Due mesi dopo...
Sfioro la macchina fotografica sul mio banco mentre tutti sono in giro a godersi la ricreazione. Clarissa e Mattia ridono e spettegolano su cose viste in giro, mentre io penso ai miei voti negativi da recuperare. Mi convinco che questi sono gli ultimi dei problemi da risolvere e che in fondo non è un dramma avere qualche insufficienza.
In fretta sono volati altri due mesi ed eccomi qui, con un pancione di 7 mesi e mille pensieri per la testa.
E' passato Natale, con mille regali per me e per lui, così come Capodanno. Mille desideri e buoni propositi colorano il nuovo anno, ma sono quasi certa che nessuno di essi si realizzerà.
Non ho più cercato i miei, né viceversa, non sono neppure passata a recuperare gli scatoloni. Mi fa male, sapere che le uniche persone che riescono ad amarmi davvero in questo momento della loro esistenza mi odiano.
Clare, Mattia ed Ale, invece, sono sempre qua, a rischiararmi le giornate cupe e piene di solitudine. Sono certa che senza loro non sarei dove sono adesso.
Gioele ogni tanto lo sento, ma non c'è più stato il coraggio di vederci o provare a chiarire. Eppure non riesco a smettere di pensare a lui e di amarlo perdutamente. So quanto sia sbagliato, so che non è giusto, ma non posso comandare sui sentimenti anche se ho scelto di farli tacere.
Vivo ancora a casa di Claudio, ma tra noi le cose sono cambiate. Ci siamo allontanati, alle volte neppure torna a casa a dormire e questa cosa mi manda in tilt e mi riempie di rabbia quando sto per lavare i vestiti e sento la puzza dell'alcool salirmi al naso. Lui nega, ma so per certo che odia essere qui a Firenze con noi.
Non lo biasimo, ho come la sensazione che si senta costretto, che provi degli obblighi verso di me e nostro figlio.
Mi lascio andare a questi pensieri mentre Mattia e Clare continuano a discutere animatamente.
<<La reputo comunque una ragazza facile.>>
Mi intrometto nel discorso anche se non sono proprio interessata. Clarissa ha le gambe penzoloni seduta sul banco davanti al mio mentre Mattia le sta affianco con in mano un panino enorme. <<La ragazza della 3°H. Si veste bene, sanno tutti che è tipo da casa-chiesa.>>
<<E' il tragitto che frega le persone.>> Mattia non riesce a trattenersi. Tutti scoppiamo a ridere.
<<E tu che ne sai?>> Clarissa mi guarda per un secondo seria riflettendo sulla mia domanda, poi guarda lui.
<<Già, tu che ne sai?>> sappiamo bene che scherza, ma Mattia salta istintivamente sulla difensiva. <<Dai, ragazze lo sanno tutti che sono le gatte morte quelle da cui stare attenti. Io per fortuna mi sono sistemato.>> adesso fa lo scemo cercando di accoccolarsi alla sua dolce metà. Lei prima lo respinge, poi si baciano nel silenzio dell'aula.
Io invece torno a sfiorare la mia macchina fotografica.
Sono secoli che non faccio delle foto, secoli che ho dimenticato cosa significa essere dell'umore adatto per avere l'ispirazione e la voglia di premere quel tasto. Un tempo era il mio angolo di paradiso, la mia fonte di relax, il momento in cui tutto andava per il verso giusto. Adesso è tutto diverso. Ma farò in modo che la vita non mi rubi anche questa gioia.
Passano le ore, vengo perfino convocata dal preside per discutere dei miei voti, ma non presto molto interesse. Mi impegno con le parole a recuperare ed il coordinatore di classe mi fornisce una pila di compiti, esami ed interrogazioni da riprendere. <<Non è una situazione a cui amiamo ricorrere. Lei e gli altri compagni della sua stessa sezione vi dovete ritenere fortunati, non siamo mai così clementi>>
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Le foto che non ho scattato
Romance"Ho solo 16 anni, della vita non so praticamente nulla e mi ritrovo a crescere in fretta. Vorrei poter tornare indietro, rifare tutto da capo, cambiando quella sera in spiaggia. Però, mi chiedo dove sarei adesso Immagino Clare, Mattia, Gioele e Glor...