Nella stanza entrò un uomo basso e tarchiato, di corporatura robusta, che aveva evidentemente qualche problemino alla vista. Portava infatti degli enormi occhiali con delle lenti molto simili al fondo di una bottiglia che teneva esattamente sulla punta unticcia del naso.
Come facessero a non cadere poi, stando in equilibrio su quel naso così unto e aquilino, era un vero mistero per Nessuno.
Ma anche per Kyle che, quasi leggendogli nella mente, si stava chiedendo esattamente la stessa cosa.L'uomo, come se non bastasse, aveva pure un grosso neo peloso sulla guancia destra che, sebbene fosse abbastanza disgustoso, nessuno dei due ragazzi riusciva a fare a meno di guardare, come ipnotizzati dai movimenti di quel neo che sembrava quasi essere provvisto di una vita propria.
Forse era proprio così. Quei cosi li avrebbero invasi e avrebbero conquistato il mondo. Li avrebbero sottomessi tutti, trasformandoli nel loro schiavi personali, e di sicuro, proprio mentre lo fissavano, l'invasione era già iniziata!
O almeno era questo ciò a cui stava pensando Kyle in quel preciso istante.Inorridì a quel pensiero, facendo un'espressione disgustata e scioccata, che subito nascose abilmente.
Ma l'amico, poiché lo conosceva bene, se ne accorse comunque e, intuendo il corso dei suoi pensieri, quasi scoppiò a ridere in faccia all'ometto che, alto non più di un metro e quaranta e palesemente calvo, sebbene sfoggiasse un vistoso parrucchino, assomigliava più ad un nano da giardino che a un poliziotto. O a un qualsiasi altro essere umano, per intenderci.Ma dire che assomigliasse a uno di quei carinissimi nani da giardino era un complimento, per cui i giovani pensarono che fosse meglio identificarlo come uno strano umanoide non meglio catalogato.
L'ometto frattanto strizzava gli occhi di cui era impossibile vederne o intuirne il colore, da dietro le lenti spesse.
Probabilmente era in preda a un ictus, aveva pensato Kyle.
Probabilmente aveva un tic nervoso, aveva pensato Nessuno.
Ma più in là si resero conto che continuava a sbattere le palpebre perché stava entrando in una stanza molto luminosa quando prima, quasi certamente, si trovava nella stanza buia dietro il vetro.
Infatti, la stanza doveva essere necessariamente priva di luce affinché lo specchio funzionasse bene.
Inoltre, da lì avrebbe potuto osservarli in tutta calma. Nessuno era sicuro su questo punto: l'omuncolo proveniva proprio da quella stanza.
E con ciò, si riusciva pure a spiegare perché avesse tutte quelle difficoltà ad abituarsi alla luce.L'uomo, entrando a tentoni nella stanza cercò di orientarsi: ma finì inevitabilmente per sbattere l'alluce del piede destro contro la gamba del tavolo di metallo.
Doveva fare abbastanza male.
Imprecò, tentando di aggrapparsi al braccio di Kyle, che nel frattempo si era alzato. Disgustato, il ragazzo liberò il braccio dalla sua presa e, abbandonandolo al suo destino, si riparò nascondendosi dietro la sedia di Nessuno.
Il povero poliziotto intanto, faceva fatica a mantenere l'equilibrio dato che non aveva più il braccio del ragazzo a sostenerlo. Per cui si accasciò sulla prima sedia che vide, ovvero quella dove prima era seduto Kyle.
Guardandolo, Nessuno cercò disperatamente di non ridere e, per non destare sospetti, finse di tossire, strozzandosi così con la sua stessa saliva, mentre Kyle tentava di aiutarlo dandogli poderose e sonore pacche sulla schiena.
Evidentemente tutto ciò non aiutava il povero ragazzo che, legato com'era e impossibilitato a parlare a causa della tosse, non riusciva a fargli capire che stava solo peggiorando la situazione.
Stranamente, in suo aiuto venne proprio l'ometto che, preso chissà da dove un bicchiere, gli versò un po' d'acqua direttamente dalla sua bottiglietta e gliela porse, quasi con amorevole attenzione.Il ragazzo non si fidava molto di quell'uomo che percepiva essergli nemico con tutto se stesso, anche se non sapeva bene il perché.
In fondo non lo conosceva per niente, e quello non gli aveva fatto nulla di male né l'aveva guardato con ribrezzo. Era solo un ometto buffo e imbranato con un aspetto ridicolo.
Ma era proprio l'aspetto una delle ragioni per cui non si fidava. Era troppo ridicolo, quasi finto. Se qualcuno avesse chiesto a Nessuno di descrivere il poliziotto in una sola parola, il ragazzo avrebbe sicuramente usato "artificiosdo".
Aveva sviluppato, negli anni, una specie di sesto senso che spesso lo avvertiva del pericolo.
Più precisamente, lo avvertiva del pericolo che costituivano le Ombre che lo perseguitavano da anni, ormai. Sapeva che si chiamavano così: le aveva viste in sogno.
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Nobody's Land - EVIL #Wattys2017
Fantasy10# IN FANTASIA 18/08/2016 Nessuno sarebbe un ragazzo come tanti, se non fosse per il tormentato passato ed il particolare aspetto fisico che lo allontanano dalle persone. Intorno a lui avvengono numerosi e inspiegabili incidenti, e la colpa gli è d...