Capitolo 1 CATENE SPEZZATE

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Alla più bella delle mamme.

La mia.


Aurelìe. 16 anni,

un'adolescente come altre,

ma che sta per cambiare vita.

Le scelte, gli errori, la faranno diventare

nei mesi a venire

una piccola donna.


1.

CATENE SPEZZATE

Aurelìe

Ho sempre pensato, e un pò anche sostenuto, che il periodo dell'adolescenza fosse il migliore in assoluto, il periodo in cui ti senti viva. Quel periodo della tua vita che non dimenticherai tanto facilmente perché farai tante di quelle cretinate con gli amici che ti permetteranno di crescere tra pianti e sorrisi. Ma adesso, da un po' di tempo, ho modificato la mia opinione a riguardo.

Credo, almeno per quanto mi riguarda, che sia il periodo più difficile di tutti, dove le scelte da fare il più delle volte siano sbagliate e, purtroppo, si rischia di inciampare davanti agli ostacoli rimanendo da soli per terra. E questa cosa, sfortunata me, l'ho imparata nonostante la mia età. 16 anni. Si, sono solo una ragazzina che sta provando a crescere sebbene l'età sia giovane.

Mi chiamo Aurelìe, il cui significato è "splendente", e, se ve lo state chiedendo il motivo di questo nome poco italiano, l'unica spiegazione plausibile a riguardo è di essere d'origine francese trapiantata a Roma e adesso in viaggio verso una nuova città, o, come dicono i miei, verso una nuova vita.

Gli ultimi due mesi sono stati i più duri della mia esistenza.

C'è un motivo se adesso sto qui in macchina a guardare fuori dal finestrino, mentre papà guida portandomi lontana da quella che era la mia vita. Oh, si che c'è il motivo, come c'è anche per il fatto di avere una nuova scheda cellulare. I miei mi hanno praticamente tagliato tutto. Non mi resta più niente che mi tenga legata alla capitale italiana. Bhe, dove stiamo andando avrò di nuovo una casa, forse anche degli amici, una scuola nuova, una nuova realtà da rimettere insieme, da costruire passo dopo passo possibilmente senza cadere dentro i fossi presenti lungo il percorso; ma ci sarà anche una camera in più.

Presto in famiglia saremo in quattro. No, mamma non è in attesa e, se contiamo anche la cagnolina Dorry, non sono in arrivo neppure dei cuccioli in casa. Quindi a conti fatti forse lo avete capito anche voi. Il motivo per cui ci stiamo trasferendo a Firenze sono proprio io, cioè, siamo noi: io e la piccola creatura dentro la mia pancia.

Sono incinta.

Avevo dei sogni. Avevo dei progetti, degli obiettivi da raggiungere e da realizzare, crescere al passo con la mia età, uscire con gli amici il sabato sera, andare a ballare e a ridere e scherzare come se tutto scorresse nel verso giusto. Forse non è tardi per fare tutto ciò, ma i miei progetti per il futuro sono cambiati. Adesso, ogni cosa include anche lui e non posso negarlo, o rifiutarlo. Questa situazione si è creata e non si può tornare indietro.

Ma Claudio ha preso la sua decisione, così si chiama il verme viscido che ha messo sotto sopra la mia vita lasciandomi poi da sola ad affrontare ogni singolo istante. Troppo maturo per fare l'amore, ma poco pronto ad affrontare la situazione. Era troppo bello per essere vero. Non so neppure cosa mi abbia attirato in lui, forse il semplice fatto di essere popolare tra i ragazzi, il che rendeva parte del giro anche me.

Così, adesso sono qui in macchina, cuffie alle orecchie e sguardo puntato fuori perso nel niente. La mia vita cambierà, lo so, sarà inevitabile. Non m'importa più nulla di quello che ho lasciato a Roma, in fondo non avevo niente per cui valesse la pena restare. Neppure gli amici, averne soltanto una che in fondo non senti poi così tanto non è un buon motivo per trattenersi. No, neppure Claudio. Anzi, lui è il principale motivo per cui ho accettato di andar via.

Non ho avvisato nessuno, nessuna festa d'addio, o abbracci strappa lacrime se non con i parenti che presto rivedrò per un matrimonio.

La mia vita comincia adesso.

Mi sfioro la pancia, sorrido, tra sette mesi sarò una piccola madre adolescente. Non sarà facile, lo so perfettamente. Ma questo piccolo essere dentro di me lo sento già mio nonostante non sia ancora del tutto formato, però ha un cuore che batte. C'è una vita dentro di me.

E mentre mi immagino se sarà una piccola peste maschio o femmina, biondo o moro, occhi azzurri come me o castani come la nonna, mi addormento con la musica alle orecchie.

Nek, lui vive in te.


Le foto che non ho scattatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora