Capitolo 13

2.1K 161 43
                                    

La foto che aveva tra le mani era la stessa di Maurice nel suo ufficio in Antartide. Da quando si erano sentiti, si era sorpreso più di una volta a fissarla. L'aveva ritrovata la sera dopo la loro discussione, in mezzo ad un suo album fotografico nello studio del padre. Quei colori così vividi gli mancavano, gli sembrava tutto più bello in quella foto. Avrebbe persino abbandonato casa sua per andare a vivere in Nuova Zelanda con i suoi, se suo padre avesse accettato quel posto anni addietro. Maurice però lo aveva rifiutato: il suo sogno era sempre stato l'Antartide.

A volte ci scherzava sopra, se lo era sempre immaginato come un capitano a dare ordini a tutti, proprio come faceva con lui. Se solo avesse voluto, lo avrebbe seguito in capo al mondo. Era ancora leggermente addormentato, mise la foto nel cruscotto e riaccese la radio. Prese il bicchiere da caffè che aveva riempito a casa e bevve un sorso, aveva deciso di finirla per un po' con la Red Bull. Amanda aveva sempre comprato quei contenitori per il figlio, sapeva che avrebbe sicuramente perso un termos. Ogni volta non poteva fare a meno di ricordargli   e quanti quaderni avesse perso nella sua carriera scolastica.Lui si era sempre definito distratto.

Arrivare a scuola con una anticipo di più di quindici minuti lo aveva reso orgoglioso di se stesso. Aveva avuto il tempo di prendersi la colazione per la strada e barboneggiare in auto. Controllò che il borsone per gli allenamenti fosse sui sedili posteriori prima di spegnere la radio. Quando scese dall'auto con la tracolla in spalla, vide Lance entrare a piedi nel parcheggio della scuola. Aveva uno sguardo torvo e alle orecchie portava delle cuffiette nere. Gli andò incontro per salutarlo.

"Buongiorno"disse per poi prendere un sorso di caffè.Già dal modo in cui il rosso sollevò il sopracciglio, capì che era meglio lasciarlo stare per quel giorno.

Lance si tolse lentamente una cuffia, mettendo poi in pausa. Leeroy distinse le note di Cleanin'Out My Closet. Chissà come mai, ma se l'era immaginato che gli piacesse Eminem.

"Ciao" rispose brusco. "Cosa fai qua già a quest'ora?" chiese con voce strascicata. Aveva dormito sì e no tre ore quella notte.

"Mi sono svegliato presto."

Lance lo squadrò da capo a piedi, lasciando trasparire quel senso di superiorità che tanto faceva alterare il terzino.

Leeroy rimase per un momento spiazzato: come poteva quel cretino passare da uno stato d'animo ad un altro? Prima lo aiutava e poi lo guardava così? Poteva concedergli il beneficio del dubbio, ma odiava quello sguardo,era quello che lo faceva scattare ogni volta come una molla per prenderlo a pugni. Sarebbe dovuta essere la sua degna risposta. Prese un respiro profondo, prima di finire a fare qualsiasi cosa.

"Problemi? Volevo ringraziarti, ma a quanto pare hai le palle girate già a quest'ora. Ci si vede."

Stark sembrava perso nei suoi pensieri. Annuì per poi dirigersi dentro la scuola senza considerarlo più di tanto.

"Che coglione" borbottò il terzino, per poi tracannare ciò che restava del caffè nel bicchiere. Si chiese se quel comportamento stesse a significare che erano tornati al punto di partenza. "Ora chi glielo dice a Miles?". Quasi si disperò. Si avvicinò all'entrata dell'edificio per sbarazzarsi del contenitore di carta.

"Cosa ci fai qua?" domandò una voce alla sue spalle.

"Akel, seriamente, avete tutti le stesse domande?"

"Eddai, è strano vederti così presto da queste parti. Bisognerebbe darti un premio" scherzò l'amico. Per certe cose Rogers lo preferiva a Daniele; l'italiano sembrava non conoscere proprio il significato delle parole "tatto" e "riservatezza". Infatti, al momento, solo il turco, oltre al capitano, sapeva dell'assenza di Amanda. Glielo aveva accennato il giorno prima, facendosi ripromettere di non dire nulla a nessuno o non lo avrebbe mai più riportato a casa.

The Last ChanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora