Dedicato a HeleBee, la mia fedele Beta, per il suo compleanno. E alla pazienza di tutti voi lettori. :)
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Dopo la partita aveva pensato molto a come avrebbe potuto fare a studiare letteratura inglese. Miles era fuori questione. Non voleva offenderlo e dirgli in faccia che non era capace ad insegnare. Si grattò la testa, indeciso sul da farsi. Era seduto in cucina a cercare di studiare; aveva mentito a Miles, dicendogli che non si sentiva bene. Forse non gli aveva nemmeno creduto. In quel momento, però, non gli interessava. Mollò tutto sul tavolo, tornò in camera sua con delle lattine di energy drink e accese l'X-Box. Prese le cuffie e il suo cellulare per ascoltare gli AC/DC. Gli davano adrenalina e si sentiva veramente parte del gioco. Passò così l'intero pomeriggio, fino a sera, quando Daniele lo chiamò.
"Ti va di uscire stasera?" domandò l'italiano con uno sbadiglio.
"Non mi va. Sono con l'X-Box" rispose Leeroy, prendendo un sorso di Red Bull, la seconda da quando aveva iniziato.
"Cosa c'è, si offende se stasera la lasci da sola?" lo schernì l'amico, scoppiando poi a ridere. "Dobbiamo festeggiare per il tuo successo in storia, dai."
Leeroy alzò gli occhi al soffitto, scocciato. "Non ti scordare della nostra scommessa. Dovremmo parlare di festeggiamenti dopo, quando ti vedrò con il vestito blu di tua sorella."
"Ehi! Hai ancora una verifica da recuperare, non è detto che supererai anche quella. Ma bisogna comunque festeggiare."
Il più grande non avrebbe potuto uscire nemmeno se avesse voluto. "Non posso, ho detto a Reginald che stavo male. Se mi becca in giro con te mi ammazza."
"Andiamo al Raven, non dove sempre, è impossibile beccarlo là. Quello è un tipo da pub, non da locale" spiegò sicuro l'attaccante.
Il difensore sospirò. Effettivamente non aveva voglia di passare la notte a barboneggiare, poi gli scoppiava anche la testa per via della musica a tutto volume. Aveva bisogno di uscire. "D'accordo. Vengo da te a ristorante tra un'ora, mi devo lavare."
"Bravo ragazzo!"
"Non esaltarti troppo."
*
Il Raven era un locale per ragazzi della loro età sul viale del lungomare, a pochi minuti a piedi dal Brighton Pier. Sperò soltanto che Daniele non avesse di nuovo la brillante idea di fare una gita in spiaggia. L'ultima volta che l'italiano aveva voluto fare il bagno in autunno, erano finiti a letto con la febbre a 39.
Il cielo si era rannuvolato, ma le previsioni avevano annunciato pioggia solo per l'indomani. Aveva parcheggiato al locale di Daniele e poi avevano proseguito a piedi fino al Raven. Davanti all'entrata si trovavano un paio di tavolini alti, circondati da ragazzi che stavano fumando. Il freddo non li spaventava e l'alcol li scaldava abbastanza da permettere loro di resistervi. A lui piaceva il freddo, ma non quanto ai fumatori. Entrarono subito, cercando dei posti vicino al bancone, ma era già tutto occupato.
"Per colpa tua non abbiamo nemmeno una sedia" si lamentò l'italiano, mettendosi in punta di piedi per cercare un tavolo vuoto in mezzo a tutta quella gente.
"Potevamo restare da te in pizzeria e bere a scrocco" rispose secco l'inglese, innervosito da quel pienone. Lasciarono perdere l'idea di cercare un posto a sedersi e si avvicinarono di nuovo al bancone per ordinare da bere.
"Che palle bere in piedi."
"Non lamentarti, almeno ti svaghi un po', ne hai bisogno."
"Ti ricordo che abbiamo fatto una scommessa."
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The Last Chance
General FictionA diciotto anni non si sa mai esattamente cosa si voglia dalla vita, né chi si voglia diventare. Si passa il tempo a porsi domande accompagnate da porte in faccia, e rimaniamo indecisi fino all'ultimo. Leeroy invece è cresciuto con la convinzione di...