"I hate you."

386 22 12
                                    

Anne e Gemma tentarono in tutti i modi di dissuadere Harry dall'arruolarsi, ma lui fu irremovibile.
Non era mai stato così determinato in tutta la sua vita e non c'era davvero nulla che potesse fargli cambiare idea.
Così, la mattina dopo, preparò le sue cose e lasciò la casa, lasciandosi dietro le due donne in lacrime.
Prese la corriera per Londra, dove avrebbe fatto la visita di leva per avere l'idoneità.
-Magari non lo accettano..- Provò a dire Gemma a sua madre che non riusciva a darsi pace e smettere di piangere.
Inutile, però, dire che Harry fu accolto a braccia aperte.
Con il fisico che si ritrovava, sarebbero stati dei pazzi a rifiutarlo.
Harry mandò una lettera alla madre, spiegandole la situazione e promettendo che avrebbe scritto sempre.
Anne, così come Gemma, rimase distrutta dalla notizia, ma non poté fare nulla per cambiare le cose.
Harry venne spedito in un campo di addestramento vicino Manchester.
La vita militare si dimostrò ben presto più dura di come si era immaginato.
L'addestramento era faticoso e strisciare nella polvere ogni giorno non era esattamente quello che si era immaginato.
Il suo fisico stava reagendo a tutti gli sforzi e le fatiche e stava diventando sempre più massiccio.
La cosa positiva fu che, per la prima volta, fece amicizia con qualcuno che non era Louis.
Conobbe infatti due ragazzi più grandi, un certo Zayn e un certo Liam.
Era bello non dover faticare da solo e poter condividere le piccole cose quotidiane con qualcuno.
Il rovescio della medaglia era che non aveva più notizie di Louis.
Harry, infatti, non gli aveva scritto per parlargli della sua partenza, nonostante fosse certo che Louis si sarebbe arrabbiato tantissimo quando lo avrebbe scoperto.

Così, non sapendo nulla, Louis continuava a spedire lettere a casa di Harry, senza ricevere alcuna risposta.

2 Aprile 1943
Louis, ormai esasperato dal silenzio di Harry, iniziò a pensare che il suo ragazzo si fosse stancato della lontananza e avesse deciso di troncare i rapporti.
Louis avrebbe potuto capirlo, ma avrebbe almeno voluto che Harry gli spiegasse tutto in un'ultima lettera.
Mentre era immerso nei suoi pensieri e camminava per la base, osservando le nuove reclute che si esercitavano, venne riscosso dalla voce del colonnello.
-Tomlinson!-
Colto di sorpresa, sobbalzò, ma poi scattò sull'attenti.
-Sì, signore.- Rispose, meccanicamente.
-Sei trasferito, stasera partirai e sarai mandato in un campo di addestramento vicino Manchester.-
Annunciò l'uomo per poi andarsene senza aspettare una risposta e lasciandolo lì da solo.

Le cose andarono esattamente come il colonnello aveva ordinato e così Louis partì e arrivò al nuovo campo di addestramento dopo l'ora di cena.
Esausto, andò subito al letto, mandando al diavolo gli incarichi e rimandando tutto al giorno dopo.

La mattina seguente, con sua grande sospesa, scoprì di avere un ufficio, se così poteva essere chiamato un buco con una scrivania dentro.
"Meglio di niente." Pensò.

Dopo pranzo il colonnello, un uomo molto più simpatico del precedente, gli diede delle carte e gli spiegò che erano gli elenchi dei soldati semplici che erano stati reclutati negli ultimi due mesi.
Louis, dopo cena, si chiuse nel suo ufficio e, poggiando i piedi sulla scrivania, iniziò a leggere distrattamente i nomi, scritti in ordine alfabetico e seguiti dalle date di nascita.
Annoiato, iniziò a fischiettare ma dopo un po' si bloccò di colpo, quando i suoi occhi si posarono su un nome.
Era solo un semplice nome, mischiato a tanti altri, che sarebbe sicuramente passato inosservato a chiunque.
A chiunque, ma non a Louis.
Il ragazzo tirò giù i piedi e inchiodò gli occhi su quello "Styles Harold" scritto chiaramente.
Pregò che fosse un omonimo, ma quando controllò la data di nascita non ci fu più nessun dubbio.
Non era possibile.
Harry non aveva diciotto anni, non poteva essere stato arruolato.
A meno che...
Louis spostò lo sguardo sulla colonna a fianco ai nomi e lesse "volontario".
Sentì una rabbia mia provata prima montargli dentro e tirò un calcio alla scrivania, per poi uscire, sbattendosi la porta alle spalle e facendo sussultare due ragazzi appostati lì fuori.
"Sei nella merda, Harry Styles."

It was always you.|Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora