Ma..

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La mattina seguente quando mi svegliai ero un po' triste e pensierosa perché vivere da sola, senza la mia famiglia era dura. Dovevo badare a me stessa, sia economicamente che moralmente, e non era facile abitare con Alessandra , nonostante fossimo molto simili in quello che ci piaceva,caratterialmente non era così. Ogni minima discussione sfociava in una lite e dispersione di "odio" in tutto l'appartamento.

Il Giovedì, dopo l'ennesima litigata, io non c'è la facevo più. Ho preparato la valigia, ho preso un biglietto per il treno e mi sono diretta in stazione a Verona Porta Nuova. Ho chiamato i miei e li ho avvertiti che stavo tornando. Avevo bisogno di loro, avevo bisogno di sentirmi un po' bambina per due, tre giorni.

Il treno arrivó puntuale,scelsi un posto a caso, era vuoto il vagone, quindi occupai solo io e la mia valigia un posto da quattro. Presi dalla borsa le cuffie e l'iPod e iniziai ad ascoltare Marco, solo lui mi aiutava in momenti come quelli, e iniziai a ascoltare "Pronto a Correre". Di solito quella canzone mi dava sempre l'adrenalina, mi faceva sentire capace di far tutto ma quella sera no, quella sera avevo bisogno della mia camera e del mio letto.

Arrivai in stazione, scesi dal treno e vidi mia mamma e mio papà che mi aspettavano fuori dalla macchina. Dalla contentezza non guardai nemmeno se stavano passando macchine in strada e mi precipitai verso di loro. Mi erano mancati!! Sentirli ogni giorno per cellulare, non era minimamente paragonabile a vederli ficamente. Arrivai a casa, vidi mio fratello e ammisi che anche lui mi era mancato.

Noi eravamo la classica famiglia unita. I miei vivevano per me e mio fratello e se qualcuno in famiglia stava male ne risentiva l'intero gruppo. Mangiai la pizza fatta da papá e raccontai la discussione con Alessandra a mamma. Mi resi conto che il motivo per cui avevamo litigato era stupido, ma quando le vivi e ci sei dentro a certe situazioni tutto sembra più grande, più catastrofico. Ero felice, mi era mancata quella vita, e mi era mancato il mio mondo.

Andai a letto, presi il telefonino e vidi un messaggio di Alessandra in cui mi chiedeva scusa se la situazione era degenerata e a quel punto la chiamai, le parlai e le dissi che eravamo un po' stressate entrambe e che il lunedì sarei tornata a Verona, che mi mancava casa e che loro avevano bisogno di me e le diedi la buonanotte.
Spensii il cellulare e cercai di addormentarmi nel mio letto, nella mia casa e con la mia famiglia.

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