abbiamo sconfitto. "
Edith intanto non proferisce parola.
"Non posso permetterti di correre rischi simili, non voglio che tu faccia la fine di tuo padre" dice lei mentre stringe una foto di mio padre tra le mani. Da quanto ci ha lasciati non ho mai avuto il coraggio di riguardare una sua vecchia foto, mi bastava il suo cristallo a farmi pensare a lui.
Edith si alza dal divano e prende in mano la foto da mia madre, e la riesco a vedere anche io. Mi erano tanto mancati quegli occhiali tondi che nascondevano un viso allegro ma intelligente e quei suoi capelli biondi che non ne volevamo mai sapere di stare ordinati, ma purtroppo lui non è più qui, l ho accettato tanto tempo fa.
La voce di Edith mi riporta alla realtà:"Signora Rogers, so che può sembrare assurdo, ma Jamie mi ha salvato la vita quella sera, senza di lui non avremo più alcuna possibilità di difenderci o di impedire che gli yokai invadano il nostro mondo rendendolo una landa desolata; mia madre è morta per colpa loro, e non posso permettere che altre persone soffrano quanto me. "
Edith si risiede sul divano impaziente di una risposta e mia madre la guarda senza proferir parola.
Poi anche lei si siede e incomincia a fissare la finestra del salone senza staccare gli occhi e dice con un tono di voce meno arrabbiato:"Ogni volta che lo salutavo avevo paura che se ne andasse per sempre, o che lo avrebbero ucciso. Amavo tanto Luke, avrei voluto passare tutta la vita con lui, e ora eccomi qui, seduta nello stesso punto del giorno in cui tuo padre varcó per l ultima volta la porta di casa, e non so nemmeno se è ancora vivo. Jamie, io non voglio che tu faccia la sua fine, non posso perdere anche te".
Mi alzo e le stringo le mani, così le distolgo l attenzione della finestra e mi guarda:"Mamma, so che può sembrarti difficile da capire, ma là fuori c è mio padre, e sono sicuro al cento per cento che sia ancora vivo. Purtroppo sono l unico a poterlo trovare, devi avere fiducia in me."
Con uno sguardo tra il triste e il rassegnato prende un fogliettino da un cassetto del comodino e mi dice :"Qui c'è l indirizzo della base dell organizzazione di tuo padre. Non so se è ancora operativa, ma ci andava sempre prima di una missione in Giappone, me lo ha dato prima di andarsene e sapevo che prima o poi sarebbe servito".
Leggo il contenuto: 1331 Marple Street, Santa Monica: è a circa un ora di macchina da qui. Non sarebbe stato un problema arrivarci e io ed Edith ci facciamo un gesto col capo, come se già sapessimo che dobbiamo subito andare lì. Ma mia madre mi conosce troppo bene evidentemente e mi tira per il collo della maglia prima che possa fiondarmi fuori dalla porta.
"Potrai andarci domani, almeno aspetta che si faccia giorno; adesso fila a letto, sei in punizione per essere sparito per due giorni."
Come se fosse colpa mia, penso.
Accompagno Edith alla porta, la saluto e salgo in stanza.
Prima di chiudere la porta sento mia madre dire:" Ah Jamie, lo stuzzicadenti che ti ha regalato tuo padre credo che sia l arma più potente che abbia mai visto ". Il pensiero che quel bastoncino sia utile mi rassicura, ma mi da fastidio che abbia frugato tra le mie cose, come di suo solito.

L'ultimo Raijin: Il Risveglio Dei KamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora