"Hey angel, tell me do you ever cry when we waste away our lives?"

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Dopo aver ripreso fiato, Harry e Louis si rivestirono e si sedettero vicini sul letto.

-Lou?-

-Mmmh?-

-So che forse non hai voglia di parlarne, ma vorrei chiederti qualcosa su quello che è successo.-

Harry era sicuro che Louis lo avrebbe mandato a quel paese e che non gli avrebbe raccontato nulla ed era pronto ad accettare quel rifiuto. Sarebbe stato del tutto normale se non avesse avuto voglia di raccontargli come erano andate le cose, dato che probabilmente era ancora turbato da tutto ciò che aveva dovuto passare.

Al contrario, Louis annuì lentamente, mordendosi l'interno di una guancia e cercando le parole giuste per iniziare il suo racconto.

-Non so bene come sia andata, non mi ricordo come abbiano fatto a catturarmi. Poi però mi hanno portato in un casale abbandonato e hanno iniziato a urlarmi contro in tedesco. Ovviamente, io non parlo tedesco e quindi non ho risposto. Non l'hanno presa molto bene ed hanno cominciato a picchiarmi. Ero ridotto uno schifo e, come ti ho già detto, sono qui solo grazie a te. Non so per quanto tempo siano andati avanti, ma poi ho sentito degli spari venire da fuori e poi si è scatenato l'inferno. Tutti sparavano e in tanti venivano colpiti, poi ho sentito qualcuno che mi scuoteva e, ti giuro, ho creduto di vedere un angelo e ho pensato di essere morto. Comunque, mi hanno preso su e mi hanno portato fuori. Faceva un freddo cane ed io ero ferito. Sentivo dolore dappertutto e ero sicuro che sarei svenuto. Poi però, l'angelo che mi aveva salvato ha parlato e, avresti dovuto sentirlo, aveva un accento irlandese esilarante. Ho riso e ho avuto una fitta lancinante allo stomaco, è stato terribile. Comunque, l'irlandese ha detto che non potevo continuare in quelle condizioni, quindi hanno trovato un posto coperto ed hanno iniziato a medicarmi. Mi sono dimenato per il dolore quando mi hanno disinfettato e l'irlandese è venuto a calmarmi. Si è presentato e ha detto di chiamarsi Niall e mi ha spiegato che loro erano una specie di partigiani che lottavano contro i tedeschi. Credimi, Haz: se tu lo avessi visto, capiresti perché lo ho scambiato per un angelo. Ha gli occhi azzurri, i capelli biondi e quella faccia così innocente.-

Harry ascoltò ammaliato il racconto di Louis e benedisse mentalmente quel Niall per averlo salvato.

-Però non capisco.- Esclamò poi.

-Cosa?- Chiese Louis.

-Da come lo hai raccontato, sembra che ti abbiano tenuto prigioniero solo per poche ore. Allora perché ci hanno messo tanto a riportarti a casa?-

-Perché hanno dovuto portarmi al campo base inglese più vicino e non avevano mezzi di trasporto, quindi hanno dovuto farlo a piedi e di certo le mie condizioni non hanno aiutato ad andare più veloci.- Spiegò Louis.

-E Niall?-

-Dio, devo la vita a quel ragazzo. Non mi conosceva e non aveva nessun motivo per aiutarmi e invece ha messo a repentaglio la sua vita per salvare la mia. E ha un senso dell'umorismo pazzesco, trova sempre il lato positivo in tutto. Quando mi ha lasciato al campo base gli ho giurato che, una volta tornato là, lo avrei ritrovato e avrei ripagato il mio debito.- Gli occhi di Louis brillavano di riconoscenza. Non c'erano parole che potessero spiegare la gratitudine che provava nei confronti di Niall.

Harry lo squadrò, sollevando un sopracciglio e aggrottando poi la fronte con un'espressione terribilmente contrariata e frustrata.

-Cosa c'è?- Domandò Louis, stupito da quell'improvviso cambio di comportamento.

-Hai detto: "una volta tornato là".- Sibilò Harry, la mascella contratta per la tensione.

-Sì.- Ammise Louis, abbassando lo sguardo e capendo il motivo del cambiamento di Harry.

-Lou, che diavolo significa?!- Sbottò Harry alzandosi, ormai fuori di sé.

-Significa che tra un mese mi rispediranno là.- Mormorò Louis, torcendosi le mani.

Harry scosse energicamente la testa, come se quel gesto bastasse a cancellare una realtà che si rifiutava di accettare.

-Come possono?! Sei quasi morto e quelli ti danno un mese di riposo per riprenderti e poi ti rispediscono là?!- Iniziò a camminare in tondo nella stanza, con gli occhi che sembravano essere sul punto di uscire dalle loro orbite da un momento all'altro e le vene sul collo più evidenti e gonfie che mai.

-Possono Harry. Possono ed è esattamente ciò che faranno.-

Louis, ormai, si era rassegnato a quella realtà, nonostante all'inizio anche lui avesse avuto non poche difficoltà nell'accettarla.

-Ma non è giusto, cazzo!- Urlò Harry tirando un pugno sulla scrivania, che oscillò pericolosamente al suo colpo.

A quel punto, Louis si alzò e gli andò vicino. Gli prese il viso tra le mani e incatenò i suoi occhi ai propri.

-Ascoltami. La guerra non è giusta. Ho visto ragazzi della mia età morire davanti ai miei occhi e non ho potuto fare niente per aiutarli. Ho ucciso degli uomini. Uomini che non torneranno a casa dalle proprie moglie e dai propri figli. Ho reso vedove delle donne e orfani dei bambini. Il mio sonno è devastato dagli incubi per tutto quello che ho visto. Sono stato rapito e picchiato a sangue senza avere alcuna colpa e sai quale sarà la conseguenza? Sarò promosso. Sarò un tenente e mi daranno una medaglia al valore. Ho cercato di rifiutare, ma non c'è stato nulla da fare. Tutto questo non è giusto ed è solo uno spreco di vite, Harry, ma io so che devo tornare là e l'unico motivo che mi trattiene dal disertare è che voglio che questa guerra finisca al più presto, così che tu non debba vivere quegli orrori e possa passare il resto della vita in pace con me.-

Harry rimase turbato dalle sue parole e puntò gli occhi sul pavimento: non aveva mai pensato a tutto ciò che Louis gli aveva appena detto.

La consapevolezza di non poter fare nulla per cambiare la situazione fu difficile da accettare, ma alla fine riuscì a mandare giù il boccone amaro.

-Scusami.- Mormorò, alzando lo sguardo e specchiandosi nel blu degli occhi di Louis.

-Non devi scusarti. Non farlo. Hai ragione e non sai quanto sia frustrante sapere di non poter fare niente. Questa situazione fa schifo e lo so, ma ti giuro che ne usciremo insieme, alla fine.- Gli disse Louis, carezzandogli gli zigomi con le dita.

-Non è facile sapere che tra un mese te ne andrai di nuovo.-

-Lo so, ma facciamo in modo di vivere appieno il tempo che ci è concesso, ok?-

Harry annuì, cercando di mettere da parte le incertezze e Louis gli sorrise, per poi baciargli dolcemente le labbra.

In realtà, neanche Louis aveva ancora fatto completamente i conti con il dover tornare a combattere, ma si impegnò al massimo per sembrare sicuro di quello che diceva.

L'unica cosa di cui davvero gli importava era riuscire a tenere Harry fuori da quell'inferno.

It was always you.|Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora