Erano gli ultimi venti minuti di partita, erano ancora zero a zero. Daniele sembrava fiacco; aveva corso dall'inizio dell'incontro come un pazzo dietro quel pallone e ora si ritrovava senza fiato. La cosa non era piaciuta affatto a Leeroy, soprattutto lo aveva infastidito che Stan non avesse ancora cambiato il giocatore. La difesa avversaria era tosta, non c'era dubbio. Con i nuovi arrivati ormai le loro forze erano quasi alla pari. Sputò per terra, tornando in posizione e aspettando il numero 10. Lo seguì da lontano, mentre Drew lo raggiungeva dal lato opposto. Riuscì a togliere la palla all'avversario e la passò in lungo a Miles prima che gli altri due giocatori potessero fare lo stesso. Il ragazzo si trovò tutto il centrocampo avversario andargli incontro.
"Fantastico!"
Non potè fare altro che retrocedere e passare la palla a Leeroy. Se la ripassarono cercando di tenere il gioco fermo per qualche secondo e riflettere sul da farsi.
Dovevano fare qualcosa. Lance alle sue spalle sembrava con la testa da un'altra parte. Sarebbero dovuti passare il prima possibile in attacco. Cercò di nuovo con lo sguardo il capitano, ma era troppo lontano. Stava per urlare ad Akel, ma Stan in quel momento chiamò il cambio. Rogers si sentì sollevato. Ora che stava entrando Julio al posto di Daniele avrebbero potuto ancora fare qualcosa. Chiamò Liam, che in quel momento aveva la palla ed era circondato. Il ragazzo iniziò a correre nella direzione del compagno di squadra, scartando gli avversari e fece un tiro lungo. Leeroy, a quel punto, iniziò ad avanzare con la palla ai piedi fino ad arrivare al centrocampo.
"Miles, a Julio!"
Riuscì a farla arrivare a pochi metri davanti al capitano, il quale, non riuscendo a passarla al compagno la diede ad Akel. Il ragazzo sembrava ancora in forma e scattò in direzione della porta avversaria. Julio intanto era già in posizione. Fu questione di pochi secondi e la palla fu dentro.
*
Stan si riteneva soddisfatto del risultato. Julio era un bravo giocatore, era solo un peccato che Daniele avesse strafatto. Avrebbero potuto comunque vincere. Avrebbe dovuto parlargli al prossimo allenamento. Al contrario, Leeroy e Lance avevano fatto un buon lavoro, nonostante il portiere gli sembrasse con la testa tra le nuvole. Sospirò e chiuse gli occhi, accendendosi una sigaretta. Avrebbe dovuto parlargli, ma dal momento che non aveva ancora ricevuto alcuna risposta dal West Ham, non sapeva come comportarsi. Si diede ancora tempo fino al prossimo fine settimana, poi avrebbe parlato con il ragazzo. Si sentiva un idiota. Aveva pure chiamato gli uffici più volte, ma non era successo nulla, lo mettevano sempre in attesa. Non sopportava nemmeno più lo sguardo severo di Reginald; il ragazzo aveva pienamente ragione. I ragazzi uscirono in quel momento dallo spogliatoio. Quella sera niente pub, aveva bisogno di raccogliere le idee e dormirci sopra ancora una volta.
"Stan, lo so, sono un coglione," ammise Daniele, uscendo per primo. Aveva subito notato lo sguardo accusatore dell'allenatore.
"Balboa, ne riparliamo lunedì. Riposati."
L'attaccante sapeva già che ci sarebbero state delle conseguenze, come giri di campo per temprare il corpo. Non vedeva l'ora di buttarsi a letto.
"D'accordo. Ci vediamo," rispose, sparendo per andare al parcheggio, mentre gli altri lo seguivano. Leeroy ed Akel lo raggiunsero subito.
"Dai, andiamo a bere qualcosa, è sabato. Rompi sempre le palle che vuoi uscire, facciamolo. Portiamo anche Andy," disse il terzino, afferrandolo per il borsone prima che questo scappasse via.
"Non ho voglia."
"Non fare la mezza sega. Ti passiamo a prendere alle nove dai, si va a fare festa," aggiunse il ragazzo.
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The Last Chance
General FictionA diciotto anni non si sa mai esattamente cosa si voglia dalla vita, né chi si voglia diventare. Si passa il tempo a porsi domande accompagnate da porte in faccia, e rimaniamo indecisi fino all'ultimo. Leeroy invece è cresciuto con la convinzione di...