Prologo

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È universalmente riconosciuto da tutti, o almeno dalla stragrande maggioranza del tutti, che ogni persona appartenga ad un determinato posto.
Un luogo in cui sentirsi protetti e al sicuro; a proprio agio come non capita mai da nessun'altra parte.
Un luogo in cui sentirsi più o meno amati, più o meno apprezzati, più o meno accettati.
Un luogo, insomma, dove si può anche fare a meno di sentirsi come delle amebe ogni santo giorno della propria esistenza, e non si viene necessariamente trattati come tali dagli altri.

Si narra esista questo luogo leggendario chiamato casa che, nonostante abbia per nome una parola così breve, nella sua estrema semplicità racchiude molti profondi significati.
O almeno così è per molti.

Che sia una casa enorme e maestosa, un putrido appartamento che si abita con la persona che si ama, o anche un piccolo spazio per strada che si condivide in amicizia con altre persone sfortunate, c'è sempre un legame emotivo ed affettivo che lega l'individuo a quel determinato posto, in maniera inevitabile.
Un legame profondo ed intimo che inconsciamente fa apprezzare e amare quel luogo, portando spesso a ritornarvi anche solo con il pensiero.

Certo, non per tutti è così: alcuni odiano il luogo in cui sono nati e cresciuti, oppure il luogo dove vivono attualmente e in cui magari si sono trasferiti solo di recente per necessità o altro. Possono non apprezzare la propria casa perché hanno subito disagi familiari, economici, o magari emotivi che non permettono di dimenticare. Oppure non la apprezzano perché semplicemente non c'è nulla da apprezzare: nulla per cui essere grati.
Ma non per questo ci si dimentica di essa.
Provare e riprovare non serve assolutamente a nulla. Non ci si scorda del proprio luogo di appartenenza con un semplice incantesimo di memoria, né sforzandosi di far finta che non esista o che non sia mai esistito.

È totalmente e inevitabilmente inutile.

È proprio dell'essere umano questo richiamo, questa forza aliena, viscerale ed estremamente potente, che ci fa ricordare costantemente chi siamo, da dove veniamo e che esiste questo legame indistruttibile con le nostre origini che non può essere spezzato. Insomma, è come quando si cerca di tagliare in due un filo particolarmente resistente: non importa quante volte si tenterà, non si riuscirà mai a spezzarlo a mani nude.
Certo, con un paio di forbici si potrebbe magari risolvere il dilemma, ma fate conto che nessuno abbia suggerito nulla.
Dunque, se non interverrà una forza esterna come le forbici, non si riuscirà mai a spezzare quel filo così inopportuno.
E lo stesso vale per quel legame che tiene ognuno saldamente ancorato alle proprie radici, un po' come lo è l'edera al muro.

Non si può spezzare il filo che ci lega al nostro passato.
Ma se interverrà una causa esterna, riusciremo quasi sicuramente a sbarazzarci del problema.

Eppure, non era questo il caso del protagonista di questa storia, dato che non aveva mai avuto una vera casa, né un luogo da amare e a cui tornare come poteva e quando voleva.
Non aveva mai provato per un'altra persona quell'amore viscerale e assoluto che fa dimenticare tutto ciò che riguarda il proprio io per dedicarsi interamente all'altro; né mai qualcuno lo aveva amato incondizionatamente, supportandolo anche nei momenti di difficoltà.

Si potrebbe dire che non amasse niente di niente, considerato che non riusciva ad apprezzare nulla di quel che gli si presentava davanti, che si trattasse di persone o cose.
Lui senz'altro sarebbe definibile come un guscio vuoto contenente un'esistenza fasulla.

L'unico suo vero desiderio era quello di rimuovere dalla mente tutti i fatti più orrendi della sua vita, escludendo ciò che aveva contribuito a farlo maturare negli anni, e ciò che faceva di lui il vero se stesso.
Anche se in realtà, non sapeva se ci fosse effettivamente una personalità da poter apprezzare, in lui. Infatti non credeva esistesse una vera versione di sé: cambiava facciata e modi di fare e di porsi in continuazione, a seconda delle necessità. Perciò non aveva mai capito appieno quale fosse la sua vera inclinazione, il suo vero carattere. Il proprio io che caratterizza ogni individuo e che ci rende, nella nostra diversità, unici e insostituibili.

Nobody's Land - EVIL  #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora