Capitolo 13

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Lorenzo pov.

-MARGO AL TRE ESCI DALLA MACCHINA-
-LORENZO COSA STAI DICENDO, COSI MORIRAI!- mi urla con le lacrime agli occhi.
-NON IMPORTA MARGO, ABBIAMO SOLO POCHI SECONDI, APPENA GIRERÒ DOVRAI APRIRE LA PORTIERA E SALTARE FUORI, TI FARAI MALE MA NON MORIRAI-
-NON POSSO LASCIARTI QUI- continua ad urlare tirandomi per la maglietta.
-PROMETTILO- le urlo in preda al panico
-LORENZO!-
-PROMETTILO- ripeto con tutta la forza che ho in corpo.

-Promesso... - dice infine tra un singhiozzo e l'altro.
Giro a destra superando i duecento chilometri all'ora, ed inizio a contare.
-UNO-
Margo mi prende la mano posata sullo sterzo.
Io la guardo per un attimo incontrando i suoi occhi per quella che sembra l'ultima volta.
-DUE-
Apre la portiera senza lasciarmi la mano e sorride, il suo sorriso...
-TRE-
Chiudo gli occhi, lascio il volante e lo sterzo, preparandomi a quella che sembra la mia fine.
Non sono pronto per vedere la morte in faccia.
La mia mano è ancora stretta a quella di Margo.
Aveva promesso!
Aveva detto che si sarebbe salvata!
Io cerco di lasciarle la mano, anche pensando che ormai sia troppo tardi, e che stessimo già cadendo in quel buco infinito.
Ma lei reagisce in modo diverso, stringe la mia mano più forte e trascina il mio corpo con se.
Fuori dalla macchina.

Apro gli occhi.
Riesco a distinguere l'asfalto macchiato di sangue, da tutto il resto.
-Sono morto?- sussurro al nulla.
-No... - risponde.
Scatto a sedere, gemendo dal dolore e noto che Margo è stesa a terra, completamente ricoperta da ferite.
-Margo? MARGO!-
Lei mugola qualcosa mentre io mi avvicino velocemente.
Le prendo il capo bagnato di sangue posandolo sulle mie ginocchia.
-Siamo pari ora.- sussurra.
-Ti avevo detto di saltare giù, ti avevo detto di salvarti la pelle! Me lo avevi promesso.-
-Io non vado da nessuna parte senza di te-
Ed è in quel momento che le nostre labbra s'incontrano.
Io che le reggo il capo, mentre le accarezzo i capelli macchiati di sangue.
Lei che tiene stretta la mia maglietta, come se fosse l'ultima cosa che potesse ancora permettersi.
L'odore della paura nell'aria, e le sirene della polizia in lontananza.
Eppure non esiste bacio più bello.

-Stai bene?- le chiedo imbarazzato.
-Ora si-
-Abbiamo perso la macchina, le provviste e tutto quello che avevo portato-
-Noi due siamo ancora qui- sussurra tappandomi la bocca con la mano.
Le sorrido, anche se solo con gli occhi.

-Un passaggio?- chiede un uomo urlando col megafono dall'elicottero.
La guardo interrogativo.
Lei annuisce.
Faccio un segno all'elicottero che cala una scaletta.
-Margo, ora farà male, ma DOBBIAMO salire-
Si alza lentamente poggiandosi alla mia spalla.
La faccio salire per prima sulla scaletta.
Le pale dell'elicottero creano un vortice di foglie e terra, lasciando nell'aria una brezza fresca, che sa un po' di allegria.
Aspetto che Margo abbia salito l'ultimo scalino, per poi iniziare la mia scalinata e trarmi in salvo.

Mi trascino sull'elicottero.
Toccato l'ultimo scalino, aspetto che la botola sotto di me si richiuda per accasciarmi a terra.
-Stai bene Lorenzo?-
-Si Lorenzo sto bene, solo che..- penso alla voce.
Quella voce.
Apro gli occhi improvvisamente, un Lorenzo Casadei mi guarda attraverso le lenti dei suoi occhiali viola.
-Lorenzo! Sei tu! Sei davvero tu!- urlo.
Sorride, per poi posare il megafono.
Torna alla postazione di comando per riprende il controllo dell'elicottero.
-Ma... come hai fatto a trovarci? Non eri a casa di... -
Penso a quello che vorrei dire con amarezza, dunque sapendo che non mi avrebbe mai creduto richiudo la bocca, e l'entusiasmo svanisce.
-Di Favij?- mi chiede senza un preciso tono di voce.
-Aspetta... - inizio io sollevandomi da terra.
-Tu... lo sai?-
-Ci sono arrivato lentamente, è stato complicato, ma eccomi qui! Pronto a salvarti il culo, come sempre-
-Se non fossi etero ti bacerei-
-Ti ricordo che sono sposato-
Rido divertito, ma la mia espressione cambia un attimo dopo, al pensiero di un'altra cosa.
-Margo?-
-Dorme dietro di te, si è addormentata un minuto prima che tu salissi-
Mormoro un "grazie" e mi siedo accanto a Lorenzo sul posto del passeggero.
-Pensavo di fermarmi in un ospedale date le vostre condizioni, ma alla fine ho deciso di far salire qualche infermiera, e preciso infermiera, qui per visitarvi, sarebbe troppo pericoloso farvi vedere in pubblico.
-Capisco...-

-Dunque?- chiede lui dopo pochi attimi di silenzio.
-Dunque cosa?-
-A parte brevi tappe, qual è la prossima destinazione?-
-Ci accompagni tu?-
-Hey bello, io vengo in grande stile, sicuramente non con la macchina di papà-
Ignoro la sua provocazione e guardo dritto davanti a me.
Macchie bianche colorano il cielo, rendendolo meno uniforme e più creativo.

Manca poco...
-Prossima destinazione: Milano- dico sorridendo.
Lorenzo annuisce ricambiando un sorriso, non espressamente diretto a lui.
Mi spiace Favij ma stavolta
Ho vinto io.











Double Sided ||Lorenzo Ostuni/FavijDove le storie prendono vita. Scoprilo ora