Capitolo 20

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Favij pov.

Porgo uno sguardo alle quattro tazze di caffè posate accanto al computer e sbuffo, ancora assonnato.
-Nulla?- domando a Neal.
Lui, che fino a pochi minuti prima aveva la testa posata sul tavolo, mi rivolge un'occhiata e alza un sopracciglio.
-No- conclude poi tornando alla posizione di pochi secondi prima.
Guardo il desktop annoiato in modo da poter vedere ancora una volta, la grigia e monotona strada di Milano.
L'unico suono che interrompe i miei pensieri, è il ticchettio della penna che ho in mano, che faccio scattare ora sì, e ora no.

Casadei è immobile sulla sua poltroncina.
Ogni tanto preme un tasto sulla tastiera, per aumentare o abbassare la luminosità della schermata, ma dopo questo, rimane fermo a fissare lo schermo.
-Che ore sono?- chiedo al ragazzino.
Lui sporge appena la testa e legge ad alta voce l'orario stabilito dal computer.
le otto e tredici- risponde freddo.
-È tardi. Si dovranno per forza fermare!-
Lui mugola di tutta risposta senza badare al pizzico di preoccupazione che avevo dato alle parole.

Rimango stupefatto quando lo schermo di Casadei s'illumina di un accecante bianco, per poi mostrare il muso preoccupato di Lorenzo Ostuni.
Blatera qualcosa.
Ma ne io, ne Neal, siamo in grado di capire cosa senza l'audio.
Dunque ci limitiamo ad osservare con gli occhi sgranati.

Casadei annuisce frettolosamente al parlar del duo, e apre una seconda pagina Google riguardante gli hotel.
-Si fermeranno per la notte- annuncia Neal eccitato.
-Non c'è niente di bello in tutto ciò- gli faccio notare con un pizzico di amarezza.
-Certo che c'è. È finita la giornata, e domani mancheranno solo tre giorni alla fine del gioco-
-Giusto-.
-In più sapremo dove sono, dove vogliono andare e cosa cercano-
-Cercano me Neal.-
Ma lui non risponde.

Aspettiamo per interminabili minuti che Casadei scelga un hotel, e quando finalmente veniamo accontenti non aspettiamo un indulgiamo un secondo, prima di segnare il nome e l'indirizzo.
Non è distante da casa mia.
E probabilmente neanche da loro, questo vuol dire che l'Hotel è stabilito a metà tra noi e loro.

-Che si fa?- chiedo, più a me stesso che a Neal.
-Non lo so, potrebbe farsi trovare domattina sotto l'hotel e sconfiggere definitivamente Lorenzo.-
-Potrei.
Ma non gli farei effettivamente nulla.
Non gli interessa più la sua vita capisci?
Prova qualcosa, qualcosa più forte di un'emozione, qualcosa che io, non posso capire.
Il suo punto debole è diventato Margo.
Completamente.
Ma infondo sapevo che sarebbe andata a finire così.-
-Margo le interessa veramente?- mi chiede il bambino interessato.
-Forse sì, forse no.
Interessa a lui, e se rimane con me, Lorenzo morirà di dolore.
Ed io avrò questa completa vittoria-
-Quindi... non si è mai parlato di morte materiale?-
-No, potrei ucciderlo davvero, ma infondo non ci guadagnerei nulla.
Non lo vuoi capire Neal? La mia vita si basa sulla sua sofferenza, più sta male, più mi rafforzo.
Farlo morire psicologicamente, equivarrebbe a farlo morire fisicamente.
Anzi a dirla tutta, forse la morte che proverà, sarà più dura di quella materiale.
E una volta distrutto.
Una volta diventato forte.
Grazie alla fama prenderò possesso di tutto il web, facendo uscire da ogni persona il proprio lato oscuro.
E alla fine dominerò il mondo.-
-Solo parlando? Pensa che la parte più cattiva delle persone si faccia uscire solo parlando?- mi chiede confuso.
-Dimmi. Se in questo preciso istante ti dessi una coltellata nello stomaco tu cosa faresti?-
-Nulla, morirei. Cosa potrei fare?- ribatte.
-Bene e se ti riempissi di parole, elencandoti tutti i tuoi difetti, e nominando tutte le ragioni per cui non servi a nulla, cosa faresti?-
-Ci rimarrei male- si ferma per qualche minuto, per poi continuare con un -al massimo risponderei a tono-
-Rimarresti vivo no?-
-Ovvio-
-Dunque il ricordo di quello che ti ho detto, rimarrebbe per molto, vero?-
Rimane un silenzio.
-Dunque cosa fa più male, una coltellata nello stomaco o una parola fuori posto?-
Rimane nuovamente un silenzio.
-Bravo, hai capito.
Ed è così che distruggerò Lorenzo.
Parlando.
O meglio, facendo parlare una persona a lui cara.
Andrò a prendere Margo domattina all'hotel,
È così che farò.
E quando respingerà Lorenzo per venire con me, avrò finalmente tutta la forza che mi serve per trasformarmi in una persona reale.
E quel giorno sarà tutto finito-
-Manca poco allora- annuncia il bambino mettendosi dritto sul sedile.
-Pochissimo Neal, basta solo avere un po' di pazienza-
-Aspetteremo-

-In questa guerra, vince chi ha le armi, non chi ha le strategie-

Double Sided ||Lorenzo Ostuni/FavijDove le storie prendono vita. Scoprilo ora