"Walking in the wind.."

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L'aria fredda lo investì in pieno. Era solo autunno, ma faceva già abbastanza freddo per colpa del vento gelido che soffiava da giorni e Louis si maledisse per non aver pensato a prendere un cappello. Era sempre terribilmente distratto ed era convinto che non sarebbe mai arrivato il giorno in cui si sarebbe ricordato di prendere tutto ciò che gli serviva prima di uscire di casa.
Camminò velocemente, cercando di scaldarsi almeno un po', mentre il suo respiro affannato formava delle nuvolette nell'aria e alle 8.35 entrò a scuola.
Non si preoccupò minimamente di bussare e spalancò la porta della sua aula, entrando rumorosamente.
Il professore, che stava scrivendo alla lavagna, si girò con un'espressione contrariata dipinta sul volto.
-Signor Tomlinson, quale onore.- esclamò sarcastico.
Louis lo ignorò e andò a sedersi al suo posto, all'ultimo banco, buttando malamente lo zaino a terra.
-Pensa che potrà mai arrivare in orario?- gli chiese l'insegnante.
-Sa signore, nella vita ci sono cose troppe interessanti da scoprire ed apprezzare per arrivare in orario in questa gabbia.- rispose lui con aria di sfida.
-Ad esempio?-
-Beh, giusto per farle capire, stamani alla radio ho sentito una canzone che non era niente male e mi ha ispirato molte riflessioni profonde.-
Il professore rimase in silenzio per un attimo e quel momento bastò per far credere a Louis di aver messo a tacere l'insegnante.
-Sa, signor Tomlinson- riprese però quello. Louis, scocciato, alzò gli occhi al cielo.
-Io credo che, se solo lei volesse, sarebbe uno degli studenti più brillanti di questa scuola, anche se solo condividesse le sue riflessioni profonde. Ma evidentemente ci sono cose più importanti di cui lei deve occuparsi.- concluse e poi riprese la lezione.
Louis sbuffò. Aveva di nuovo subito una predica da una delle tante persone che non voleva capirlo. Gli altri professori, ormai, non facevano più caso al suo comportamento, ma lui, il professore di matematica, sembrava essere intenzionato a cambiarlo, a portarlo sulla buona strada.
Louis non ascoltò neanche una parola durante tutta la lezione e fu il primo ad uscire appena la campanella segnalò l'inizio dell'intervallo.
Mentre tutti rimanevano dentro, per stare al caldo, Louis uscì nel cortile con l'intenzione di stare da solo.
Non aveva mai avuto tanti amici, anzi, non era mai stato bravo a fare amicizia e, anche visto il suo comportamento, gli altri ragazzini lo evitavano. Tutti. Tranne uno.
Louis sorrise quando, uscendo, notò una massa indistinta di riccioli seduta contro il tronco di un albero con un libro posato tra le ginocchia.
Sorrise e si avvicinò.
-Hey, riccio, non ti stai congelando?- chiese, ancora sorridendo.
Il ragazzino alzò il viso e Louis si ritrovò a fissare il suoi occhi verdi e profondi.
-Un po'- gli rispose poi quello, riportandolo alla realtà.
Harry Styles aveva tre anni meno di lui anche se, essendo lui nato a Febbraio e Louis a Dicembre, gli anni di differenza erano praticamente due. Harry aveva tredici anni, ma era molto più maturo di tutti i ragazzini della sua età e forse anche di Louis.
-E perché non sei dentro?- gli chiese Louis ridendo.
-Perché c'è troppo rumore durante l'intervallo e non riesco a leggere.- rispose lui con innocenza.
-Ah già, sei un bravo ragazzo che ama fare il secchione anche durante i momenti di libertà.- Louis non poté trattenersi dal ridere ancora di più.
-Io non sono un secchione...- borbottò il più piccolo, incrociando le braccia e aggrottando la fronte, fingendosi offeso.
-Oh andiamo! Stavo scherzando!!- disse Louis sedendosi di fianco all'amico e dandogli una pacca sulla spalla.
-Che stai leggendo?- gli chiese poi, sfilandogli il libro dalle mani senza dargli il tempo di rispondere.
-Anna Karenina- lesse in copertina, poi aprì il libro su una pagina dove Harry aveva sottolineato delle frasi a matita.
-"Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole, ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare."- lesse con voce solenne e poi iniziando a ridere.
Harry arrossì violentemente e iniziò a stringersi nel cappotto, cercando di dare al freddo la colpa dell'improvviso rossore che era apparso sulle sue guance.
-Che cosa romantica Haz.. Io non credo di aver mai guardato nessuno in quel modo, sai? In realtà non credo proprio di essermi mai innamorato, solo qualche storiella, lo sai, ma forse è presto, no?-
Louis, nonostante non avesse amici a parte Harry, aveva un certo successo con le ragazze, che restavano ammaliare da quel suo modo di essere così ribelle, dal suo non voler sottostare alle regole ma, soprattutto, dai suoi irresistibili occhi blu.
-Già, credo anche io che sia troppo presto.- rispose Harry, non riuscendo a guardare in faccia il più grande.
-Ok, scusa ma io rientro, mi sto congelando, ci vediamo dopo!!- disse Louis, prima di alzarsi e rientrare, lasciando Harry perso nei suoi pensieri.
Il più piccolo, nonostante avesse appena detto all'amico che credeva fosse troppo presto per innamorarsi, si era già innamorato.
Si era innamorato molto prima di avere un'età in cui si può davvero capire cosa significhi "amare".

It was always you.|Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora