Capitolo 16

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Fu una notte infernale.

Stordito, Nessuno aveva attraversato la soglia della porta e si era sfilato gli stivali per evitare di macchiare la candida trapunta di cotone. Non che gli importasse, comunque.

Come in un sogno, si era sdraiato a pancia in su sul soffice materasso del letto che si trovava praticamente di fronte la porta della camera che gli era stata assegnata, e aveva contemplato per ore e ore le crepe sul soffitto bianco, che risaltavano proprio come un fiore che sboccia in inverno, circondato totalmente dal biancore della neve.
Trovava quasi confortante, ora, l'assenza quasi totale di colori. A confronto con il semplice bianco, riusciva quasi a credere che si fosse trattato tutto di un sogno; un semplice incubo dal quale si sarebbe presto risvegliato.
Sì, era così. Doveva esserlo.
Tutto ciò che gli era successo era una semplice illusione, ne era sicuro.

Si era sempre considerato un tipo discretamente intelligente, e sapeva di avere una testa ben piantata sulle spalle.
Era alquanto strano che si fosse fatto ingannare così facilmente da alcuni ridicoli racconti.
Certo, aveva assistito a qualche bel trucco di magia, ma si trattava di semplice illusionismo.
Non sarebbe cascato di nuovo nella trappola.
Si incupì, al pensiero che tutti si fossero presi gioco di lui per tutto quel tempo.
Soprattutto quella ragazza. Ellie.
Stava per morire?
Ma se si sentiva più in forma che mai!
Era più probabile che un meteorite distruggesse la Terra proprio mentre veniva inghiottita da un gigantesco buco nero.
Ergo: era praticamente impossibile.
Si addormentò, con la certezza che al risveglio, si sarebbe ritrovato al sicuro nella soffitta a casa di Kyle. L'amico avrebbe bussato alla sua porta per svegliarlo e per portargli dei pancake che sapeva con certezza che sarebbero stati divorati in un attimo.
Fu allota che sognò.

***

Più stanco che mai, Nessuno batté le palpebre appesantite, trovandosi a pochi millimetri di distanza dal viso di Rory, che lo fissava incuriosito.
Sembrava uno scienziato pazzo intento ad esaminare la sua cavia preferita.
Nessuno sussultò, trattenendo a stento un acuto strillo da ragazzina. «Che ci fai tu qui?»

«Ehilà! Hai dormito bene?» gli urlò il ragazzo all'orecchio, ignorando totalmente la sua domanda.
Nessuno sobbalzò per il forte rumore, e cercò di scalciarlo via.
Ma Rory, per niente intimorito dai suoi calci pigri e insonnoliti, li scansò tutti e lo afferrò per le spalle, scuotendolo come un pupazzo. «Sveglia, è tardi! Sai come si dice, no? L'oro ha il mattino in bocca e chi non si sveglia mangia carne. Sei in un ritardo quasi vergognoso, sbrigati!» strillò, girandosi e dirigendosi verso l'enorme armadio di quercia che la sera prima Nessuno non aveva notato proprio per niente.

«Eh?» fece questo, perplesso, mentre il sonno tornava a occupare del tutto i suoi pensieri. Chiuse nuovamente le palpebre, beato, notando appena di essere sotto le coperte, anche se ricordava chiaramente di non essersele messe lui. Dimenticandosi quasi subito di questo piccolo particolare, sospirò, abbracciando il cuscino: «Rory, credo che tu volessi dire che il mattino ha l'oro in bocca, e chi dorme non piglia pesci.»

«Quello che è, è» rispose ovvio Rory, come se dire una cosa o dirne un'altra fosse esattamente uguale.
Si voltò verso Nessuno, e quello che vide lo fece inorridire. «Che fai, ti rimetti a dormire?» urlò Rory. Si avvicinò e gli aprì le palpebre con le dita, fissandolo minaccioso.

«Vai... a... vestirti... subito!» scandì lentamente.

«Ma ho sonno!» protestò Nessuno, esausto dopo una notte di elucubrazioni mentali. Infatti ormai sapeva bene che tutto quello che gli stava succedendo era reale, e che la notte prima si era solo creato delle immagini: mere illusioni che avrebbero potuto aiutarlo ad accettare tutto ciò che gli stava capitando, portandolo quasi a credere che fosse finito in un film di fantascienza, e che quella non fosse la realtà.
Ma l'unico vero risultato era stato quello di non riposare a sufficienza.
Era risaputo che quando era stanco non c'era modo di farlo ragionare. Infatti, se non dormiva abbastanza diventava quanto mai irritabile, e a farne le spese era sempre il povero Kyle.
«Kyle» sussurrò Nessuno, alzandosi di colpo dal letto e scostando le coperte. Ignorò completamente Rory, che sbraitava qualcosa come: «Ed è pure andato a dormire vestito, il signorino, senza preoccuparsi minimamente di cambiarsi! Roba da non credere!» e bla bla bla, parole su parole che Nessuno non ebbe il tempo o la voglia di ascoltare.
Il suo pensiero fisso era ritrovare Kyle.

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