CAPITOLO 2

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                                                                                         MARTINA  

Quando usci' da quella stanza avevo male al cuore e le lacrime non smettevano di scendere, non 

riuscivo a credere che l'uomo che amavo stava morendo e che non mi amasse, Dio ma come ho 

potuto essere cosi' cieca! Le gambe mi cedettero e mi appoggiai sulla parete del corridoio, guardai la 

porta da dove ero appena uscita e strinsi i pugni cosi' forte da farmi male, ero troppo arrabbiata con 

"Lui" e con me stessa.Cosa faccio ora? Perche' dovevo innamorarmi proprio di "Lui"? Perche' tutte le 

persone che amo finiscono col lasciarmi? Ora capisco tutte le volte che mi teneva a distanza, il 

perche' si chiudeva a riccio ogni volta che provavo a superare le sue barriere, non voleva che io 

facessi parte al suo dolore ,alla sua sofferenza,dalla sua malattia e soprattutto dalla sua vita! 

Ora BASTA pero', credo di essermi fatta male abbastanza, non gli permettero' piu' di continuare a

 farmene ,stavolta non torno piu' indietro, "Lui" non mi vuole ed io andro' avanti senza di "Lui" , 

cerchero' di convivere con questo dolore e con questo amore e lo terro'  a bada ogni volta che vorra' 

uscire fuori, gli ho detto "addio" e cosi' sara', "Lui" non mi vuole e non ha bisogno di me.....e ora che 

me ne faccia una ragione! 

Senti' una mano sfiorarmi la spalla e con gli occhi pieni di lacrime vidi Laura, accanto a lei c'era 

Manuele imbarazzato, (lui sapeva gia' tutto), lei si mise accanto a me e mi abbraccio' forte, 

cullandomi e accarezzandomi i capelli,avevo bisogno di quel conforto. 

Quando mi calmai un po', ci staccammo e con un tono glaciale gli dissi.

<E' ora che io lasci questo posto, non mi ama e non e' gradita la mia presenza, quindi non ho motivo 

di restare, questo mi fa' male..... "lui" sta' morendo Laura ed io moriro' con lui e lo faremo da 

lontano!> 

Laura mi fisso incredula, neanche lei sapeva della malattia di "lui", Manuele non gli aveva raccontato 

niente ed ora dall'espressione del suo viso vedevo tanta compassione per me.... 

Spostai lo sguardo ed incontrai gli occhi di Manuele, notai che teneva i pugni chiusi e la mandibola 

serrata e capi' che non condivideva l'idea del suo amico. Guardai nuovamente la porta della sua 

stanza e appoggiando la mia mano in quella di Laura, come a farmi da sostegno,gli dissi.

<E' ora di andare... non c'e' piu' posto per me qui'!> 

Laura annui', poi guardai Manuele e gli dissi.

<Lo amo e lo amero' per sempre, ma non mi vuole accanto e non mi ama e non potra' farlo mai piu', 

pero' promettimi che ti prenderai cura di "lui" fino alla fine e che.....> riniziai a piangere < ...e che vada

 via sereno!> mi voltai e assieme a Laura me ne andai, lontano da "lui", dalla sua malattia, dalla sua 

freddezza e da tutto cio' che rappresentava. 

Prendemmo un taxi e notai che Laura non aveva mai lasciato la mia mano, era un modo per lei di 

trasmettermi il suo affetto e sostegno, non parlammo per tutto il viaggio e quando arrivammo a casa 

trovammo Ale. Appena mi vide sgrano' gli occhi e corse verso di me, avevo ancora i vestiti macchiati 

del sangue di "lui", li avrei buttati perche' ero sicura che non li avrei mai piu' indossati. 

Ale si fermo' davanti a me. 

<Martina stai bene? Perche' quel sangue? Stamattina l'ho trovato pure in soggiorno!> 

<Non e' il mio e non ho voglia di parlarne, perdonami Ale, voglio solo fare una doccia e andare a 

letto.> 

Non obietto',Laura gli avrebbe raccontato tutto. 

Mi lasciarono andare ed io mi diressi direttamente in bagno, mi spoglia e sotto la doccia iniziai a 

strofinarmi cosi' forte da togliermi quasi la pelle, dovevo levarmi il suo odore di dosso, non volevo 

niente di "lui" e se avrei potuto togliermi anche il suo ricordo dalla mia mente lo avrei fatto. Usci' 

dalla doccia con la pelle arrossata, mi asciugai e mi guardai allo specchio e quello che vidi non mi 

piacque per niente, avevo gli occhi rossi e il viso pallido, tutto questo per "lui" e mi odiavo per 

averglielo permesso. Andai in camera mia, indossai le mutandine e una maglietta di Ale, chiusi 

le tende e mi buttai sul letto. 

Qualcuno busso' alla porta...era Laura.

<Martina hai bisogno di qualcosa? > si un cuore nuovo! <Non hai mangiato, vuoi che ti prepari 

qualcosa?> Era cosi' dolce. 

<No grazie, non ho fame per ora, ho solo voglia di spegnere il cervello e dormire un po', ho avuto 

troppe emozioni nelle ultime ore e voglio riposare, per favore lasciami da sola, vedrai che domani 

staro' meglio!> 

Annui', mi diede un bacio in fronte e se ne ando'. 

Si'.... domani sarebbe stato un nuovo giorno e inizio per me!


Mi perdonerai e riconquistero'                    il tuo &quot;cuore&quot; (il &quot;tuo presuntuoso&quot;)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora