4.
MI DISPIACE
Velocemente sono volate tre settimane.
Settembre.
Ho avuto la visita dalla nuova ginecologa e quindi l'ecografia fatta in compagnia di mamma. Sono al mio terzo mese, il che è normale se la pancia è poco evidente. Ormai, non posso più fare marcia indietro, ammesso e concesso che io voglia farlo. Il piccolo o piccola dentro me sembra star bene, cresce perfettamente e si sta anche formando nei dettagli.
Io, invece, mi vedo il seno crescere a dismisura, porto adesso una terza e la cosa mi imbarazza. Al mattino a volte ho la nausea, ma per il resto sembra essere tutto normale. Noto una leggera rotondità, ad ogni modo, e, quando la guardo, tutte le mattine sorrido.
Quella visita dalla ginecologa ha allentato la mia tensione di questo periodo. Mattia non lo sento più, sembra essersi dileguato nel nulla e la cosa un po' mi rattrista. Non mi ha neppure salutata quando Gioele mi ha aiutata a scendere i borsoni dalla macchina, piuttosto è rimasto in automobile senza degnarmi di un sguardo. Gioele invece mi ha abbracciata e dato un buffetto alla guancia prima di salire sull'auto e sparire tra il traffico di quel pomeriggio nonostante chissà quali pensieri gli attanagliavano la testa.
Gioele e Gloria probabilmente hanno fatto pace, ma dopo quella giornata sembra che ognuno di noi abbia preso la propria strada.
Così è iniziato un nuovo mese. Ed è iniziata anche la scuola.
Liceo artistico: sono riuscita a fare il passaggio da Roma a qui senza perdere nulla. Quindi eccomi qui, davanti al portone di questo istituto. Nuovo ambiente, nuovi compagni, nuovi volti. Nessuno qui sa chi sono, nessuno sa che tra metà e fine marzo sarò mamma. Ho fatto i calcoli e riuscirò a finire l'anno senza problemi. Non ho paura dei pregiudizi, solo spero che i professori non facciano favoritismi.
Ho deciso di indossare un paio di jeans blu chiari e una maglia bianca larga e scollata con sopra una scritta. Quindi mi prendo di coraggio e salgo le scale, per poi ritrovarmi nell'atrio, mi pietrifico, quasi non mi cade la sacca che porto su una spalla invece che a tracollo come dovrebbe essere, tanto sono meravigliata. Questo liceo è davvero enorme e bello come struttura, hanno persino i tanto desiderati armadietti in stile film americano. Ed è parecchio anche affollato.
Mamma mi ha iscritta senza che io fossi presente, la ritenevo una cosa inutile.
Scuoto la testa come per risvegliarmi da un sogno e frugo dentro la sacca il foglio con l'orario delle lezioni, facendomi strada tra i corridoi verso la mia aula.
<<Mi piace la tua T-shirt.>>
Mi sento diventare una colonna immobile. Quel tono di voce è troppo familiare alle mie spalle. Mi fisso la maglietta: 'io odio i ragazzi'. Così prendo fiato e mi volto.
<<Ciao Aurelìe>>
Mattia mi guarda sorridendo e visibilmente divertito. Si potrebbe pensare che io sia lesbica dalla maglia, ma in questo preciso istante è l'ultima delle mie preoccupazioni. Un giorno probabilmente capirà.
<<Come stai?>>
<<Sto bene e tu?>>
<<Diciamo bene, mi sei mancata... volevo mandarti un messaggio, ma avevo paura di una tua reazione>>
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Le foto che non ho scattato
Romance"Ho solo 16 anni, della vita non so praticamente nulla e mi ritrovo a crescere in fretta. Vorrei poter tornare indietro, rifare tutto da capo, cambiando quella sera in spiaggia. Però, mi chiedo dove sarei adesso Immagino Clare, Mattia, Gioele e Glor...