EPILOGO

242 14 5
                                    

EPILOGO

7 anni dopo...

<<Signora, Gusta vuole consegnato il video per la presentazione entro stasera. E ci sono anche le tele da consegnargli.>>

Seduta dietro la mia scrivania immersa tra una miriade di scartoffie, sbuffo esausta, ma soddisfatta.

<<Noemi, è tutto pronto, chiama Enzo, digli di caricare tutto il materiale sul furgone e di portarlo alla Galleria.>>

<<Sì signora.>>

Signora. Fa strano sentirsi chiamare così, eppure è la verità.

Ho detto quel fatidico si che dura per tutta la vita poco meno di due settimane fa, eppure non c'è stato il tempo di godersi la luna di miele che mi sono dovuta catapultare al lavoro.

Al mio lavoro.

Dopo tanta fatica nell'impegnarmi ad essere una madre ed una ragazza normale come tutte le altre, Gusta ha scommesso su di me facendomi prendere parte a mille corsi di formazione dopo il mio diploma ottenuto con un anno di ritardo.

Dopo quell'incidente c'è stata una svolta determinante nella mia vita, e perdere un anno scolastico è stata di certo l'ultima cosa di cui mi interessa davvero ricordare.

Non ricordo nulla di quelle lunghe settimane in coma, se non una canzone che mi ronza in testa continuamente.

Sono persino stata al concerto di Ed Sheeran, certa di non voler perdere neppure un istante della mia giovane vita.

Ricordate il tizio che mi è salito addosso? Ecco, è un tizio ricco e sfondato che ha voluto regalarmi la bellezza di €420.000. E' grazie a lui se sono riuscita ad aprire una mia attività e questo studio fotografico.

Mi ha detto che non c'è prezzo per poter rimediare a quel giorno, ma sperava vivamente che quei soldi mi aiutassero a realizzare il mio sogno.

E così e stato, e lui adesso un mio cliente fisso.

Mi sono circondata di persone magnifiche, ognuno svolge un compito specifico e quando mi sembra che tutto stia andando a rotoli, chiudo gli occhi e canto quella canzone. Quando finisco apro gli occhi e mi dico che sono viva e che tutto si risolverà.

Non esiste capolinea, a meno che non sei tu a volerlo.

Mi alzo dalla mia poltrona ed esco fuori dall'ufficio dove diverse persone parlano con i miei dipendenti sfogliando album e oggettistica varia. Sorrido a ciascuno di essi, in particolare ad Alessandro che sta preparando al computer un book fotografico per un bambino che compie un anno.

<<Tutto bene qui dietro?>> mi avvicino sorridendo guardando il suo lavoro soddisfatta. Mi strizza l'occhio, evidentemente lo è anche lui.

È stato un faro importante nella mia vita negli ultimi anni, un punto di riferimento solido, tanto che è il padrino di mia figlia.

Lei lo adora come non impazzisce per nessun altro.

<<Hai sentito tuo fratello?>> si, lo stesso che è volato a Londra con Clarissa per seguire i sogni della sua fidanzata. Ha rinunciato a tutto pur di stare con lei e siamo certi che a breve riceveremo l'invito a qualche matrimonio.

<<Yes, dicono che scenderanno per il compleanno della bambolina.>>

Sorrido tutte le volte nel sentirla chiamare così.

<<Oh, a proposito...>> seguo il suo sguardo oltre la gente che entra ed esce dal negozio.

Una bambina dai lunghi boccoli castani mi corre incontro a braccia aperte con il suo vestitino che svolazza qua e là.

<<Mamma!>>

La prendo al volo e me la spupazzo per bene. Lei mi porge un fiore bianco.

<<E' per me?>> sorride imbarazzata mettendo in mostra tutti i suoi denti. <<Papà diceva che ti sarebbe piaciuto.>>

<<E dov'è papà?>> seguo il suo indice e finalmente lo vedo in tutto il suo splendore.

E non parlo di Claudio, dello stesso uomo che ha ammesso un tradimento che non sono mai riuscita a perdonargli. Ogni fine settimana passa del tempo con mia figlia, la stessa a cui siamo riusciti a dare un nome dopo che mi sono svegliata da coma.

Stella.

<<Non vedeva l'ora di correre dalla mamma.>>

Lo guardo muovere qualche passo verso di me con le mani in tasca, poi mi allunga la mano destra mostrando la fede, la stessa che c'è al mio dito.

<<E anch'io.>>

Lascio mia figlia correre da Sandro, la guardiamo per un attimo, poi intreccio la mano in quella dell'unico uomo che io abbia mai amato.

<<Gioele, la vizi troppo con queste uscite al parco.>>

<<Mi viziavi anche tu, ricordi?>>

Sorrido felice, poi lo abbraccio e mi sento protetta e al sicuro.

<<Ti amo.>> me lo sussurra all'orecchio, mentre il resto del mondo va avanti con noi lì impalati al centro della stanza.

<<Ma io di più.>>

Poggio lo fronte alla sua e mi perdo in quell'incantevole mare d'emozioni dentro i suoi occhi.

<<Ed io più del tuo più.>>

C'è qualcosa di più grande oltre a tutto questo, un disegno sconosciuto che ci porta inequivocabilmente dove è giusto che noi andiamo.

Puoi cercare di modificare il tuo percorso, scegliere le persone con cui condividere il tuo presente, ma non c'è nulla che tu possa fare se Qualcuno al di sopra delle nuvole, al di sopra di tutto, ha già in serbo un progetto per la tua esistenza, come la felicità stessa. E non saranno di certo i soldi a darti questo, no, non è per me questo negozio.

L'ho visto negli occhi di mia madre quando mi sono svegliata, quel senso d'inquietudine che lasciava spazio alla gioia; l'ho incrociato negli occhi di Clarissa in lacrime nel vedermi uscire dall'ospedale scusandosi per non essere venuta a trovarmi, e in quelli di Mattia e Sandro e anche in quelli di Claudio quando ho stretto mia figlia tra le braccia per la prima volta, una felicità che riempie la mia esistenza ogni giorno.

Mi nutro di essa come se non ci fosse un domani.

E l'ho visto in lui, nell'uomo che ho sempre saputo sarebbe stata l'altra parte di me sin da quel giorno al mare.

Lo so adesso, lo sapevo allora, lo avevo appreso quando davanti l'altare ci siamo detti quel si che cambia tutto.

Nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, per amarti e tutti i giorni della mia vita.

Finchè morte non ci separi.




Le foto che non ho scattatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora