Capitolo 7 SEGRETI E BUGIE

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7.

SEGRETI E BUGIE

Sono passate due settimane da quell'incontro poco piacevole. Poche cose sono cambiate, forse nulla, se non per Mattia che ignoro a scuola, a casa, sottocasa, al telefono, ovunque! Ovunque ci sia lui non c'è aria che io possa respirare. Preferisco stargli lontana, prendere del tempo anche da questa amicizia che mi sta incasinando la testa.

Clarissa dice che dovrei andare da lui e affrontare i problemi una volta e per tutte, ma io proprio non ce la faccio ed è stata più che felice di cambiare discorso tutte le volte che iniziavo ad innervosirmi a riguardo.

Porto al collo il ciondolo che mi ha regalato Gioele, non me ne separo mai. Tutte le volte che lo sfioro torno a quella sera, a quanto io mi sentissi a disagio e a come il posto fosse magnifico, ma io del tutto fuori luogo. Clare ha urlato di stupore nel vederlo mettendo in allarme tutto il palazzo, neppure la stessero violentando, ha riso, ha pianto con me mentre mi sfogavo e mai e poi mai mi ha lasciata un attimo da sola. Ho studiato a casa sua qualche pomeriggio di questi e ho scoperto che questo pregio di ascoltare ed emettere questa positività fino a contagiare le persone l'ha ereditato da sua madre, donna meravigliosa la sua.

In pratica, escludendo Mattia, tutto procede a meraviglia: a casa va bene, con Clare va benone, la scuola procede per il meglio e tutti i giorni quando Gioele non ha da lavorare mi viene a prendere e stiamo insieme. Non abbiamo più toccato il discorso da quella domenica ed è un bene, meno discussioni, e poi i miei mi lasciano uscire senza troppe domande.

Sono diventata brava a nascondere la rabbia per Mattia. Più che altro l'ho tramutata in indifferenza, che credo sia la cosa peggiore che potessi mai decidere di provare. Guardo Gioele e mi chiedo come lui sia riuscito a passarci sopra. Qualche sera fa mi ha detto che in fondo non aveva alcuna importanza per lui la situazione e non aveva quindi senso mantenere le distanze da suo cugino. È pur sempre un consanguineo e se lo ritroverebbe davanti agli occhi comunque. Per fortuna, io ho la possibilità di scegliere e ciò che ho deciso di fare è ignorarlo. A questo punto della situazione non mi importa neanche lontanamente sapere la verità.

O forse si.

Non lo so, è che ci sto male davvero e tutta questa situazione mi fa andare in tilt tutte le volte che ci penso. È uno strazio. Voler bene a qualcuno e non sapere se ci si può fidare o no. Ed è un problema grosso, perché in questo preciso momento della mia vita ho bisogno di persone di cui potermi fidare.

Sono diventata brava a nascondere la gravidanza. I vestiti mi aiutano e Clarissa fa di tutto per coprirmi le spalle. Ma non posso più aspettare. Mi restano cinque mesi e la pancia si inizia a vedere.

Papà mi guarda strana quando giro per caso con i pantaloncini e la T-shirt attillata, mamma invece mi accarezza con lo sguardo e mi sostiene come mai in vita sua.

Mi sento sprofondare.

La vita è così, l'attimo prima sei in paradiso e l'attimo dopo sei finito nel girone più profondo dell'inferno.

Ho solo 16 anni, della vita non so praticamente nulla e mi ritrovo a crescere in fretta. Vorrei poter tornare indietro, rifare tutto da capo, cambiando quella sera in spiaggia. Mi chiedo dove sarei adesso, però. Immagino Clare, Mattia, Gioele e Gloria senza me nelle loro vite e sento il vuoto circondarli, i segreti accumularsi e le bugie crescere. Sento di essere importante per qualcuno. Forse, e spero vivamente sia così, di esserlo almeno per mio figlio.

Accarezzo Dorry sdraiata al mio fianco sul mio letto, non so che ore siano, ma il silenzio sovrasta i miei pensieri così pesanti. Li spengo lasciando scendere una lacrima.

Le foto che non ho scattatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora