Capitolo 23

2.3K 149 44
                                    

Non sapeva se il silenzio della stanza fosse imbarazzante o altro. Non sapeva neppure perché si trovasse in casa Stark. I due fratelli continuavano a fissarsi senza dire nulla, entrambi preoccupati per le sorti di Adam. Il ragazzo, dopo la fuga, non aveva più fatto averesue notizie ed ormai era quasi l'alba. La casa era calda, anche se per quello che sapeva Lance non vi passava molto tempo. Sarebbe voluto andare a casa, in fondo il suo lavoro l'aveva fatto. Scrisse velocemente un messaggio ad Abigail per sapere se avesse portato a casa Jo. Stranamente la risposta arrivò subito. Le ragazze erano ancora in giro con Daniele e stavano andando a fare colazione. Avrebbe voluto esserci anche lui e non rischiare di perdere la patente a quel modo. Quel silenzio lo stava soffocando. Fece per parlare, ma in quel momento il campanello suonò ripetutamente. Tutti e tre si voltarono verso la porta in contemporanea, spaventati, pregando che non fosse la polizia. Sapevano di aver fatto da manuale come sempre, ma il terrore di venire scoperti era sempre presente e forse era ciò che li aiutava a lavorare quasi alla perfezione.

"Sono Adam, aprite."

Alex tirò un sospiro di sollievo e Lance andò ad aprire la porta.

"Ho perso anni di vita, testa di cazzo. Cosa è successo?"

"Dammi il tempo di entrare e dammi una birra," disse il più grande, entrando in sala da pranzo senza troppi problemi e dirigendosi al frigo. Prese una birra, la stappò e la bevve dalla canna, poi sospirò e riportò lo sguardo sui presenti, rimandendo interdetto.

"Che cazzo ci fa lui qua?"

Lance alzò gli occhi al cielo, strofinandosi le tempie.

"È una lunga storia."

"Con 'lunga storia' intendi che ti ho dovuto raccattare dal marciapiede ubriaco fradicio e andare a prendere tua sorella?" fece Rogers sarcastico, sollevando l'interesse di Twain.

"Seriamente...adesso?"

"Lascia perdere, dimmi dove cavolo eri finito, pensavo fossi già in questura," disse la ragazza cambiando discorso.

Adam prese posto tra di loro, guardando però storto Leeroy. Il giovane a quel punto capì che era meglio andarsene, non aveva voglia di mettersi a litigare con il fratello idiota di Abigail; quel ragazzo doveva avere anche qualche problema di autostima per come lo squadrava ogni volta quando era insieme a Lance. O forse era solo geloso che gli portasse via l'amico del cuore, o il ragazzo. Quel pensiero lo fece rabbrividire. Aveva bisogno di dormire.

"Ci vediamo agli allenamenti o a scuola. Ora vado, ho da controllare mia cugina," disse con tono piatto.

"Se vuoi puoi rimanere qua a dormire," disse Alex, sorridendo di buon grado; non era un'ingrata come gli altri due.

"No grazie, devo proprio andare. È stato bello, ma preferirei non rifarlo," disse scherzando, facendo sorridere la ragazza, mentre Adam invece gli fece un cenno con la mano, stizzito.

"Ti accompagno," disse Lance alzandosi e andando verso la porta, lasciando il compagno di squadra interdetto.

Una volta fuori, davanti alla macchina, Leeroy fece per salire a bordo, ma Il portiere gli fece cenno di aspettare; lo vide avvicinarsi con fare incerto e la cosa non gli piacque molto.

"Ascolta, stasera vorrei buttarla nel dimenticatoio," disse il portiere tutto d'un fiato. "Lo so che terrai la bocca chiusa, ma c'è un motivo per come mi sono comportato finora e non voglio parlarne. Non riesco a parlarne nemmeno con Miles e per favore, se ti dovesse chiedere qualcosa digli che non sai niente."

Leeroy lo guardò pensando sul da farsi. Gli era sembrato sincero, sapeva che non se la stava passando bene, altrimenti non avrebbe nemmeno fatto quel secondo lavoro. Sentire l'altro che lo pregava di fare qualcosa gli era nuovo e lo metteva a disagio.

The Last ChanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora