Mi sbagliavo su tutto

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I ragazzi iniziano a suonare e devo dire che sono davvero bravi. Lea e amica comprese.

Ora stanno suonando una cover di Troublemaker.

Mentre suona, Alex non fa altro che lanciarmi occhiate; i suoi occhi luccicano come solo poche volte ho visto. Per brillare gli occhi hanno bisogno di una scintilla, un fuoco che ci brucia dentro e inconsciamente spero di essere io quel fuoco.

Le sue dita affusolate scorrono sulla tastiera della chitarra, rilasciando suoni energici e decisi e regalandomi la stessa stupenda sensazione di quando scorre avido la mia figura con gli occhi, come se volesse spogliarmi solo con quelli, come se volesse fossi solo sua.

Dopo un paio di canzoni i ragazzi fanno una pausa. Mi avvicino a loro.

-Siete bravissimi, davvero!

-Lo sappiamo, non abbiamo bisogno della tua opinione- sputa acida Jalissa

-Smettila di fare la scortese, ti ha fatto un complimento- la ammonisce Matteo, lei alza gli occhi al cielo e cambia direzione seguita da cagnolino-Lea.

-Scusa Ali, ha un carattere un po' particolare...- Diego cerca di scusarsi al posto dell' amica

-Vedo. Non scusarti per lei, non importa- gli concedo il sorriso più rilassato che riesco a fare al momento

-Piuttosto, io mi allontano un attimo

-Ok- rispondono quasi in coro

Mi allontano per andare in bagno.

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Alex's p.o.v.

I ragazzi mi offrono un drink che accetto volentieri.

è buono.

Ne prendo un secondo per dimenticare la gelosia, un terzo per dimenticare la rabbia, e vado avanti così finchè mi si avvicina una bionda tutta tette e niente cervello.

Un passo e riesco a vederle il viso, un altro e sento il suo corpo, un altro ancora e lei si fionda sulle mie labbra e prima che possa accorgermene mi ritrovo nel bagno dei disabili con una perfetta sconosciuta.

Posso sentire un rumore, simile ad un singhiozzo provenire dall' esterno.

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Alice's p.o.v.

Sto uscendo dal bagno. Ho la testa bassa, ma uno spostamento d' aria me la fa rialzare, e vedo ciò che mai avrei voluto vedere.

Chiudo gli occhi e mi appoggio al muro del corridoio per provare a ragionare sull' immagine che ho in mente. Sì, non ho dubbi, quello era Alex.

Scivolo con la schiena sul muro e inizio a singhiozzare, a far uscire tutto ciò che mi tormenta.

Il mio pianto in contrapposizione ai loro squallidi versi di piacere.

Sento dei passi frettolosi sempre più vicini, finchè il suono cessa e alzo lo sguardo; davanti a me c'è Matteo che mi porge la mano e mi aiuta a rialzarmi. Mi asciugo le lacrime con la maglia.

Senza parlare mi conduce alla sua auto e mi fa salire. Mi sento in dovere di ringraziarlo:

-Grazie, davvero...- gli occhi pizzicano sempre di più ma devo cercare di non piangere dinuovo per qualcuno che le mie lacrime non le merita, qualcuno che mi ha solo illusa, uno stronzo e un cretino. Anzi no, la cretina sono io, dovevo aspettarmelo. Non stavamo neanche insieme. Mi sbagliavo su tutto.

-E di che? Non preoccuparti si risolverà tutto

-Si è già risolto tutto. Non lo vedrò mai più

Il colore del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora