Capitolo 9

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Lorenzo pov.

Sono le 04.52
Margo è al mio fianco, il pezzo di scotch adagiato sulla bocca le impedisce di parlarmi, e le mani legate dietro la schiena le impediscono qualsiasi movimento.
Piange da ormai dieci minuti.
Ed io rimango qui, in silenzio, ad ascoltare quel lamento, pari ad una lama conficcata nel cuore.
Ed in questo momento mi sento davvero orribile.
Ho rapito una ragazza, per portarla con me a 142 km di distanza, a cercare qualcuno, o a cercare nessuno.
Questo non l'ho capito neanche io.
Inizio a pensare di essere un'egoista, una persona senza cuore.
La paura torna a prendere il possesso di me pochi secondi dopo, al suono delle sirene della polizia.
Margo spalanca gli occhi incredula e inizia a mugolare, come se potessero sentirla.
-Reggiti- urlo.
E con un veloce movimento del braccio sterzo verso destra, invertendo completamente la traiettoria prevista.
Margo sbatte violentemente la testa sul finestrino e perde conoscenza, mentre io superando i 130 km l'ora sterzo in una piccola, isolata traversa.

Accosto pochi chilometri dopo davanti un parco abbandonato.
Mi rigiro velocemente verso Margo e la guardo.
Le strappo lo scotch dalla bocca e dalle mani.
Il sangue le bagna il viso e macchia la parte superiore del sedile su cui è adagiata.
Inizio a scuoterla violentemente chiamandola per nome sempre più forte, fino ad urlare.
Inizio a piangere mentre esco dall'auto e con tutta la forza, la sollevo portandola sull'erba bagnata dalla rugiada mattutina.
Continua a perdere sangue, e io continuo a guardarla, non avendo il coraggio di fare nulla.
Finché il suo sangue e le mie lacrime non diventano un'unica cosa, un'unica orrenda cosa.
-Scusami.- le sussurro accarezzandole i capelli.
-Scusami Margo, non avrei mai dovuto trascinarti in questa storia, tu non c'entri. Non sei un premio, qualcosa su cui scommettere.
Sei la ragazza che amo, e come tale, meriti la libertà di decidere la persona giusta per la tua vita. Quando starai meglio, ti lascerò libera, perché guarirai amore-
Le lascio un leggero bacio sulla fronte e mi dirigo verso l'auto per cercare un qualcosa, qualsiasi cosa, per aiutarla.

Saranno le cinque e mezzo del mattino, e il sole sta sorgendo lentamente dalle montagne in lontananza.
Margo è ancora priva di sensi.
Mi alzo e vado a controllare il suo stato.
È distesa sedile anteriore della macchina, dove l'ho messa a riposare.
Il sangue sembra essersi fermato, poiché le fasce che ho riposto sulla ferita sono quasi del tutto pulite.
Le cambio per sicurezza un'ultima volta facendo attenzione a non provocare dolore.
-Scusami Margo... -

Lei si rigira su un fianco e spalanca gli occhi.
Io cado all'indietro per lo spavento, la sorpresa, e l'emozione del rivederla nuovamente attiva.
Cerca di sedersi con fatica sul sedile e inizia a massaggiarsi la testa.
Mi guarda negli occhi.
E in quel momento ricordo come sono fatte le stelle, il loro splendore, la loro bellezza, il loro silenzio.
Un universo intero potrebbe essere rinchiuso nei suoi occhi ed io non lo saprei mai.
Perché quegli occhi sono molto più infiniti di quest'universo.
Mi sorride e mormora -grazie-
Rimango vagamente sorpreso da quelle parole, mi aspettavo uno schiaffo, un vaffanculo, ma un grazie mai.
-Di averti fatto spaccare la testa?- ironizzo io rispondendo al suo sorriso.
-Di esserti preso cura di me- dice ridendo.
-Ero priva di sensi, è vero, ma riuscivo a capire quello che stava succedendo intorno a me-
-È stata solo colpa mia, è stata una stronzata, ti riporterò a casa appena starai meglio, e ti lascerò in pace- le rispondo continuando a sorridere.
-Favij ha detto di conoscerti, dunque non sei solo un imitatore, ma qualcosa di più-
-Se vieni con me ti racconterò tutto quello che è successo, senza omettere nessun dettaglio, a un solo patto-
-Sentiamo-
-Che crederai a tutto quello che ti dirò-
Mi guarda per qualche secondo indecisa, infine annuisce.
-Lo prendo come un passaggio di seconda classe per arrivare a Milano- risponde.
-E cosa farai a Milano se non rimarrai con me?-
-Andrò da Favij, mi hai rapita spaventandomi a morte, mi hai spaccato la testa, mi devi un paio di favori-

Se Margo arrivati a Milano correrà tra braccia di Favij, io perderò il gioco, e la mia vita.
Ma forse, quest'amore vale più della mia insignificante vita.
Le ho promesso di lasciarla libera, e così farò.

Io sarò sempre qui, con o senza vita, ad accoglierla, in qualsiasi situazione.

-Va bene- le dico infine con il cuore in mille pezzi.

Double Sided ||Lorenzo Ostuni/FavijDove le storie prendono vita. Scoprilo ora