5.
LASCIARSI ANDARE
Vi siete mai sentiti come se qualcuno stesse giocando con voi? Io per adesso distesa su questo letto non so più che pensare. Sono trascorsi due giorni da quel pomeriggio al parco.Gioele, Mattia, tutta la scenata mi ruota ancora in testa come l'emicrania.
Appena sono arrivata a casa, mamma mi ha portata immediatamente dal medico, senza fare domande, preoccupata come se incinta ci fosse lei. Il medico dice che devo stare a riposo, è stata la forte emozione e la tensione che sto vivendo che mi ha portata a star male. Ma è ovvio che per me il riposo è un tabù.
Gioele mi tempesta di messaggi per sapere come sto, mi strappa un sorriso tutte le volte che leggo il suo nome sullo schermo. Ed è arrivato al punto di chiamarmi, cosa che mi ha stupita visto come la pensa sulle chiamate. Ma proprio non ce la faccio a rispondergli.
Quel pomeriggio mi ha favorito il ritorno a casa e anche i dolori dettati dal nervosismo e dall'ansia hanno avuto un ruolo in tutto ciò. Mamma ha visto le stelle quella sera per farmi calmare nonostante le parole del medico.
Allontanare Gioele è la scelta migliore per tutti, per proteggere lui e proteggere la mia incolumità.
Solo che..io a Gioele ci tengo davvero. Tanto quanto tengo al mio migliore amico, con l'unica differenza che Mattia non mi ha neppure rivolto più parola. A scuola mi evita, se può cambiare di banco lo fa senza problemi, e due giorni a scuola da sola in fondo all'aula vi assicuro che non è un'esperienza da invidiare. Clarissa, però, ha deciso di non lasciarmi sola, si è seduta vicino a me dopo la ricreazione strappandomi qualche sorriso e adesso è con me, davanti il pc a fissarmi sconvolta. La scusa? Fare i compiti insieme, ma si sa come vanno queste cose.
<<Tu ti fai troppi complessi.>>
<<Ah io! Sono solo realista Clare>>
Mi guarda male.
<<Forse devo visto che va sempre tutto per il peggio. Tutte le volte, qualsiasi cosa io faccia, finisco col ferire le persone e ci resto fregata.>>
<<Ho la netta sensazione, da come mi hai parlato, che Gioele a te tiene, e parecchio. Insomma,>> mi prende il cellulare, troppo in fretta perché io riesca ad afferrarlo <<'Dimmi che stai bene, ti prego. Mi sento morire dentro se penso di essere la causa del tuo star male', oppure 'non mi evitare, ti scongiuro, ho bisogno di sapere che non ti è successo nulla' 'sono in ansia per te, piccola'>> fa una pausa, guardandomi con gli occhi spalancati, poi fissa di nuovo il cellulare. <<'se hai scelto di evitarmi va bene, ma non ce la faccio a non vederti e a non sentirti. Non sapere se sorridi o no mi distrugge'>> mi guarda sconvolta ed io sorrido tristemente.
<<Cioè, questo qua ti sta dichiarando amore eterno e tu neppure gli rispondi! Lo capirei se non ci tieni, ma a giudicare dalle condizioni del tuo diario, credimi gioia, hai bisogno di un dottore>>
Non riesco a trattenermi più dalle risate mentre mi sventola davanti al naso il mio diario di scuola con il suo nome sopra e una di quelle foto scattate al parco. Poi mi ricompongo.
<<Clare,>> mi metto seduta e lei si siede sul letto affianco a me col diario sulle ginocchia. Le risate hanno abbandonato le nostre labbra lasciando spazio ad un debole sorriso. <<Io non posso, non posso lasciarlo entrare nel mio cuore.>>
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Le foto che non ho scattato
Romance"Ho solo 16 anni, della vita non so praticamente nulla e mi ritrovo a crescere in fretta. Vorrei poter tornare indietro, rifare tutto da capo, cambiando quella sera in spiaggia. Però, mi chiedo dove sarei adesso Immagino Clare, Mattia, Gioele e Glor...