Capitolo 22

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«Hai intenzione di startene lì impalato tutto il giorno?»
Ellie, che aveva già iniziato a incamminarsi, si era fermata all'improvviso e l'aveva guardato in cagnesco. «Guarda che non abbiamo tutto il giorno!» sbuffò irritata, spostandosi con rabbia la ciocca di capelli rossi dagli occhi.

Nessuno non si degnò neanche di risponderle. La seguì semplicemente, chiedendosi se avesse intenzione di fargli un brutto scherzo.

Ellie accelerò il passo con il solo scopo di metterlo in difficoltà. Nessuno, infatti, sembrava a disagio in mezzo a tutta quella neve, come se stesse per sprofondarvi da un momento all'altro.
Si sforzò di tenere l'andatura e le si affiancò, sospirando rumorosamente.

Ellie sbuffò per l'ennesima volta. «Sei lento, e stai facendo troppo rumore.»

Be', non aveva tutti i torti. Ad ogni suo passo Nessuno sentiva distintamente la neve scricchiolare, come se si stesse lamentando di venire calpestata da un tale bruto.
Invece, gli sembrava quasi che Ellie non si muovesse, quasi stesse fluttuando. Contrariamente a Nessuno, ogni movimento che faceva era praticamente impercettibile.

I due percorsero metà della piana tranquillamente, ma Ellie si faceva sempre più nervosa.
Nessuno però non se ne accorse nemmeno, impegnato com'era a rimuginare sui suoi pensieri.

«Mi spieghi come fai?» le chiese con la fronte aggrottata, spezzando il silenzio carico di tensione che si era accumulato in mezz'ora di cammino.
A una prima occhiata la piana tra il Rifugio e la Foresta non gli era sembrata tanto grande: cinque minuti di cammino, forse. Ma ora si rendeva conto che era più lunga del previsto.
La neve sembrava essersi fatta d'improvviso più pesante.

Ellie si fermò di botto. «A fare cosa?» gli domandò, irritata. Inclinò la testa verso destra, come se fosse in ascolto di qualcosa.

Nessuno si grattò la nuca, pensieroso. «A essere così silenziosa. È quasi inquietante.»

Ellie sorrise con aria di superiorità. «Allenamento» rispose altezzosa.
Era la stessa identica risposta che gli aveva dato Oliver prima.

Nessuno sbuffò. Era stanco di tutti loro, dei loro modi di fare che lo facevano sentire uno scarafaggio e dei loro stupidissimi segreti.

Ellie intanto sembrava in attesa di qualcosa.

«Che hai?» gli chiese seccato, continuando a pestare i piedi per terra, fregandosene del rumore che faceva.

La ragazza lo afferrò per un braccio, esortandolo a fermarsi.

Nessuno si liberò della sua presa violentemente. «Non avevi detto che non avevamo tempo da perdere?» ripeté, scimmiottandola.
Tanto valeva passare il tempo litigando. Almeno si sarebbe annoiato di meno.

Ma Ellie non cadde nella trappola. Era così concentrata che Nessuno capì che qualcosa non andava.
«C'è qualcosa di strano» disse infatti lei, socchiudendo gli occhi.
Portò istintivamente una mano alla propria cintura, ma ovviamente la trovò vuota. Sospirò, facendo cadere la mano sul fianco.

«Cosa?» le domandò Nessuno, curioso.

«Siamo a metà del nostro percorso, ma è stato troppo facile arrivare fin qui.»

Nessuno sbuffò. «Se trovi che sia facile camminare con la neve gelida che ti congela i piedi e cerca in ogni modo di farti affondare, mi domando che idea di difficile tu abbia. Ho quasi paura a chiedertelo.»

«Al signorino non piace il freddo, vedo» lo derise Ellie, un po' più rilassata grazie al ragazzo.

Nessuno rabbrividì. Lui il freddo proprio lo odiava.
«Vorrei vedere te in una cella gelida con nient'altro che il tuo corpo per scaldarti durante le notti invernali più fredde della storia» sibilò cupo.

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