Capitolo 18

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Alice's pov

Sono sdraiata sul letto, mentre leggo per l'ennesima volta "TI ASPETTAVO".

Il trillo del cellulare, interrompe il silenzio della camera. Lo afferro dal comodino, e leggo che la chiamata proviene da Alex. Il respiro mi si blocca, e rimango impalata lì, per un tempo indefinito, poi rispondo.

-Pronto?!

-Alice, sono Alex- biascica –Mio padre...ha fatto un incidente ed è in coma, io ho bevuto due bottiglie intere di superalcolici e non riesco a fermarmi...ti prego, aiutami...-rimango sconvolta.

Dovrei rispondere ma le parole rimangono bloccate in un punto impreciso tra il cervello e la lingua.

Non so che fare, anche perché sto provando a non pensare a lui da un mese circa, quindi...

Però lui ha bisogno di me, CHE FACCIO?

-Entro domani mattina sono da te.- gli rispondo, poi attacco.

Non so di preciso cosa mi abbia spinta a rispondergli che andrò da lui, ma so per certo che è più forte del buon senso che mi dice CONTINUA A STARTENE PER I FATTI TUOI.

Ho bisogno di distrarmi, così apro l'armadio e butto tutto fuori, con impeto e forza; l'agitazione irrora le vene e annebbia la mente.

Tiro fuori la valigia da sotto il letto e ci infilo dentro le prime cose che capitano, appallottolandole e schiacciandole con le mani che tremano.

Lascio fuori solo i vestiti da indossare adesso.

Finito di riempire la valigia, sistemo velocemente la camera. Sono così distratta che solo ora mi accorgo di stare scopando da mezz'ora sempre nello stesso punto.

Scuoto impercettibilmente la testa, come per risvegliarmi, prima di dirigermi in bagno per sistemarmi un po'.

Decido di fare una doccia veloce, poi infilo velocemente l'intimo, i leggins, e il felpone grigio dell'adidas.

Ai piedi metto le converse bianche, e i capelli li lego in una coda alta, alla menopeggio.

Per arrivare in aeroporto mando un messaggio a Maya, lei ha compiuto 18 anni, e ha preso la patente.

*MAYA, PUOI ACCOMPAGNARMI IN AEROPORTO?*

*CERTO, POI MI SPIEGHI TUTTO...*

Devo trovare i soldi per il biglietto. Cazzo faccio ora? Fortuna che mentre mi sedevo sul letto mi è venuto il lampo di genio di guardare in alto: sulla mensola in alto alla scrivania, c'è il mio salvadanaio di latta. Il problema è: COME PRENDO I SOLDI SENZA DARE NELL'OCCHIO?

Prendo il salvadanaio e lo metto con il buco verso la scrivania, poi inizio a scuoterlo. Quando le due cinquanta euro raggiungono un punto strategico, provo a tirarle fuori, ma niente.

Altro lampo di genio: l'apriscatole!

Scendo in cucina senza destare troppi sospetti, con molta non calanche insomma.

Mamma sta cucinando il sugo con i pelati, quindi l'apriscatole è a portata di mano.

Mi appoggio al mobile ,in modo da avere l'aggeggio esattamente dietro.

-Mamma, oggi vado a dormire a casa di Maya, per te è ok?- nel frattempo inizio a tastare il bancone alle mie spalle

-Ci vai a piedi? O vuoi che ti accompagni?- afferro l'aggeggio e lo metto silenziosamente nella tasca della felpa. Sapevo mi sarebbe tornata utile.

Il colore del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora